Fincantieri e Navantia hanno raggiunto un accordo che porterà, domani, alla firma di un memorandum d’intesa per rafforzare la cooperazione e valutare i vantaggi di una collaborazione in campo marittimo. Punta soprattutto ai programmi di Difesa dell’Unione europea nel settore navale, e si intreccia con la rinnovata centralità del mare per la politica di sicurezza nazionale
“Siamo molto soddisfatti di dare concretezza a un disegno non più rimandabile e di costruire un percorso di collaborazione basato su programmi importanti delle due Marine”. Così l’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, ha commentato il Memorandum of understanding (Mou) raggiunto oggi dalla società cantieristica con la corrispettiva spagnola Navantia, al fine di rafforzare la loro relazione e valutare i vantaggi di una collaborazione allargata in campo navale e marittimo. “Miriamo a rafforzare la difesa europea e ad accelerare la posizione dell’industria europea della difesa, e accordi come questo servono ad aprire la strada in questa direzione”, gli ha fatto eco il presidente del gruppo spagnolo Ricardo Domínguez.
LA COLLABORAZIONE
La firma del Mou vero e proprio avverrà domani presso lo stand Navantia alla Fiera internazionale sulla difesa e sicurezza (Feindef) di Madrid, tra il direttore generale della Divisione navi militari di Fincantieri, Giuseppe Giordo, e il presidente Domínguez. Le due società cantieristiche europee valuteranno le opportunità legate alla Marina militare italiana e all’Armada spagnola, tra cui i progetti congiunti e la partecipazione allo sviluppo dei prossimi cacciatorpediniere e di altre piattaforme navali che faranno parte della futura Forza di difesa europea. Come spiegato da Bono, “siamo da tempo convinti che per tenere testa alle sfide globali del futuro abbiamo bisogno di una robusta e durevole cooperazione a livello europeo negli ambiti della difesa e della sicurezza”.
IL PROGRAMMA EPC
L’accordo con Navantia segue d’altra parte la strada intrapresa da tempo dal Gruppo di Trieste sul tema della Difesa europea, affiancandosi al canale consolidato della collaborazione con la Francia. Insieme alla francese Naval Group e alla joint venture Navirsi, le due società stanno già collaborando sul programma European patrol corvette (Epc), a oggi la più importante iniziativa navale nell’ambito del progetto europeo Permanent structured cooperation (Pesco). A inizio ottobre la Marina militare italiana ha presieduto la riunione operativa (qui il focus) con i rappresentanti degli altri Paesi coinvolti (Francia, Spagna, Grecia e Portogallo) e delle industrie impegnate sul programma. Presente anche l’Agenzia europea per la Difesa (Eda), individuata quale framework istituzionale per la fase di definizione ed armonizzazione dei requisiti comuni.
I PIANI ITALIANI
Lo stesso ministro Lorenzo Guerini ha definito l’Epc “il programma di maggiore potenziale dal punto di vista navale”. Lo ha fatto presentando qualche settimana fa alle Commissioni Difesa di Camera e Senato le linee del Documento programmatico 2021-2023 del suo dicastero. Sul fronte navale, il Dpp prevede l’ingresso nella copertura finanziaria l’acquisizione di nuovi cacciatorpediniere (Ddx), con una previsione di quasi 1,9 miliardi fino al 2035 (due milioni nel 2021) per dotare la Marina di due unità in sostituzione di Nave Mimbelli e Nave Durand de la Penne. Ci sono anche 2,5 milioni nel 2021 (circa 400 milioni fino al 2035) per il Programma di acquisizione di due unità d’altura (Lls) in sostituzione delle unità logistiche in linea più obsolete. Tre milioni complessivi copriranno invece la prima fase di studio del programma “Nuove unità anfibie”. Fino al 2027 si prevedono 170 milioni (a partire da un milione l’anno prossimo) per l’ammodernamento di mezza vita dei cacciatorpediniere di classe Doria.
LA CENTRALITÀ DEL MARE
Alla base c’è la consapevolezza della rinnovata centralità del mare e del “Mediterraneo allargato”, area d’interesse prioritario per la sicurezza e la difesa del Paese. Lo ha spiegato la scorsa settimana, a bordo della portaerei Cavour, l’ammiraglio Enrico Credendino, alla sua prima uscita pubblica dopo la designazione da parte del Consiglio dei ministri a prossimo capo di Stato maggiore della Marina militare. “Vogliamo lavorare insieme alla collettività per ricordare a tutti che l’Italia è un Paese marittimo, la cui sicurezza e il cui benessere sono strettamente legati al mare”, ha detto l’ammiraglio. Tra due giorni prenderà il posto di Giuseppe Cavo Dragone, già nominato prossimo capo di Stato maggiore della Difesa.