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La moneta da mille miliardi $ per scongiurare il default americano

Per aggirare lo stallo al Senato sull’innalzamento del tetto al debito senza il quale non sarà possibile pagare i creditori, torna in auge l’idea emettere una moneta da mille miliardi, creando così nuova esposizione per finanziare quella vecchia. Fu proposta a Obama nel 2011 ma allora…

Dieci anni esatti e la storia sembra clamorosamente ripetersi. Una moneta diversa da tutte, coniata dal governo americano, in grado di fungere da garanzia del gigantesco debito statunitense e aggirare l’insormontabile ostacolo che c’è tra Joe Biden e l’aumento del tetto al debito. Era il 2011 quando negli States prese corpo l’idea di battere una singola moneta in platino dall’enorme valore di mille miliardi di dollari per bypassare lo stallo sul tetto al debito nel Congresso americano, al fine di evitare il cosiddetto fiscal cliff, vale a dire il baratro fiscale a cui sarebbe andata incontro l’economia statunitense a seguito dei drastici tagli spesa pubblica imposti al governo americano.

Ora ci risiamo. Gli Stati Uniti, racconta il Washington Post, potrebbero aver bisogno di una moneta da mille miliardi di dollari per salvarsi dal burrone ed evitare di mandare un pezzo di bilancio federale in default. D’altronde, senza un innalzamento del detto del debito, a partire dal prossimo 18 ottobre il governo americano non avrà i soldi per rimborsare i creditori esteri che hanno sottoscritto titoli pubblici. Diventando così insolventi verso il mercato. Gli economisti hanno più volte avvertito del rischio di una recessione, proprio nel bel mezzo della ripresa americana post pandemica.

Il problema è politico, dal momento che i repubblicani al Senato non ne vogliono sentire di aumento del tetto, scaricando l’intera responsabilità sui democratici, che però alla Camera alta non hanno la maggioranza. Di qui, l’idea del 2011, poi abortita. La Zecca degli Stati Uniti conia una moneta di platino da un miliardo di dollari per depositarla presso la Federal Reserve. In questo modo, la moneta avrebbe corso legale e consentirebbe al governo di ritrovarsi a disposizione fondi a sufficienza per pagare i creditori.

L’idea si basava sulla norma giuridica contenuta nello United States Code che garantisce al Dipartimento del Tesoro il potere e l’autorità di “battere ed emettere monete in platino” in qualsivoglia denominazione il Segretario del Tesoro decida di scegliere. Così, una volta che il Tesoro dovesse decidere di emettere questo singolo pezzo di metallo, non dovrebbe far altro che trasportarlo presso la Federal Reserve e chiedere di depositarle nel conto di tesoreria intestato al Tesoro: questo eviterebbe di emettere nuovi titoli di debito, che finanzierebbero quello vecchio.

Tutto molto bello, almeno sulla carta. Gli esperti non sono del tutto sicuri che possa funzionare, soprattutto perché l’idea è del tutto teorica. Una delle principali preoccupazioni per gli economisti è l’iperinflazione. Coniare la moneta da 1 trilione di dollari sarebbe come creare denaro dal nulla. Quando tutto quel nuovo denaro viene fuori, l’altra valuta in circolazione diventa meno preziosa. Ciò potrebbe danneggiare i consumatori, che stanno già subendo i primi effetti di un’inflazione in aumento. Succederà? Nel 2011 non successe, oggi chissà.

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