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Borsa Italiana, così Draghi l’ha spuntata su Parigi

Il piano industriale presentato dal consorzio paneuropeo a trazione franco-olandese, che lo scorso anno ha rilevato Borsa Italiana, mette Piazza Affari tra i suoi baricentri. A cominciare dalle sinergie con Milano, aumentate a 100 milioni nei prossimi due anni

Parigi non è padrona, quando c’è di mezzo Mario Draghi. L’Italia porta a casa il suo personalissimo dividendo in una delle partite industriali più delicate del 2020, mantenendo Milano come uno dei baricentri di Euronext, il consorzio paneuropeo delle Borse a trazione franco-olandese, fresco di fusione con Borsa Italiana, venduta nell’estate del 2020 per 4,4 miliardi dal London Stock Exchange proprio al network dei listini con base ad Amsterdam.

Il piano industriale presentato a Palazzo Mezzanotte dal ceo di Euronext, Stéphane Boujnah, che al timone di Borsa Italiana sarà affiancato dal successore di Raffaele Jerusalmi, Fabrizio Testa, parla chiaro. Piazza Affari non sarà un satellite nella galassia Euronext, ma manterrà una sua indipendenza e soprattutto una suo peso specifico all’interno del gruppo. Un modo per consentire a Milano di mantenere lo status di City finanziaria del Paese.

I timori, a dire il vero, non mancavano. Nei mesi scorsi il governo dell’ex presidente della Bce è stato messo costantemente sotto pressione da un po’ tutti i partiti, Fratelli d’Italia e Movimento Cinque Stelle in testa, preoccupati che l’ingresso di Borsa nell’orbita Euronext (formalizzata a fine 2020), potesse far sparire dalla mappa finanziaria europea Piazza Affari, azzerando l’italianità di un asset peraltro sottoposto alla normativa sul Golden power.

Timori che non si erano spenti nemmeno quando Roma aveva ottenuto la presidenza di Euronext, con Piero Novelli, ex Ubs e ben due azionisti, Cdp (7,3%) e Intesa SanPaolo (1,3%), battenti bandiera tricolore. Solo tre mesi fa alla Camera è stata depositata una mozione della maggioranza a firma M5S che impegna l’esecutivo Draghi a tutelare l’asset italiano e a preservarne la stabilità finanziaria, con particolare attenzione al Mts, il mercato dei titoli pubblici, la piazza di scambio del nostro debito sovrano.

Ma ora Boujnah sembra aver sgombrato il campo dai dubbi e dato all’Italia il peso che merita. Come? Aumentando del 67% le sinergie tra Borsa ed Euronext, che guardano al 2024, a 100 milioni di euro, rispetto quanto annunciato all’inizio dell’operazione. Di più. Oltre il 55% delle sinergie sono legate a progetti di crescita. “I costi totali di attuazione sono stimati a 160 milioni di euro, di cui 100 milioni per fare la delivery delle sinergie. La parte più rilevante dei 160 milioni è relativa allo sviluppo di opportunità di business”, ha messo in chiaro il cfo di Euronext, anch’esso un italiano, Giorgio Modica.

Ancora, Euronext affiderà tutte le attività di clearing (il processo di calcolo delle obbligazioni reciproche degli operatori contraenti che risultano dalle operazioni riscontrate per lo scambio di titoli e di denaro ma anche il processo di trasferimento dei titoli) sulla piattaforma italiana, entro il 2024, aiutando l’Unione europea a ridurre la propria dipendenza dalla borsa londinese per le attività finanziarie più importanti dopo la Brexit. L’Italia conta ancora.

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