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Recuperato l’F-35 Uk caduto nel Mediterraneo. Arrestato un marinaio

La Difesa britannica ringrazia Italia e Stati Uniti per i sette giorni di lavoro “concluso con successo”. In manette il militare che aveva diffuso il video dell’incidente. Ecco dove si trova ora il jet

Con i ringraziamenti agli alleati Italia e Stati Uniti “per il loro supporto”, il ministero della Difesa britannico ha annunciato di “aver concluso con successo” le operazioni di recupero dell’F-35B precipitato oltre nel Mediterraneo a metà novembre, pochi istanti dopo la partenza dalla HMS Queen Elizabeth per un’operazione di routine.

Come riporta Sky News, per recuperare il jet da 100 milioni di euro, finito oltre un miglio sott’acqua, sono serviti sette giorni di operazioni top secret. Fonti della Difesa britannica si sono dette “piacevolmente sorprese” della rapidità del recupero e “fiduciose” che la strumentazione dell’F-35 non sia stata compromesso.

La missione degli equipaggi britannici, italiani e statunitense era recuperare il relitto evitando che parti sensibili come radar e sensori cadessero in mani nemiche. Dopo l’incidente Tobias Ellwood, ex capitano della Riserva oggi presidente della commissione Difesa della Camera dei Comuni per il Partito conservatore, aveva avvisato: “Sia la Russia sia la Cina impegneranno anche risorse sottomarine sperando di recuperare componenti stealth e sensori fondamentali che potrebbero aiutare la loro comprensione di come affrontare l’aereo in combattimento”.

Il jet era caduto in mare senza mai alzarsi in volo. Lo sappiamo grazie a un video di 16 secondo trapelato e diventato virale sui social network. Quel filmato, girato con un telefonino inquadrando lo schermo di un computer, sembra essere stato diffuso da un marinaio della portaerei che nei giorni scorsi è stato arrestato e portato nel Regno Unito. Secondo i media britannici non rappresenta una minaccia per la sicurezza vista la bassa qualità. È, invece, una macchia sul lungo viaggio della HMS Queen Elizabeth (su cui Formiche.net è stata a giugno in occasione del suo attracco in Sicilia, il primo dopo la partenza da Portsmouth, intervistando il ministro della Difesa britannico Ben Wallace) capitato a poche settimane dal suo rientro in patria dopo sette mesi di navigazione alla testa del Carrier Strike Group verso l’Estremo Oriente.

Non è chiaro cosa abbia causato lo schianto, scrive Sky News. La teoria più accreditata appare essere quella di un elemento, per esempio una copertura di plastica per la pioggia, risucchiata nel motore dell’aereo. La testata britannica spiega che il relitto sarà portato in una base navale nel Mediterraneo. Non sono state fornite ulteriori informazioni ma le fonti hanno detto che questa base appartiene a un “alleato”.

Vuoi perché l’Italia ha partecipato al recupero. Vuoi perché italiano è stato il primo attracco della portaerei dalla sua partenza. Vuoi perché a bordo dell’F-35B c’è tecnologia del colosso italiano Leonardo. Vuoi perché sono sempre più frequenti le esercitazioni congiunte tra Italia, Regno Unito e Stati Uniti. Vuoi tra Foggia e Grottaglie ci sono gli F-35 di Aeronautica e Marina italiane. I nostri two cents li mettiamo sull’Italia.

(Foto: UK MOD)

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