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Nagel, chi è il (mezzo) falco che guiderà la Buba nel segno di Weidmann

A fine anno Joachim Nagel prenderà le redini della banca centrale tedesca. L’inflazione in Germania corre come non mai e anche nel resto d’Europa non si scherza. La continuità con il falco Weidmann è garantita e questa non è una buona notizia per Christine Lagarde

Forse è presto per dire se sarà un falco, come lo era il suo predecessore, quel Jens Weidmann entrato troppe volte in rotta di collisione con la Banca centrale europea e la sua politica monetaria ultra-accomodante. Ma Joachim Nagel, l’economista tedesco scelto dal neo cancelliere Olaf Scholz per guidare la più importante banca centrale del Vecchio Continente, la Bundesbank, parte all’insegna della continuità con il passato.

Della serie, massima attenzione ai prezzi, in piena impennata (+4,9% l’inflazione di novembre nell’Eurozona). Di certo, almeno per il momento, c’è che si tratta di una delle prime nomine importanti del cancelliere socialdemocratico da poco salito al potere a capo di una coalizione con i Verdi e i liberali della Fdp. Prendere il testimone di Weidmann, portavoce del malessere delle banche tedesche verso Christine Lagarde e le sue scelte, non sarà un gioco facile.

La nomina di Nagel arriva in un momento di tensione per la Bundesbank, mentre l’inflazione è salita in Germania a più del 5%, sopra la media della zona euro, e ben al di sopra dell’obiettivo del 2% della Bce. E pensare che si parla della Germania, un paese ossessionato dalla stabilità dei prezzi e dove la Bundesbank una volta era venerata per la sua implacabile lotta contro l’inflazione. Ma chi è Joachim Nagel?

Economista di 55 anni, Nagel è già stato in Bundesbank tra il 1999 e il 2016 e negli ultimi sei di quei 17 anni di esperienza ha fatto parte della presidenza dell’istituto, dal 2010 al 2016 in sostituzione del dimissionario Thilo Sarrazin. Nel 2017 è passato al consiglio di amministrazione della banca di sviluppo statale Kreditanstalt für Wiederaufbau (KfW), la Cassa e Depositi e Prestiti teutonica, per poi approdare nel 2020 alla Bri, la Banca dei regolamenti internazionali.

E sembra che lo stesso Weidmann si sia già speso in elogi verso il suo successore, sottolineandone la “determinazione” e la “capacità di comunicazione” e “conoscenza approfondita dei mercati finanziari” quando ha lasciato la banca centrale per entrare nel consiglio della KfW, incarico che ha detenuto per quattro anni. Insomma, pare proprio che nei lunghi anni trascorsi ai vertici della Bundesbank Nagel si sia garantito quell’”odore di stalla” come dicono i tedeschi, che scongiurerà malumori interni, anche se qualche frizione con Francoforte è da metterla nel conto fin da ora.

Della sue idee si conosce poco, soprattutto sul versante monetario. E forse non è una buona notizia. Secondo il Financial Times, “le idee di Nagel sulla politica monetaria sono poco conosciute, ma la stampa tedesca ricorda invece che, in qualità di rappresentante della Bundesbank, Nagel aveva criticato gli acquisti di obbligazioni da parte della Bce, che non è certo in odore di tapering, al contrario della Fed. Esattamente come ha quasi sempre fatto il presidente uscente Weidmann. Di successione naturale ha parlato anche Carsten Brzeski, economista di Ing, per il quale la Bundesbank ha guadagnato un successore “formato internamente”, che dovrebbe “assumere la posizione del signor Weidmann come guardiano di una politica monetaria più conservatrice”. Christine Lagarde, comunque, si è congratulata su Twitter. Ma forse è solo protocollo.

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