Un video della propaganda cinese postato dall’agenzia di Stato Xinhua scimmiotta James Bond e rigira le accuse di Londra: sono Usa e Uk a spiare i cellulari cinesi. Su twitter risponde “C”, il capo delle spie dell’MI6 Richard Moore, e ringrazia…
“Il mio nome è Pond. James Pond”. La “Guerra Fredda” tra Cina e Occidente si scalda anche sul fronte della propaganda. Un battibecco inedito ha visto coinvolti due giorni fa il capo delle spie inglesi Richard Moore, direttore dell’agenzia di intelligence MI6, e l’agenzia stampa di Stato cinese Xinhua.
Al centro del botta e risposta un video postato su Twitter dall’emittente per rispondere alle accuse, mosse da Moore fin dal suo insediamento ai vertici degli 007 inglesi, contro la “minaccia cinese”. Un siparietto interpretato da due attori cinesi vede discutere “James Pond” e “Black Window”, improbabili repliche dell’iconico personaggio del cinema James Bond, agente dell’MI6, e Black widow, l’agente segreta russa nei film della Marvel.
Thank you for your interest (and the unexpected free publicity!). For those able to access the link, you can read the full speech here: https://t.co/sXZiTMzJc4
— Richard Moore (@ChiefMI6) January 5, 2022
Tra un flute di champagne e l’altro in una suite d’hotel, i due leggono ad alta voce un presunto “dossier” contro i “crimini” del governo cinese: spionaggio, intercettazioni, propaganda. Salvo scoprire un attimo dopo che il dossier non parla della Cina, ma degli Usa. La gag, intitolata “No time to die laughing” (“Non è tempo di morire dal ridere”) sulla scia dell’ultimo film della saga con Daniel Craig, stigmatizza le accuse dell’intelligence americana contro Pechino, dalle backdoor nei telefoni Huawei alla “messinscena della trappola del debito”, per ribaltarle contro il rivale americano. L’agente Pond finisce infatti per scoprire che il suo telefono è da tempo sotto sorveglianza della Cia, con buona pace della “special relationship” tra Stati Uniti e Regno Unito.
Di video del genere è piena la propaganda dei media di Stato cinesi. Non capita spesso però che il numero uno dell’MI6, nome in codice “C”, decida di rispondere su twitter. “Grazie per il vostro interesse, e l’inaspettata pubblicità gratis!”, ha scritto Moore ritwittando il filmato di Xinhua. Sotto, “C” ha allegato il testo del suo discorso di insediamento all’Istituto internazionale degli studi strategici (Iiss) a ottobre, in cui ha definito la Cina “la singola priorità più grande per l’MI6”.
La direzione di Moore si è dimostrata da subito molto assertiva nei confronti di Pechino, che il capo degli 007 di Sua Maestà ritiene responsabile della “trappola dei dati”: “Se permetti a un altro Paese di ottenere l’accesso a dati veramente critici sulla tua società, nel tempo questo eroderà la tua sovranità, non avrai più il controllo su quei dati”. I rapporti tra Regno Unito e Cina vivono un periodo di turbolenza. Nel 2020 il governo di Boris Johnson ha decretato il bando di Huawei dalla rete 5G del Paese a partire dal 2027, scatenando l’ira della Città Proibita.
Il duello a suon di cinguettii con il capo dell’MI6 è proseguito. “Immaginiamo che, essendo una spia professionista, tu sappia distinguere la verità da tutte le bugie sulla Cina”, ha twittato Xinhua. Questa volta però nessuna risposta. “C” è tornato al silenzio, e al lavoro…
We guess, being a professional spy, you can tell the truth from all the lies about China. And btw, openness means being honest with the public.
— China Xinhua News (@XHNews) January 6, 2022