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Bombe a Kabul. Cosa si sa dell’attentato all’aeroporto

Un’esplosione davanti a uno dei cancelli dell’aeroporto della capitale afghana: ci sarebbero morti e feriti. Il Pentagono conferma. La minaccia descritta da giorni dagli americani si è fatta realtà

Lo Stato islamico ha rivendicato la responsabilità  per un attentato all’aeroporto di Kabul, la capitale dell’Afghanistan, colpita da due esplosioni causate da un attacco terroristico che il Pentagono definisce “complesso”. Le detonazioni sarebbero avvenute una davanti al Baron Hotel e un’altra nei pressi di uno dei cancelli dello scalo, l’Abbey Gate (i due luoghi sono contigui). Nell’attentato sarebbero morte almeno 50 persone (ci sono alcuni bambini, ma il numero è destinato a crescere) e oltre cento sarebbero ferite. Tra i morti e i feriti anche 12 soldati americani, con almeno altri 15 feriti secondo la prima valutazione del CentCom.

L’attentato (opera della fazione locale dei baghdasisti) è avvenuto nella zona sudest dello scalo, che è molto affollato dal 15 agosto perché da lì sono in corso le evacuazioni e i rimpatri seguiti al ritorno al potere dei Talebani. Davanti all’hotel pare sia stato usato un kamikaze con un giubbotto esplosivo e ci sia stata una sparatoria che ha coinvolto soldati americani e inglesi (non è chiaro al momento se hanno sparato all’attentatore che poi si è fatto saltare in aria o ad altri che erano con lui); un veicolo-bomba è stato fatto esplodere invece nei pressi di uno dei canali di scolo che circondano gli ingressi dell’aeroporto. L’ambasciatore francese ha chiesto agli afghani di non avvicinarsi all’aeroporto perché non si può escludere un altro attacco (anche in altre zone).

Da diversi giorni l’intelligence americana ha alzato il livello di attenzione sulla possibilità di attentati nel compound – anche per questo aveva lanciato operazioni speciali anche fuori dall’aeroporto, per evitare assembramenti che potessero diventare ulteriori soft target. Si temeva che lo Stato islamico del Khorasan, la filiale locale dei baghdadisti nata da un gruppo di Talebani pakistani dissidenti, potesse sfruttare la situazione caotica per dimostrare la propria forza – davanti a Talebani e americani, entrambi nemici del gruppo jihadista che fondò il Califfato – e la crisi potesse fornire un momento di ispirazione per i fanatici.

Il ministero della Difesa precisa che nessun italiano è stato coinvolto nell’esplosione presso l’aeroporto di Kabul: “La deflagrazione è avvenuta in un’area distante da dove stanno operando i militari italiani per le ultime fasi dell’operazione Aquila per l’ evacuazione dei cittadini afghani”, scrive in una nota.

 

(Articolo in aggiornamento)

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