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La Russia vuole uccidere Zelensky, ma ha fallito tre volte

Di Emanuele Rossi e Gabriele Carrer

Zelensky è sfuggito a tre tentativi di omicidio da parte dei soldati russi sul territorio ucraino. L’intelligence Usa passa informazioni a Kiev

Secondo le informazioni ottenute dal Times, il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, sarebbe sopravvissuto a tre tentativi di assassinio negli ultimi sette giorni. Ossia da quando la Russia ha lanciato un’invasione totale dell’Ucraina con l’obiettivo dichiarato di liberare il Paese dalla “giunta nazista” che li governa (il riferimento al nazismo è puramente propagandistico, serve a calcare su una certa campagna storica revisionista putiniana, anche perché Zelensky è ebreo). Merito, racconta il quotidiano di Londra, di “elementi contrari alla guerra dentro il Servizio di sicurezza federale russo”, cioè il potente Fsb, successore del Kgb.

Non è sorprendente. Il presidente potrebbe essere in cima alla killing list stilata dal Cremlino. Zelensky sta affrontando la crisi militare con successo, tiene il punto intento e a livello internazionale ha preso la scena diventando un simbolo dell’Occidente attaccato da Vladimir Putin. Questo successo è anche frutto della capacità di aver occupato e sfruttato a proprio vantaggio l’ambiente informativo del conflitto.

Da più parti lo chiamano “eroe”, e nell’epica della narrazione del leader carismatico in abiti militari il resistere a tentativi di omicidio non fa che implementare la forza della sua figura. Sotto questo punto di vista, per la Russia ucciderlo sarebbe glorificarlo, nemmeno troppo vantaggioso. Ma Putin potrebbe essere entrato in una spirale iper-violenta e potrebbe volerne la testa come sua dimostrazione di forza.

Tuttavia di quella lista si parla da tempo e le intelligence occidentali (Usa e Uk) l’hanno esposta al pubblico come hanno fatto con diverse altre attività di Putin. Secondo la Cnn, gli Stati Uniti stanno condividendo informazioni con l’Ucraina sui movimenti e le posizioni delle forze russe, così come comunicazioni intercettate sui loro piani militari (intercettate anche perché spesso su linee analogiche). Diversi canali di intel-sharing sono stati aperti, tra cui un portale a cui gli ucraini possono accedere in tempo quasi reale.

È prevedibile che questo genere di missioni mirate, assassinii forse ma anche arresti, siano affidate a unità operative dei servizi segreti — come le varie unità spetsnaz dell’intelligence militare Gru (o anche la nota Unità 29155) oppure le forze speciali dell’Svr, i servizi segreti esterni.

La missione però potrebbe essere affidata anche a specialisti ibridi come gli uomini del Wagner Group, contractor privati usati dal Cremlino per il lavoro sporco, abituati a muoversi in contesti caotici e mobilizzati da altri fronti (per esempio da alcuni Paesi africani per dare una mano nell’aggressione ucraina). Secondo altre informazioni ottenute in precedenza sempre dal Times, ci sarebbero 400 mercenari della Wagner a Kiev e dintorni incaricati di questa caccia all’uomo. Oppure potrebbero essere ai gruppi ceceni, miliziani privi di scrupoli abituati a muoversi nella contro-insorgenza (qualcosa che potrebbe gratificare Ramzan Kadyrov, che a differenza di kazaki e bielorussi ha accettato subito di partecipare alla guerra).

In ogni caso, non c’è dubbio che le rivelazioni del Times potrebbero sortire effetti all’interno dell’intelligence russa – è probabilmente che siano pochi, nell’Fsb ma anche in altre strutture, a conoscere i piani per l’eliminazione di Zelensky. Per questo, può essere utile ricorda che la raffica di indiscrezioni dei giornali americani sui piani militari russi in Ucraina sembra abbiano alimentato i sospetti a Mosca che gli Stati Uniti possano avere fonti all’interno dei palazzi del potere russo, se non addirittura al Cremlino.

Le indiscrezioni sui tentativi di assassinio contro Zelensky sono parte di uno schema chiaro che al Cremlino fa arrivare un messaggio: stiamo seguendo tutto ciò che fate.



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