Il summit dei prossimi giorni creerà un’Unione più integrata modificando l’approccio sui settori più delicati. L’invasione scellerata di Putin farà cadere tabù che hanno più di mezzo secolo
L’Unione europea cambierà volto al summit dei leader europei, previsto per giovedì e venerdì a Versailles. La svolta traspare dalla bozza delle conclusioni, riportata in Italia da David Carretta del Foglio, ancora in discussione ma chiara nel pivot strategico: “La guerra di aggressione della Russia costituisce un cambiamento tettonico nella storia europea”.
“Di fronte alla crescente instabilità, alla competizione strategica e alle minacce alla sicurezza, abbiamo deciso di assumerci una maggiore responsabilità per la nostra sicurezza e di fare ulteriori passi decisivi verso la costruzione della nostra sovranità europea, la riduzione delle nostre dipendenze e la progettazione di un nuovo modello di crescita e investimento per il 2030”.
Occorre fare in modo che l’Ue sia “all’altezza delle sue responsabilità in questa nuova realtà, proteggendo i nostri valori, le nostre democrazie, la sicurezza dei nostri cittadini e il nostro modello europeo”. Nella sostanza, il documento delinea una vera e propria rivoluzione nel comportamento del sistema-Ue come soggetto geopolitico: ci sono impegni sul ridurre velocemente la dipendenza energetica, sull’accrescimento delle capacità di difesa comune e addirittura una revisione del Patto di stabilità e crescita.
Energia
Si parte dalla questione energetica, ovvero la necessità di liberarsi dal giogo geopolitico della fornitura russa, da accorpare alla transizione energetica. Ad oggi l’Ue compra da Mosca il 45% del suo gas importato, circa un terzo del suo petrolio e quasi la metà del suo carbone. Fino a pochi mesi fa i tedeschi ancora sostenevano il progetto Nord Stream II, mentre altri Paesi dipendenti – Austria, Ungheria e anche Italia – non mostravano segni di urgenza sul piano della diversificazione.
Tutto questo è cambiato. Secondo la bozza i leader si impegneranno a “eliminare gradualmente la nostra dipendenza dalle importazioni di gas, petrolio e carbone russi” attraverso la diversificazione di forniture e rotte commerciali. Tradotto: più gas liquefatto via nave e relativi rigassificatori a terra, più biogas e idrogeno.
La spinta verso questi impianti è parallela ma strettamente collegata a quella per le rinnovabili. La situazione rende necessaria – nelle parole pronunciate lunedì dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen – un’“accelerazione focalizzata del Green Deal europeo”. La bozza di Versailles parla anche di piani di efficientamento energetico, quelli di rinnovo delle reti europee di gas ed elettricità e quelli di emergenza. Da mettere a sistema anche l’approccio comune al procurement, lo stoccaggio e la misurazione dei livelli delle riserve di gas, questione su cui l’Italia di Mario Draghi spinge da mesi.
Difesa
La decisione storica della Germania di aumentare il budget per la difesa, a cui Draghi ha fatto seguito annunciando che “la minaccia portata oggi dalla Russia è una spinta a investire nella difesa più di quanto abbiamo mai fatto finora”, si ripercuote su tutto il continente. Secondo la bozza i leader europei intendono “proteggere meglio i nostri cittadini” rafforzando “in modo determinato i nostri investimenti in capacità di difesa e tecnologie innovative”.
All’atto pratico, questo significa rafforzare il sistema industriale-militare europeo. Nelle parole di Carretta: “Aumentare sostanzialmente le spese per la difesa; sviluppare incentivi per stimolare gli investimenti collaborativi degli Stati membri in progetti e appalti congiunti; investire di più nelle capacità necessarie per condurre l’intera gamma di missioni e operazioni; promuovere sinergie tra ricerca e innovazione civile, della difesa e spaziale e investire in tecnologie critiche ed emergenti”.
La bozza parla anche della necessità di prepararsi alle sfide emergenti. Ossia, sviluppare le capacità per proteggersi dalla guerra ibrida e combattere la disinformazione. Lo Strategic Compass, il testo che dovrebbe definire l’orientamento geopolitico dell’Ue e sarà approvato al Consiglio europeo di fine marzo, porrà le basi della strategia europea per la sicurezza e della difesa.
Dipendenze strategiche
L’invasione russa sta anche catalizzando la spinta al reshoring e all’accorciamento delle catene di produzione emersa durante il periodo pandemico. Al di là dell’energia, i leader europei intendono rafforzare la base economica dell’Ue con la “[riduzione] delle dipendenze strategiche”. La bozza parla di diversi settori-chiave: materie prime critiche, semiconduttori, salute, digitale e alimentazione (nella fattispecie, i prodotti agricoli importati).
Tuttavia, per imprimere questa spinta economica e rimanere al passo con le grandi potenze come Usa e Cina, dovranno cadere dei tabù sui limiti alla spesa pubblica. E il documento di Versailles non ci gira attorno: “Le nostre politiche fiscali nazionali dovranno tenere conto degli investimenti complessivi necessari e riflettere la nuova situazione geopolitica”. In soldoni, il Patto di stabilità e crescita cambierà drasticamente.
Non è certo la fine della linea rigorista; la bozza parla del perseguimento di politiche fiscali sane per assicurare “la sostenibilità del debito per ciascuno stato membro”. Ma ci saranno anche incentivi per investimenti “che favoriscono la crescita e che sono chiave per i nostri obiettivi 2030”. Come ampiamente previsto, ci si aspetta che anche i falchi ammettano la necessità di aprire i cordoni delle borse europee per i settori strategici a lungo termine, come la transizione energetica, ma anche nuove tecnologie (intelligenza artificiale, microchip, cloud e 5G).