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Lavoro, industria e formazione. Ecco di cosa si parlerà all’assemblea di Federmanager

Domani l’assise con 600 manager italiani. Dopo la relazione del presidente Stefano Cuzzilla e un video messaggio di Luigi Di Maio, prenderanno la parola la ministra Elena Bonetti e il presidente di Confindustria Carlo Bonomi. Lavoro, politica industriale e un patto tra imprese e governo

Federmanager scalda il motore in vista dell’assemblea di domani, in programma presso l’Auditorium della Conciliazione. Per la federazione dei manager italiani guidata da Stefano Cuzzilla (qui l’intervista a Formiche.net) si tratta della prima assise dall’inizio della pandemia. Non a caso lo slogan dell’evento è Anno 1, l’anno della ripartenza, in cui concretizzare una nuova politica industriale che sostenga la crescita economica, l’occupazione e il welfare, la transizione ecologica e digitale.

Ad ascoltare la relazione di Cuzzilla, alla guida della federazione dal 2015, ci saranno circa 600 manager, molti dei quali al timone delle principali aziende italiane. L’Assemblea nazionale si aprirà, alle ore 11. Porteranno il loro contributo la ministra per le Pari opportunità e la Famiglia Elena Bonetti, mentre il ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Luigi Di Maio interverrà con un video messaggio. Moderati da Ferruccio De Bortoli, interverranno poi il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, il presidente di Confapi, Maurizio Casasco e la presidente di Ania, Maria Bianca Farina. È prevista, inoltre, la partecipazione in sala del ministro della Difesa, Lorenzo Guerini.

Per quanto riguarda i temi al centro dell’assemblea, secondo quanto può anticipare Formiche.net, verrà affrontata innanzitutto la questione del patto pubblico-privato della dirigenza. Il management delle imprese industriali è pronto da tempo a sottoscrivere un accordo con tutte le altre forze istituzionali e sociali, rispondendo all’appello del presidente Draghi che ha parlato di un patto per l’Italia. E oggi per Federmanager ci sono le condizioni per una nuova politica industriale che sostenga una crescita economica robusta, occupazione, welfare, transizione ecologica e trasformazione digitale.

Altro argomento, il welfare integrativo, ovvero una intelligente sinergia tra sanità pubblica e sanità integrativa, dopo la crisi della pandemia, unita a un serio rilancio della previdenza complementare, secondo i manager unico strumento da sostenere se si vuole garantire un futuro pensionistico ai nostri giovani.

Cuore delle riflessioni, ovviamente, il lavoro. Secondo Federmanager vanno risolti i profondi divari territoriali, nelle periferie e nel Sud che ha il 20% di lavoro nero, il doppio del Nord Italia. Va messo fine al gender gap, visto che oggi in Italia lavora meno di una donna su due, nella metà dei casi con contratti part-time e con differenze salariali tra le peggiori in Europa. Ancora, le politiche attive, ovvero rafforzare la formazione dei lavoratori occupati e disoccupati e migliorare l’assegno di riallocazione.

Infine, la politica industriale e il modello economico. Qui i manager chiedono il rilancio del multilateralismo e della cooperazione come uniche risposte possibili alle sfide globali come pandemia, cambiamento climatico, lotta alla povertà. Occorre infine rivendicare il ruolo dell’Italia quale grande potenza manifatturiera e investire sulla transizione ecologica, sul cambio dei modelli industriali in senso sostenibile, sulle fonti rinnovabili. Tradotto, guai ad abbandonare settori strategici che hanno fatto del nostro acciaio il migliore d’Europa, né rinunciare alle grandi opere. Le infrastrutture, è la sintesi, servono e vanno realizzate, per ammodernare il paese e collegarlo al resto del mondo.

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