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Tim tra fondi, francesi e interesse nazionale. Così si muove il Copasir

Giovedì in audizione c’è il ministro Giorgetti, che fa parte del super-comitato allestito da Palazzo Chigi. Intanto, i membri della commissione sulla sicurezza prendono posizione. Il presidente Urso (FdI) nei giorni scorsi aveva detto: “È necessario sviluppare pure una politica nazionale, tecnologica e industriale”. Per Borghi (Pd) serve un’intelligence economica. Dieni (M5S) evoca il ritorno dell’ex monopolista nelle mani dello Stato. Vito (FI): “Siamo adeguatamente tutelati dalle nostre normative interne, come quella del golden power”

Nella partita su Tim, con l’offerta del fondo statunitense Kkr (che è già azionista con il 37,5% di FiberCop) e il malessere della francese Vivendi di Vincent Bolloré, scende in campo anche il Copasir. Il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica ha in agenda per giovedì un incontro con Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico e membro del super-comitato convocato dalla presidenza del Consiglio dei ministri per analizzare la questione e di cui fanno parte altri due ministri (quello dell’Economia, Daniele Franco, e quello dell’Innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao), Franco Gabrielli, sottosegretario con delega ai servizi segreti, più la task force di tecnici ed esperti di Palazzo Chigi capitanata dal sottosegretario alla presidenza Roberto Garofoli.

Toccherà al super-comitato di Palazzo Chigi evitare che l’opa di Kkr su Tim “rientri nella lunga serie delle occasioni perdute dal nostro Paese”, scrive il Corriere della Sera. E lo stesso quotidiano, evidenziando che Vivendi ha fatto sapere di essere pronto a collaborare con il governo italiano, “ai più attenti osservatori non è sfuggito il fatto che questi sono anche i giorni che precedono la firma dell’importante Trattato del Quirinale tra Italia e Francia”. Dalle poche anticipazioni, l’intesa riguarderà diversi aspetti, tra cui la collaborazione in campo economico. Il Corriere sottolinea che, pur avendo Bolloré “lanciato una televisione che ha dichiaratamente messo nel mirino l’attuale presidenza” di Emmanuel Macron, “la Francia è abituata a muoversi come un sistema”. Poi aggiunge: “Il fatto che anche l’Eliseo sarebbe stato informalmente messo a conoscenza dell’operazione di Kkr, potrebbe preludere all’analoga neutralità del governo italiano”.

Come si muoverà il governo italiano? Il ministro dell’Economia ha spiegato che vincolerà la sua decisione agli investimenti sulle infrastrutture previsti del Pnrr e alla salvaguardia e alla crescita dell’occupazione. L’esecutivo è pronto a esercitare eventualmente i poteri speciali per tutelare la rete, asset strategico per la sicurezza nazionale, inclusa quella internazionale custodita dentro Sparkle, controllata di Tim?

L’audizione di Giorgetti, già programmata dalla scorsa settimana, si preannuncia dedicata quasi interamente proprio alla questione Tim. Sulla quale, nelle ultime ore, hanno detto la loro alcuni esponenti del Copasir.

Il presidente Adolfo Urso, senatore di Fratelli d’Italia, ha rilasciato nei giorni precedenti all’offerta di Kkr un’intervista al Sole 24 Ore che, letta oggi, appare quasi profetica. Ricordando alcuni recenti sviluppi come il Perimetro di sicurezza nazionale cibernetica, l’estensione dell’ambito di copertura del golden power e l’Agenzia nazionale per la cybersicurezza, ha dichiarato: “È, però, necessario sviluppare pure una politica nazionale, tecnologica e industriale, che consenta all’Italia di meglio valorizzare le sue imprese e la sua posizione strategica nel Mediterraneo come asse di collegamento tra il Continente europeo, il bacino Atlantico con i due Continenti del futuro: Asia e Africa. Abbiamo la tecnologia e le aziende e la posizione geografica e geopolitica per svolgere un ruolo importante, con una strategia statale che in questo campo non può assolutamente mancare”. Ed evocando quanto riferito dal presidente del Consiglio Mario Draghi alla Camere, ha aggiunto: “‘Lo Stato deve essere presente sulla frontiera tecnologica’. Di questo si tratta. Del futuro del Paese, non solo delle imprese”.

Per Federica Dieni, vicepresidente del comitato ed esponente del Movimento 5 Stelle, la soluzione migliore sarebbe un ritorno di Tim nelle mani dello Stato. “La sicurezza di un Paese passa sopratutto attraverso le telecomunicazioni, il governo segue con attenzione, sono convinta che la cosa migliore per noi sarebbe ripubblicizzare la compagnia”, ha scritto su Twitter.

Enrico Borghi, responsabile sicurezza del Partito democratico, è intervenuto sulla questione con un articolo su Formiche.net, sottolineando che la guerra economica odierna si fa “acquisendo asset privilegiati di un Paese” e che ciò implica per l’Italia un’“assoluta emergenza di una intelligence economica”. “Non disporre di uno strumento specifico in questo contesto significa essere ciechi nel momento in cui il sole illumina il mondo”, ha sostenuto. Il caso Tim-Kkr è soltanto un esempio, ha osservato, ricordando l’“impennata di quasi dieci volte in quattro anni investimenti diretti esteri provenienti dalla Cina” e “l’attivismo francese nel comparto bancario, finanziario e assicurativo”. Settori strategici come energia, finanza ed economia, spazio cibernetico, aerospazio e industria della difesa, pilastri su cui si snoda la sicurezza nazionale, “devono essere ricondotti a una ‘Strategia della sicurezza nazionale’, preliminare e precettiva per ogni scelta di settore, perché ciò che accade all’interno di questi comparti tocca da vicino la vita di tutti noi, come singoli e come comunità”, ha aggiunto Borghi. “Facciamolo ora. Perché poi sarà tardi!”, ha concluso.

Secondo Elio Vito, deputato di Forza Italia al Copasir, “è evidente che in questa vicenda sono in ballo grossi interessi nazionali, non solo economici”, ha spiegato a Formiche.net. “Sul rinnovato intervento di fondi americani non avrei particolari perplessità, perché siamo già adeguatamente tutelati dalle nostre normative interne, come quella del golden power. Mentre più complessi possono essere i profili che riguardano potenziali conflitti di interesse e tra settori contigui di azionisti italiani ed europei, pure su questi aspetti comunque ci sono le nostre competenti autorità a vigilare”, ha aggiunto.

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