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Scholz si scalda, Laschet in panchina. Il dopo-Merkel visto da Berlino

Olaf Sholz ha iniziato i negoziati con i Verdi e i Liberali per formare un governo. Il risultato non è scontato ma sembra possa farcela. Nel frattempo Laschet è pronto a farsi da parte, in un coro di critiche dal partito, mentre Merkel annuncia che arriverà un governo prima del previsto

Olaf Scholz è sempre più vicino alla Cancelleria tedesca. La colazione semaforo, quella composta da Socialdemocratici, Verdi e Liberali, ha iniziato i negoziati per trovare un accordo utile per formare un governo. Nel frattempo Armin Laschet lascia intendere, senza troppi chiarimenti, che forse si farà da parte e la Cancelliera uscente Angela Merkel prevede che probabilmente arriverà un governo prima del previsto.

SPD ALLA GUIDA, FORSE

Nel 2016 ci sono voluti 6 mesi prima che si riuscisse a formare un governo, dopo che a poche settimane da Natale i Liberali fecero saltare l’accordo di governo con la Cdu. Si tornò così alla stessa coalizione che aveva governato per i 4 anni precedenti: i rosso-neri. Si sapeva che sarebbero stati gli ultimi negoziati portati avanti da Merkel, ma non si sapeva che sarebbe stato probabilmente l’ultimo governo a guida cristiano-democratica. Se nove mesi fa avessero chiesto a Olaf Scholz se pensasse di poter conquistare la Cancelleria del Paese, lui, insieme a pochi altri, avrebbe risposto di sì. Quando infatti nel gennaio 2021 venne eletto Laschet come segretario di partito, i giornali tedeschi come quelli esteri lo inquadrarono come “il possibile futuro Cancelliere”. A un anno da quell’evento probabilmente la Germania avrà il primo cancelliere dell’Spd dopo più di sedici anni.

I NEGOZIATI

I negoziati aperti da Scholz prenderanno tempo: in Germania per trovare un patto di governo le parti coinvolte si mettono d’accordo su ogni singolo punto del programma, ma anche su possibili questioni politiche che potrebbero venir fuori. Il risultato non è scontato, ma l’accordo non dovrebbe essere così difficile da raggiungere. I Verdi detteranno l’agenda economica e politica sul tema ambientale e l’Spd concederà abbastanza. Ma in politica estera e interna Scholz avrà quasi mano libera. C’è solo un’incognita: i Liberali. Scholz dovrà farcela lì dove anche Merkel non è riuscita.

Coadiuvare i Liberali con le politiche socialiste e ambientaliste potrebbe non essere facile. Prendiamo ad esempio il referendum che si è tenuto a Berlino sulla confisca degli appartamenti sfitti alle grandi società immobiliari. Il referendum è stato promosso dall’Spd, anche con l’appoggio dei Verdi. Cdu e Liberali parlavano di legge anti-mercato, dato che la confisca spaventava il settore. Il dibattito potrebbe replicarsi su molti altri temi: quello ambientale, ad esempio sulle imposizioni per le case automobilistiche, quello economico, con l’estensione dell’Hartz V, una sorta di reddito di cittadinanza alla tedesca, con molte più restrizioni e controlli per chi ne usufruisce.

IL FUTURO NON CANCELLIERE

In questi giorni in cui tutta la Cdu rimbrotta per la débâcle del partito, Laschet sembra apparentemente sicuro di sé: calmo, sereno, sorridente. Ha lasciato intendere che lascerà l’incarico di capo del partito, e non poteva fare altrimenti dopo la peggiore sconfitta dalla fine della seconda guerra mondiale. Laschet ha convocato una riunione dei cristiano-democratici e parlato di quanto sta succedendo dentro al partito: “Da quando, nel 2018, Merkel ha rassegnato le dimissione come leader della Cdu abbiamo vissuto un continuo dibattito personalistico, – ha spiegato Laschet – sempre l’uno contro l’altro, sempre cambiando le formazioni. Questa volta vogliamo prendere una strada diversa. Vogliamo percorrere una strada verso il consenso e tutti farebbero bene ad attenervisi”. Il dopo Merkel ha avuto conseguenze soprattutto nel partito che la Cancelliera ha guidato e cambiato molto nel corso di questi anni. Si sono create voci divergenti che mostrano le proprie differenze solamente adesso. Negli anni Merkel ha cercato di attutirle ma ora escono con vigore.

CHI PENSA AL 2025 

Nel frattempo Spiegel pubblica un retroscena interessante. Si parla di Markus Söder, presidente della Baviera, leader del partito gemello della Cdu, la Csu, ed ex contendente per la corsa alla Cancelleria. Söder ha un piano, che dura quattro anni: obiettivo 2025, a maggior ragione ora che Laschet uscirà di scena. Nel frattempo Merkel è andata dal Papa, unica leader europea che in quanto tale ha conosciuto tre pontefici: Wojtyła, Ratzinger e Bergoglio. Non è nel suo stile parlare delle negoziazioni in corso ma a seguito della visita ha detto che probabilmente questa volta la formazione di un governo “sarà più veloce”. Merkel è protestante, confessione che non riconosce la figura del papa, ma negli anni ha sempre mostrato estremo rispetto per la Chiesa di Roma.

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