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Lo spazio europeo secondo Breton. L’analisi di Spagnulo

Go fast. Questo è il motto lanciato dal commissario dell’Ue Thierry Breton, intervenuto alla European space conference a Bruxelles. L’obiettivo: un’Europa combattiva e aggressiva nello spazio. Posizione che coincide con gli interessi di Parigi ma non necessariamente con quello degli altri Paesi Ue. L’opinione di Marcello Spagnulo, ingegnere ed esperto aerospaziale

Si è tenuta a Bruxelles la European space conference, un evento patrocinato da istituzioni comunitarie, industrie e associazioni di categoria. Il key-speaker è stato il commissario dell’Ue al Mercato interno, difesa, industria e spazio, il francese Thierry Breton che ha tenuto il discorso inaugurale. “Il settore spaziale sta subendo una profonda trasformazione nel mondo – ha dichiarato – l’Europa è in piena espansione, con nuovi operatori privati che stanno cambiando il modello di business, integrando grandi industrie, Pmi ed ecosistemi digitali. Bisogna liberare questo potenziale e il 2022 sarà l’anno di svolta”. Come scriviamo già da tempo, la governance europea dello spazio è diretta sempre di più dalla Commissione di Bruxelles e quindi il discorso di Breton assume una valenza politica importante. Pochi ma significativi gli spunti della sua relazione.

I sistemi satellitari

In primo luogo, consolidare i due sistemi satellitari già esistenti: Copernicus, per l’osservazione della Terra, e Galileo, per il posizionamento e la navigazione. Per il primo si starebbe valutando di includere nuovi sensori a uso duale sui futuri satelliti, mentre sul secondo l’Ue ha già preso pieni comandi. L’anno scorso l’Esa, agendo per conto della Commissione, ha assegnato un miliardo e mezzo di euro a Thales Alenia Space e Airbus D&S per il primo lotto di satelliti di seconda generazione. Ora ci sarà da rinnovare il contratto per le operazioni e qui c’è un primo punto di attenzione per il governo italiano, perché dopo il blackout nel 2019 dei 26 satelliti attribuito a un incidente nell’infrastruttura di terra, la gestione è passata alla neocostituita Euspa, l’agenzia Ue per i programmi spaziali. L’ente operativo appaltatore è il consorzio Spaceopal (joint venture tra Telespazio e GfR, una controllata dell’agenzia spaziale tedesca DLR) e poiché l’Italia ha investito molto nel passato in questo settore, bisognerà vigilare perché gli investimenti fatti vengano preservati.

Il trasporto spaziale

Altro tema sollevato da Breton è stato quello del trasporto spaziale: “Gli standard per i lanciatori sono oggi in corso di ridefinizione al di fuori dell’Europa e dobbiamo chiederci, osservando ciò che avviene nel mondo, se il nostro approccio attuale ci porterà con successo al 2050; io ne dubito fortemente”. Per affrontare questa criticità la Commissione vuole creare una European launcher alliance che assicuri una tabella di marcia condivisa per i futuri lanciatori. Ma intanto Parigi si muove su più fronti. La sua agenzia spaziale Cnes inaugura insieme all’Esa uno Space launchers hub e apre un bando pubblico per aprire la base di lancio di Kourou a operatori privati (per esempio le nuove start up tedesche), mentre l’industria franco-tedesca ArianeGroup presenta un progetto per un piccolo vettore riusabile, Maia. E qui un altro punto di attenzione per il governo italiano, dato che per il lanciatore Vega si prospetta un terreno minato da una concorrenza sia internazionale che europea.

Il pacchetto spaziale dell’Ue

Breton ha poi ribadito di voler avviare al più presto due nuovi programmi che costituiranno il nucleo del “pacchetto spaziale” dell’Ue: lo Space traffic management e una nuova costellazione satellitare per comunicazioni sicure, crittografate con chiave quantistica. Il commissario considera questi progetti degli assetti per la sicurezza e difesa e ciò significa che la loro ragion d’essere non è tanto commerciale quanto di autonomia strategica. Infatti, se tutto andrà secondo i piani, i satelliti europei saranno pronti quando le costellazioni Starlink, Oneweb e Kuiper (e quelle cinesi) avranno già monopolizzato il mercato. Per inciso, il governo di Pechino ha appena presentato una richiesta all’International telecommunication union per lanciare 13mila satelliti in orbita bassa. Ironicamente, c’è da rilevare la contraddizione per cui in Europa tutti si dicono preoccupati per il rischio di affollamento delle orbite con il conseguente pericolo di collisioni tra satelliti ma nel contempo l’Ue progetta di lanciarne a centinaia non migliorando la situazione globale.

Il fondo Cassini

Breton ha poi annunciato la costituzione di un fondo da un miliardo di euro, Cassini, quale leva finanziaria a integrazione dei finanziamenti comunitari con gli strumenti erogati dall’European investment bank e dall’European investment fund. In questo modo l’Ue prova ad attrarre i fondi di venture capital verso le Pmi e le start up che sviluppano tecnologie spaziali e servizi digitali che usano dati satellitari.

Un dominio militare

Infine, il commissario Ue ha posto un forte accento sull’urgenza di condividere una strategia spaziale di difesa e sicurezza: “L’Europa deve difendere i suoi interessi e deve rivendicare la sua libertà di operare (militarmente, n.d.r.) nello Spazio”. La componente militare è il vero tema cruciale per le future tecnologie spaziali sia per gli intrinseci aspetti geopolitici e sia per le conseguenti ricadute commerciali, quelle cioè in grado di dare il ritorno sull’investimento anche dei fondi privati.

Gli interessi francesi

E qui è Parigi a voler guidare le danze. Nel 2019 il ministero della Difesa francese, in linea con la strategia spaziale nazionale transalpina, ha creato a Tolosa un comando interforze che si è poi integrato nel Combined space operations (Cspo), sotto l’egida dello Space command statunitense. Il fatto che ora il commissario Breton proponga una strategia europea per “affrontare le minacce, stabilire a medio e lungo termine un vero comando spaziale europeo e difendere i propri interessi nello Spazio e sulla Terra”, trova pieno e coordinato supporto nell’azione politica di Parigi.

Parigi accelera, e Roma?

Lo scorso 31 gennaio a Brest alla riunione informale dei ministri della Difesa, Florence Parly ha confermato che l’obiettivo della presidenza di turno francese dell’Ue sarà quello di dare concretezza operativa allo Strategic compass per rafforzare l’Europa nel settore della difesa e della sicurezza. Stiamo quindi per assistere a un’accelerazione, da parte dell’Eliseo, anche sul dossier spazio con vertici specifici tra i titolari dei diversi stati membri dei dicasteri interessati. Si tratta di un tema geopolitico che avrà impatti strategici e industriali per il nostro Paese e che non solo il governo, ma anche il parlamento, dovrebbe adeguatamente esaminare e valutare. Speriamo ve ne sia consapevolezza.

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