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Maria Romana De Gasperi, il coraggio della memoria

Staffetta partigiana, segretaria di un premier, figlia di uno statista. Maria Romana De Gasperi, scomparsa nella notte, ha dedicato un’intera vita a tenere viva la memoria del padre Alcide. Dalle lettere a Truman a Togliatti, un ricordo

Ci vuole coraggio per una vita di testimonianza. Maria Romana De Gasperi è stata anzitutto questo: una donna coraggiosa. Scomparsa nella notte a 99 anni, era la figlia primogenita di Alcide De Gasperi, primo presidente del Consiglio dell’Italia repubblicana, fondatore della Dc, tra i padri fondatori dell’Unione europea. Alla memoria del padre, che ha assistito come segretaria personale alla presidenza del Consiglio, ha dedicato l’intera vita, contribuendo alla nascita della Fondazione De Gasperi di cui era presidente onoraria.

Una vita trascorsa all’ombra di un gigante della storia italiana. Di quel peso però non si è mai lamentata, anzi. Lo percepiva già in giovinezza, quando il regime fascista costringeva De Gasperi prima al carcere, dunque a un silenzioso esilio nell’archivio del Vaticano, braccato, lui e la sua famiglia, perché considerato un pericoloso oppositore.

Poi durante la guerra, staffetta partigiana, ché la storia della resistenza è anche una storia cattolica, democristiana, cristiana. “Papà, io te lo dico: se mi fermano i tedeschi, racconto tutto”, diceva a suo padre. Lui la ascoltava divertito, nascosto in una piccionaia del palazzo di Propaganda Fide, dietro piazza di Spagna, per sfuggire ai rastrellamenti nazisti.

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Fino ai suoi ultimi giorni, Maria Romana ha profuso tutte le forze per tenere viva la memoria del padre. Riportando in vita i suoi appunti in tempo di guerra, le lettere più intime, i dubbi e le speranze per un’Europa finalmente unita che ha visto nascere solo in parte, complici le diffidenze e gli egoismi nazionali.

Lo ha fatto soprattutto con i più giovani. Perché capissero che dietro quell’uomo trentino dall’espressione austera, di un’altra epoca, ritratto nel suo studiolo e ovunque, c’era una storia, un’idea che parla ancora oggi. Si può solo immaginare lo sconforto della figlia a sentire, sul limitare dei suoi giorni, le notizie di una nuova guerra sul suolo europeo, in Ucraina. Il suono delle sirene antiaereo, le immagini di famiglie spezzate dalle bombe e da una violenza fuor di ragione e di umanità.

Quello stesso sconforto, misto a imbarazzo, di fronte a chi negli anni si è ostinato a chiederle, microfono in mano, chi fosse per lei “il nuovo De Gasperi”. Come se la vicenda di un uomo, di uno statista che ha cambiato la storia del Paese, si possa ridurre a un’etichetta. A quella domanda sfuggiva sempre, con un sorriso e una scrollata di spalle.

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Maria Romana è stata sempre al fianco del padre, mai un passo dietro. “La mia cara segretaria e compagna d’America”, è la dedica su una foto di Alcide, sigaretta in bocca e sguardo disteso, sulla scrivania della figlia. Più che segretaria, una confidente. Negli anni a rincorrere il padre tra una visita di Stato e l’altra, un duello a Montecitorio e una visita a San Pietro, si è guadagnata il rispetto e la stima di giganti della storia, dai rivali Palmiro Togliatti e Pietro Nenni al presidente americano Harry Truman, conosciuto nel viaggio a New York che nel dopoguerra ha dato una seconda chance all’Italia sconfitta e demolita.

Con Alcide Maria Romana condivideva la tempra dei trentini e della gente di montagna. È servita a superare tante tristezze, su tutte la perdita prematura di due dei tre figli. Poi la fede cristiana mai scalfita, neanche dalle incomprensioni del Vaticano che più di una volta, nel dopoguerra, hanno messo alla prova De Gasperi, fedele ubbidiente, politico libero. Di suo, invece, uno spirito ribelle, un’irruenza di vita che l’ha convinta a raccogliere il testimone del padre senza mai gettarsi, pur potendo, nella mischia politica, con i compromessi che la politica richiede.

Tra i Dc che ha sempre ritenuto amici disinteressati ci sono Piersanti e Sergio Mattarella. Il primo caduto vittima della mafia, il secondo riconfermato a gennaio alla guida del Paese, dal Quirinale, l’aveva nominata pochi mesi fa Cavaliere di Gran croce dell’ordine al merito, con spille e coccarde che lei mostrava orgogliosa a chi entrava in casa sua. La ricorda oggi, richiamando “il costante e prezioso impegno per conservarne e diffondere la memoria” di De Gasperi. Una memoria viva. E una storia che oggi, più che mai, vale la pena ascoltare.

L’ADDIO DI FORMICHE A MARIA ROMANA DE GASPERI. FOTO DI PIZZI


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