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Tutti scommettono sugli interconnettori. I progetti in campo

“L’autostrada energetica invisibile” era stata battezzata lo scorso anno dalla cancelliera tedesca Angela Merkel e Boris Johnson. Ora, alla luce della crisi energetica in atto, NeuConnect Interconnector acquista un altro peso specifico. E si unisce al cavo che porterà elettricità dal Marocco al Regno Unito

Voglia matta di interconnettori: dopo quello EuroAsia anche Inghilterra e Germania se ne faranno uno. La società di consulenza Arup è entrata in una joint venture con la società di ingegneria tedesca Fichtner, per fornire servizi di progetto per il NeuConnect Interconnector che collegherà l’isola di Grain nel Kent, in Inghilterra, con la regione di Wilhelmshaven in Germania. Non sfugge che, alla luce della crisi energetica in atto, il tutto acquista un altro peso specifico.

NeuConnect

Per la prima volta Germania e Inghilterra saranno collegate energeticamente in maniera diretta. Il progetto era stato battezzato lo scorso anno dalla cancelliera tedesca Angela Merkel e il primo ministro del Regno Unito. Di fatto ora NeuConnect sarà uno dei più lunghi al mondo, ovvero 725 chilometri: assegnati i contratti per quasi 2 miliardi di dollari a soggetti del calibro di Siemens Energy. L’impresa è stata soprannominata una “autostrada energetica invisibile”.

Energia & sicurezza

In sostanza quella che sarebbe dovuta essere una pur fondamentale infrastruttura energetica, dopo la crisi del gas degli ultimi mesi raddoppia la sua rilevanza, anche perché si tratta di una rete che andrà sorvegliata per evitare gli incidenti accaduti ad altre infrastrutture simili. In primis è forte il tema legato alla geopolitica: l’invasione russa dell’Ucraina ha messo in evidenza quanto alcune economie siano state troppo dipendenti dai combustibili fossili russi, il che ha fatto nascere la task force congiunta tra Stati Uniti e Commissione europea. Un organo che si candida ad essere regista delle nuove policies per il vecchio continente, che prevedono fisiologicamente strade alternative.

EuroAsia

Al momento è operativo un cavo sottomarino di 450 miglia che collega il Regno Unito e la Norvegia, con l’obiettivo di condividere l’energia rinnovabile, grazie all’energia idroelettrica della Norvegia e quella eolica inglese.

Un altro grande progetto è quello dell‘Interconnettore EuroAsia, con una capacità globale da 2.000 MW per un beneficio complessivo stimato in 10 miliardi, per cui sono stati impegnati già più di 700 milioni dall’Ue: entro il 2026 verranno collegate le reti elettriche tramite un cavo sottomarino lungo di 898 km tra Egitto, Israele, Emirati Arabi Uniti, Giordania, Arabia Saudita, Cipro e Grecia. Inutile sottolineare quanto queste aree siano ultra sensibili sotto svariati punti di vista.

Xlinks Morocco-UK

Un altro interconnettore, che raddoppierà quasi l’attuale produzione mondiale di produzione di cavi HVDC, collegherà Marocco a Regno Unito: infatti un parco solare ed eolico da 10,5 gigawatt sarà costruito nella regione marocchina di Guelmim-Oued Noun per fornire oltre Manica energia pulita tramite cavi sottomarini. I doppi cavi in corrente continua ad alta tensione (HVDC) da 1,8 GW saranno i più lunghi del mondo. L’opera si chiamerà Xlinks Morocco-UK e vedrà la costruzione di quattro cavi sottomarini lunghi 3.800 km entro il 2027 che arriveanno a Alverdiscott, nel North Devon.

Scenari

Infrastrutture così delicate e, a questo punto, altamente strategiche andranno sorvegliate e adeguatamente protette, per evitare il ripetersi di incidenti che potrebbero rivelarsi ben più gravi di semplici sostituzioni di pezzi, per via dei riverberi sulle politiche energetiche dei paesi connessi. Nell’ultimo periodo si è avuto un assaggio di quella che qualcuno ha già definito una strategia energetica di stampo terroristico. In Norvegia lo scorso gennaio un cavo sottomarino che la collega alla stazione satellitare artica era stato misteriosamente interrotto. Si tratta di un fazzoletto di acque particolarmente rilevanti, perché connettono il Mare di Barents con il Mare di Norvegia. Inoltre quei cavi in fibra ottica, ciascuno esteso per oltre 800 miglia, forniscono la banda larga alle Svalbard e si snodano tra Longyearbyen e Andøya, nel nord della Norvegia. Nel novembre scorso erano stati tagliati alcuni cavi significativi, perché rappresentavano gli occhi per verificare l’eventuale presenza di sottomarini.

Reazione

Gli Stati Uniti hanno avallato il progetto Cyclops a Cipro, consci che già prima della guerra in Ucraina il dossier energetico, mescolato agli effetti degli Accordi di Abramo, stava incidendo sulle nuove relazioni internazionali dei big players. Per questa ragione una vera e propria scuola formazione sulla sicurezza finanziata dagli Stati Uniti per il Mediterraneo orientale si occuperà di garantire più occhi anche sulle infrastrutture energetiche da un osservatorio logisiticamente favorevole come l’isola di Cipro.

@FDepalo


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