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Dialogo sul filo (spinato). La missione a Mosca di Karen Donfried

Una missione di tre giorni tra Kiev, Mosca e Bruxelles. Karen Donfried, vicesegretaria di Stato americana e tra le diplomatiche più esperte di Russia, parte alla volta del Cremlino per spegnere la polveriera Ucraina. Dagli accordi di Minsk al Formato Normandia, le distanze restano siderali

Dietro l’escalation, il dialogo. Stati Uniti e Russia si parlano per evitare uno scontro armato lungo il confine ucraino. Raffreddare le tensioni, tracciare linee rosse. Questa la missione di Karen Donfried, vicesegretaria di Stato americana partita alla volta di Kiev e Mosca per una visita di due giorni. Incontrerà “alti ufficiali” per “discutere lo schieramento militare della Russia” e “ribadire l’impegno degli Stati Uniti per la sovranità, l’indipendenza e l’integrità territoriale dell’Ucraina”, si legge in una nota di Foggy Bottom.

Donfried, già presidente del think tank German Marshall Fund, è la responsabile degli Affari europei del Dipartimento di Stato e una delle più rodate diplomatiche esperte di Russia, con un passato nell’intelligence. A inizio novembre ha accompagnato a Mosca il direttore della Cia William Burns. Allora il menu prevedeva una serie di incontri incentrati sulla minaccia del terrorismo jihadista. Un mese dopo il menu è cambiato.

Il raduno di 170.000 soldati russi a poche decine di chilometri dal confine orientale ucraino può essere il preludio di un’invasione militare, avvisa l’intelligence Usa. Se così sarà, “ci saranno enormi conseguenze e gravi costi”, hanno dichiarato in coro domenica i ministri degli Esteri del G7 riuniti a Liverpool.

Tra dialogo e deterrenza gli Stati Uniti e la Nato cercano di scongiurare lo scenario bellico. A spegnere le tensioni non è bastata la video-telefonata tra i presidenti Joe Biden e Vladimir Putin. Preoccupa l’escalation retorica da parte russa. La scorsa settimana in un discorso pubblico Putin ha paragonato il controllo ucraino di una parte del Donbas a “un genocidio”. Domenica sera Dmitry Kiselov, noto presentatore e giornalista russo conosciuto come fedele “portavoce” della linea del Cremlino, ha tenuto sulla tv pubblica un lungo monologo contro la Nato e le sue presunte mire espansionistiche ad Est.

In questo clima le rispettive diplomazie cercano un compromesso. Si parte dai fondamentali. Nella sua visita a Mosca Donfried, che il 15 dicembre sarà a Bruxelles per riferire agli alleati della Nato, “sottolineerà che possiamo fare progressi diplomatici sulla fine del conflitto in Donbas attraverso l’implementazione degli accordi di Minsk e il sostegno al Formato Normandia”. La strada resta in salita. Gli accordi di Minsk, firmati nel febbraio del 2015 nella capitale bielorussa tra Francia, Germania, Russia e Ucraina alla presenza di rappresentanti dell’Osce, prevedono una serie di impegni per il cessate-il-fuoco nel Donbas e nelle altre aree colpite dal conflitto, l’assistenza umanitaria, la demilitarizzazione della regione.

A distanza di quasi sette anni molte di queste rimangono inattuate. È il caso della previsione del ritiro di “tutte le formazioni militari estere, l’equipaggiamento militare e i mercenari”. La Russia infatti nega di avere una sua presenza militare nelle aree contese di Donetsk e Luhansk e non riconosce come proprie le truppe sul campo. Da parte americana ci sono dubbi sull’effettiva disponibilità del Cremlino a rispettare gli accordi. A luglio scorso un saggio di Putin, “Sull’unità storica dei russi e degli ucraini”, è diventato un manifesto del revisionismo storico russo, negando di fatto la stessa legittimità della sovranità ucraina.

A Mosca, fa sapere il Dipartimento di Stato, Donfried “sentirà cosa hanno da dire i russi” sulla sicurezza degli alleati europei ma “non decideremo nulla senza di loro”. Di qui l’ultima tappa a Bruxelles, dove potrebbero essere invitati anche i Paesi Osce. Non ci sono conferme invece su un possibile incontro tra il Segretario di Stato Antony Blinken e il segretario del Consiglio di sicurezza russa Nikolay Patrushev a Giacarta, Indonesia, dove entrambi sono in missione all’interno di un tour nel Sud-Est asiatico.


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