La gara per le telecomunicazioni delle forze di polizie (anche 5G) non è ancora chiusa. Accolti i ricorsi degli esclusi (Vodafone e il raggruppamento Wind-Tre e Fastweb). Udienza fissata per il 7 dicembre
Il Tar del Lazio è intervenuto sul bando miliardario per le telecomunicazioni delle forze di polizia che aveva alimentato preoccupazioni politiche per il possibile coinvolgimento di fornitori di tecnologia “ad alto rischio” (cioè le aziende cinesi Huawei e Zte). È quanto apprende Formiche.net da due fonti aziendali a conoscenza del dossier.
Il 16 novembre scorso la commissione giudicatrice aveva pubblicato la proposta di aggiudicazione provvisoria a Telecom Italia (che ha ottenuto 99,9 punti su un massimo di 100) e un allegato riassuntivo della gara per il servizio Lte Public Safety (anche 4G e 5G) a Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia di Stato e Polizia Penitenziaria in 11 province italiane.
Ma il Tar, in data 18 novembre, ha accolto i ricorsi presentati dalle aziende escluse dalla gara, dopo la valutazione tecnica, per irregolarità, ossia Vodafone e il raggruppamento WindTre-Fastweb. Il Tribunale ha accolto l’istanza cautelare inibendo l’ulteriore corso del procedimento e fissando l’udienza per il 7 dicembre.
Come raccontato su Formiche.net, l’esclusione di WindTre-Fastweb è stata legata a “specifiche, manifeste irregolarità dell’offerta tecnica e la conseguente non conformità della medesima ai requisiti, condizioni e criteri indicati nel bando di gara”. In particolare, l’offerta non ha soddisfatto le stime attese degli degli accessori per “terminali palmari ‘rugged’ – caricabatterie multipli da tavolo” (917 offerti contro i 1.009 richiesti) e non prevedeva l’“interoperabilità con entrambi i ‘sistemi’ già in uso alle Forze di Polizia”. L’esclusione di Vodafone, invece, era arrivata alla luce di ”una manifesta irregolarità dell’offerta tecnica e la conseguente non conformità della medesima ai requisiti, condizioni e criteri indicati nel bando di gara”. Era stata accertata una “carenza del progetto di massima della ‘Provincia di Padova’”.
Se il Tar accoglierà il ricorso contro l’esclusione, il secondo grado di giudizio spetterà poi al Consiglio di Stato. E se questo confermerà la decisione di primo grado, la gara andrà rifatta. In quel caso, si ripartirebbe da zero, con 70 punti per la valutazione tecnica e 30 per quella economica da conquistare per aggiudicarsi il bando.
Come detto, la gara nei mesi scorsi aveva alimentato preoccupazioni politica. Era dovuta intervenire anche Luciana Lamorgese, ministra dell’Interno, rispondendo durante un question time alla Camera dei deputati a un’interrogazione del Partito democratico. Citando la “cornice ordinamentale” composta da Golden power e Perimetro di sicurezza nazionale cibernetica, la titolare del Viminale aveva rassicurato i deputati “circa i rischi di interferenza da loro stessi paventati”.