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Più chip e intelligence (e meno Cina). Von der Leyen su sicurezza e cyber

Attenzione all’Indo-Pacifico con un’alternativa democratica alla Via della Seta e un piano per una maggiore autonomia nei semiconduttori. Nello Stato dell’Unione, la presidente von der Leyen punta sulla ciber-resilienza europea

Ecco cos’ha detto sui temi della difesa e della sicurezza la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen in occasione del discorso sullo Stato dell’Unione.

ASSE CON LA NATO

“Stiamo lavorando con il segretario generale Jens Stoltenberg a una nuova dichiarazione congiunta Ue-Nato da presentare entro la fine dell’anno”, ha spiegato. “Dobbiamo investire nel nostro partenariato congiunto e attingere alla forza unica che caratterizza ciascuna delle parti”.

SGUARDO VERSO L’INDO-PACIFICO

“Se l’Europa vuole essere più attiva sulla scena mondiale deve concentrarsi sulla nuova generazione di partenariati”, ha detto. “La nuova strategia dell’Unione europea per la regione indopacifica è una pietra miliare. La regione ha un’importanza crescente per la nostra prosperità e sicurezza”. In questo senso, “un processo di consultazione istituzionalizzato potrebbe aiutare l’Unione europea a passare dalla strategia – che serve come punto di partenza per un nuovo approccio – a un’attuazione efficace e reciprocamente vantaggiosa”, si legge in un recentissimo report Ecfr. I partenariati di connettività dell’Unione europea con l’India e il Giappone mostrano come un dialogo istituzionale, se fatto bene, può portare a un cambiamento reale e può dare all’Europa maggiore visibilità e peso politico nell’Indo-Pacifico”.

SFIDA ALLA CINA

Senza citare la Cina, la presidente ha annunciato “un divieto sui prodotti nei nostri mercati che sono stati fabbricati con lavoro forzato”. Perché “i diritti umani non sono in vendita. A nessun prezzo”. Poi, sempre con un occhio a Oriente, von der Leyen ha annunciato un’iniziativa concorrente alla Via della Seta: una nuovo strategia sulla materia di connettività denominata Gateway globale, “per investire in infrastrutture di qualità, che colleghino tutto il mondo. Seguiremo un’impostazione basata sui valori. Vogliamo creare legami, non dipendenze!”. Rimane un interrogativo aperto: che rapporto ci sarà il piano europeo e il Build Back Better World annunciato dal presidente statunitense Joe Biden durante la sua visita in Europa di giugno?

LA CORSA AI MICROCHIP

Anche per questo, von der Leyen ha annunciato un nuovo European Chips Act per far fronte alla crisi dei semiconduttori. Su questo tema va segnalato quanto dichiarato al Financial Times da Paul Boudre, amministratore delegato della francese Soitec: Bruxelles deve mettere sul piatto almeno 20 miliardi di euro in sussidi se vuole “spostare l’ago” sulla produzione di chip per computer. La questione dell’intervento pubblico era già stata affrontata su Formiche.net in merito alla ricerca da parte di Intel dei siti delle due nuove produzioni di semiconduttori in Europa.

In un post su Linkedin il commissario europeo al Mercato interno, il francese Thierry Breton, ha indicato tre elementi per la nuova legge europea: una strategia comune di ricerca sui semiconduttori; un piano collettivo per migliorare la capacità produttiva; un quadro per la cooperazione e il partenariato internazionale.

L’annuncio di von der Leyen “per incoraggiare la creazione di un ecosistema europeo vibrante, avanzato e al passo con il futuro è una gradita iniziativa, in linea con le nostre comuni ambizioni di rinvigorire questo settore nell’Unione europea”, ha commentato Christin Eisenschmid, vicepresidente di Intel, colosso americano che ha in piano di investire diversi miliardi di euro per ampliare la capacità produttiva di semiconduttori all’avanguardia in Europa.

IL SEMESTRE FRANCESE PER LA DIFESA

La presidente ha poi annunciato che organizzerà con il presidente francese Emmanuel Macron un Summit sulla difesa europea sotto la presidenza francese del Consiglio dell’Unione europea nel primo semestre del 2022. È Parigi la capitale che più è pronta a scommettere, per ragioni anche storiche e industriali, sull’autonomia strategica europea, un tema che però fa storcere il naso agli Stati Uniti che temono che dietro questa espressione si nascondono tentativi di trovare una terza via tra Occidente e Oriente.

UN CENTRO PER L’INTELLIGENCE

“È essenziale migliorare la cooperazione in tutti i campi, dallo spazio ai formatori del personale di polizia, dall’open source alle agenzie di sviluppo”, ha continuato la presidente parlando dell’intelligence. “Per questo motivo l’Unione europea potrebbe creare un proprio Centro comune di conoscenza situazionale”.

INTEROPERABILITÀ

“Dobbiamo migliorare l’interoperabilità”, ha detto parlando di difesa. “Stiamo già investendo in piattaforme comuni europee, dai jet da combattimento ai droni e alla cibernetica. In ogni caso dobbiamo continuare a pensare a nuovi modi per utilizzare tutte le possibili sinergie”.

UNA POLITICA CYBER

“Se tutto è collegato, tutto può essere piratato”, ha spiegato. “Perciò abbiamo bisogno di una politica europea della ciberdifesa, compresa una legislazione su norme comuni nel quadro di una nuova legge europea sulla ciber-resilienza”.



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