Dopo l’invasione russa dell’Ucraina, l’Agenzia spaziale europea annuncia il rinvio a data da destinarsi di ExoMars, la missione progettata per cercare tracce di vita sul Pianeta rosso. Ora bisognerà trovare i sostituti alle componenti russe, aprendo però la strada a una missione spaziale completamente europea
Rinviata, ma non sospesa. È questo quello che emerge riguardo alla missione ExoMars, inizialmente prevista per il 2022 ma messa in stallo dall’invasione russa dell’Ucraina. “Una decisione triste”, ha commentato Josef Aschbacher, il direttore generale dell’Esa dopo la due giorni della riunione del Consiglio dell’Agenzia spaziale europea (Esa) che ne ha sancito il rinvio. Adesso, quello a cui si lavora è la sostituzione delle componenti russe con elementi europei. “Quelle che dovranno essere sostituite sono tecnologie critiche, per le quali dovremo pensare a possibili alternative e lo faremo con l’industria”, ha commentato il presidente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi), Giorgio Saccoccia.
Il ruolo italiano
Per il presidente dell’Asi “Già dal primo giorno del conflitto ExoMars è stato il primo pensiero di tutti, in particolare in Italia, con i tecnici di Thales Alenia Space pronti a partire per una lunga campagna. Adesso si tratta di andare avanti nell’immediato”. L’investimento complessivo per la missione è stato di più di un miliardo di euro, e l’Italia ha partecipato per oltre il 40%, L’Asi, inoltre, è stata il primo sostenitore del cornerstone marziano del programma di esplorazione di Esa. “Marte è sempre stato un obiettivo importante per l’Italia”, ha detto ancora Saccoccia, ed è in Italia, negli stabilimenti della Thales Alenia Space. Adesso, ancora secondo Saccoccia, “comincia una fase per valutare l’evoluzione della situazione “.
Sostituire le componenti russe
Oltre al lancio, che era previsto con un razzo russo Proton, sono russi anche il rover e il lander della missione ExoMars, entrambi attualmente negli stabilimenti di Torino della Thales Alenia Space, uno dei principali contraenti del progetto. Ora, l’Esa e le varie agenzie spaziali europee dovranno studiare in dettaglio quali componenti dei veicoli russi potranno essere sostituiti da parte dell’industria continentale. Un lavoro che procederà per gradi e la prima tappa è fissata in giugno, quando si prevede un nuovo incontro per esaminare le possibili opzioni. Un processo che richiederà almeno tre anni di lavoro.
Una missione solo europea?
Tra le ipotesi per far proseguire la missione ci sarebbe l’utilizzo del lanciatore europeo Ariane 6 “La versione del razzo, con quattro booster, potrebbe essere un’alternativa” ha ipotizzato il direttore dell’Esa. In questo caso, tra l’altro, ExoMars potrebbe configurarsi addirittura una missione completamente europea. “È un grande sforzo scientifico e tecnologico, quello che ci aspetta – ha rilevato Aschbacher – ma è importante sottolineare che la scienza per la missione ExoMars è unica e ambiziosa”. L’obiettivo della missione è perforare il suolo di Marte fino alla profondità di due metri per cercare forme di vita primitive.
ExoMars
Inizialmente prevista per il 2022, la missione ExoMars dovrebbe raggiungere il Pianeta rosso per condurre le sue ricerche di tracce di vita. In particolare, il rover “Rosalind Franklin”, dovrebbe raccogliere un carotaggio del suolo marziano e analizzarlo direttamente a bordo, senza bisogno di una seconda missione di recupero dei campioni (come invece accadrà per i campioni di Perseverance con la missione Mars sample-return)
Arrivare sul Pianeta rosso
Una volta partita, il momento più delicato dell’intera missione sarà l’ingresso nell’atmosfera rarefatta del pianeta e l’atterraggio sulla superficie marziana. Quando il sistema arriverà al punto di interfaccia con Marte, lo farà alla velocità di oltre 80mila chilometri all’ora. Il modulo di discesa a quel punto subirà una prima frenata dallo scudo termico, “rallentando” fino a Mach 2, ovvero due volte la velocità del suono. Dopodiché si apriranno uno dopo l’altro due paracaduti che ne freneranno ulteriormente la discesa verso il suolo. Questa fase sarebbe dovuta avvenire tramite il lander russo “Kazachok”.
Un ambiente difficile
L’obiettivo della missione e trovare tracce di vita. Con un’atmosfera composta quasi esclusivamente di anidrite carbonica (al 96%), una pressione di otto millibar (un ottomillesimo di quella della terra al livello del mare), e una temperatura che si estende dai circa 25 gradi di giorno ai -120 di notte, Marte non è esattamente il luogo più adatto ad ospitare la vita. Tuttavia ci sono tracce di erosione che indicano la presenza di acqua nel remoto passato, e si può dunque pensare che ci fosse vita, simile a quella sulla Terra primordiale. Se, dunque, la vita è esistita, le tracce si potranno trovare nel permafrost, uno strato di ghiaccio incluso nelle rocce del terreno sotto la superficie marziana, a circa 30, 40 centimetri di profondità.