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Quale Spazio tra Roma e Parigi? Ecco cosa dice il trattato

In conferenza stampa a Villa Madama, Draghi e Macron hanno annunciato un nuovo accordo dedicato alla cooperazione spaziale. Il testo non è ancora pubblico, ma si attendono chiarimenti sui rapporti bilaterali e, soprattutto, sul delicato tema dei lanciatori. I negoziati sono stati “intensi”, ha detto il premier italiano. L’accordo ha “portata storica”, ha aggiunto il presidente francese

“Proprio mentre stamattina firmavamo il trattato si è concluso un accordo di cooperazione in tema di spazio tra Italia e Francia, frutto di un negoziato intenso che ha portato a un risultato di successo”. È così che Mario Draghi, in conferenza stampa accanto ad Emmanuel Macron, ha annunciato oggi la novità spaziale tra Roma e Parigi, a corredo del Trattato del Quirinale (qui i dettagli). “È un accordo importante che darà un nuovo impulso alla tale industria, così importante per le nostre attività civili e militari, e offrirà chiarimenti nel campo dei lanciatori fino ai nuovi progetti”, ha aggiunto il presidente francese.

Il testo dell’accordo specifico non è ancora pubblico, ma intanto qualche indicazione arriva dal Trattato stesso, che dedica al settore il suo settimo articolo. Come per la Difesa, le indicazioni appaiono qui piuttosto ampie. “Le Parti riconoscono l’importanza della loro cooperazione bilaterale nella costruzione dell’Europa dello Spazio, che costituisce una dimensione chiave dell’autonomia strategica europea e dello sviluppo economico dell’Europa”. Inoltre, “favoriscono il coordinamento e l’armonizzazione delle loro strategie e attività nel campo dell’esplorazione e dell’utilizzo dello Spazio extra-atmosferico a fini pacifici e dell’accesso autonomo allo spazio da parte dell’Europa”.

Di più: “Al fine di migliorare le loro capacità di operare congiuntamente nello Spazio, le Parti sviluppano e promuovono la cooperazione bilaterale a livello industriale, scientifico e tecnologico, in particolare nel quadro dell’Unione europea e dell’Agenzia spaziale europea”. Evidente la prospettiva continentale. “Attraverso la loro cooperazione, le Parti mirano a rafforzare la strategia spaziale europea e a consolidare la competitività e l’integrazione dell’industria spaziale dei due Paesi”. Per quanto riguarda il settore dell’accesso allo Spazio, Italia e Francia “sostengono il principio di una preferenza europea attraverso lo sviluppo, l’evoluzione e l’utilizzo coordinato, equilibrato e sostenibile dei lanciatori istituzionali Ariane e Vega”, come già definito nelle sede europee. Inoltre, “le Parti riaffermano il loro sostegno alla base europea di lancio di Kourou, rafforzando la sua competitività e la sua apertura”. Inoltre, c’è l’intenzione a “incoraggiare e sviluppare la cooperazione industriale nel settore dell’esplorazione, dell’osservazione della terra e delle telecomunicazioni, della navigazione e dei relativi segmenti terrestri”.

Nel Programma di lavoro allegato al Trattato del Quirinale c’è qualche indicazione in più. Tra le direttici individuate, Italia e Francia si impegnano ad “amplificare in maniera equilibrata e sostenibile la collaborazione bilaterale nel campo del trasporto spaziale, così come in quello della progettazione e fabbricazione dei satelliti, con una particolare attenzione alle ricadute e ai servizi per l’area del Mediterraneo e il continente africano, in particolare nel quadro dei programmi spaziali dell’Esa e dell’Unione europea”. Si impegnano inoltre ad “adoperarsi per lo sviluppo e l’evoluzione dei programmi Ariane e Vega, coerentemente con il principio di preferenza europea per il lancio di satelliti istituzionali nazionali ed europei e con l’obiettivo di strutturarli e di renderli maggiormente competitivi, così come di sviluppare in modo coordinato nuove alleanze europee nel settore dei lanciatori in linea con gli accordi in vigore”. C’è poi l’impegno a “promuovere una collaborazione istituzionale e industriale mutualmente vantaggiosa nel settore dell’accesso allo spazio, in particolare per la propulsione solida e liquida”.

Maggiori dettagli arriveranno dall’accordo specifico, frutto di un “negoziato intenso”, come ha tenuto a precisare Draghi. Intanto, da Bruxelles (Consiglio Ue sulla Competitività) è arrivato il commento del ministro Vittorio Colao, che ha la delega per il settore:  “Siamo molto soddisfatti per l’accordo raggiunto con la Francia sullo Spazio, in particolare sui lanciatori; Italia e Francia condividono una visione strategica del settore per l’Europa; l’Italia torna protagonista grazie ai fondi nazionali e al Recovery plan in quest’area e abbiamo deciso di collaborare su alcuni aspetti importanti come i motori per i lanciatori ma anche alcune ottimizzazioni industriali”. Inoltre, “Italia e Francia sono pilastri della strategia Ue nello Spazio; servono asset importanti e l’accordo sui lanciatori è molto importante perché mette le basi per i prossimi dieci anni di lavoro insieme”.

A fine luglio, il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e il ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire si erano sentiti telefonicamente per parlare della collaborazione in campo spaziale, con attenzione particolare ai futuri lanciatori europei. Il colloquio seguiva l’incontro di marzo a Roma, al Mise, quando il ministro transalpino aveva portato sul tavolo del collega italiano il piano di Parigi per una strategia europea sul tema dell’accesso allo Spazio. “La nostra industria non può essere oggetto di politiche predatorie rispetto alla tecnologia di cui disponiamo”, aveva detto a margine del vertice Giorgetti.

I transalpini cercano da tempo di guidare il rinnovato sforzo dell’Ue nel campo dei vettori extra-atmosferici, lavorando per far convergere su questo Italia e Germania. E così, nell’occasione del vertice di marzo si è dato il via al tavolo congiunto italo-francese, con l’obiettivo di coinvolgere anche i tedeschi su “una strategia comune sul futuro dei lanciatori europei”. A metà luglio, prima di risentire Giorgetti, Le Maire aveva lavorato sul fronte tedesco, ricevendo a Parigi il collega Peter Altmaier e firmando con lui un accordo sul tema dell’accesso allo Spazio, esplicitando l’obiettivo di raggiungere un’intesa in sede Esa sul futuro lanciatore francese Ariane 6, considerando l’attivismo dell’industria di Berlino sui micro-lanciatori, lanciabili in prospettiva da nord Europa o Azzorre, come spiegava su queste colonne l’esperto Marcello Spagnulo. “Non darò maggiori dettagli prima di averne discusso con nostri partner italiani e europei”, spiegava Le Maire, aggiungendo che “la cooperazione sui lanciatori, e in particolare sui micro-lanciatori, è molto interessante per il futuro a preferenza europea sui satelliti”. In particolare, il ministro francese notava che “la relazione con l’Italia è costante, amichevole e vogliamo che sia parte del nostro accordo sullo Spazio”.

L’Italia ha un chiaro interesse a seguire la questione, perseguendo quel “tavolo a tre gambe” su cui ha lavorato Bruno Tabacci prima del passaggio della delega spaziale a Vittorio Colao. Si tratta in teoria di limitare gli allunghi francesi e di ri-equilibrare i rapporti di forza, preservando il ruolo e le eccellenze della Penisola. Il tema è delicato. Oltre la possibile competizione interna su lanciatori europei, la sfida maggiore è la competizione con i campioni americani (SpaceX in testa) e con l’ascesa cinese.

Nel complesso, tra Italia e Francia i rapporti spaziali sono storici, particolarmente evidenti nella Space Alliance, nata nel 2005, con due joint venture sorelle a percentuali di partecipazione invertite tra Thales e Leonardo: Thales Alenia Space e Telespazio. L’alleanza si configura come partnership strategica tra i due principali gruppi industriali di Italia e Francia, frutto di una scelta che, quantomeno sul fronte dell’integrazione europea, ha anticipato i tempi. Lato governance, il momento europeo è delicato, considerando l’accresciuto ruolo dell’Ue in tema di Spazio e la definizione dei rapporti con l’Esa. Nel frattempo va avanti il grande progetto lunare, guidato dagli Stati Uniti, su cui l’Italia ha ambizioni notevoli, potendo vantare lo storico rapporto privilegiato con Washington.

Nel complesso, la Francia considera da tempo lo Spazio un settore di punta della sua proiezione internazionale. Un paio di settimane fa, per superare le turbolenze provocate dall’Aukus e dalla crisi dei sottomarini, la vice presidente Kamala Harris e il presidente Emmanuel Macron hanno annunciato da Parigi l’avvio di un dialogo bilaterale “comprehensive” per il settore spaziale. Le prospettive aperte sono numerose e tutte da scoprire, considerando l’integrazione dell’industria italiana con quella francese, nonché il rapporto tra Roma e Washington.



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