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Olimpiadi dello Spazio. Saccoccia, Pasquali e Leone raccontano le avventure lunari

All’Agenzia spaziale italiana la cerimonia di premiazione delle Olimpiadi dello spazio, un gioco interscolastico con l’obiettivo di offrire suggestioni al talento e alle intelligenze dei giovani alle quali affidare il futuro dell’esplorazione spaziale, quella che porterà l’umanità oltre l’atmosfera verso altri corpi celesti, a partire dalla Luna (e Marte)

I giochi olimpici superano l’atmosfera. Non è fantascienza ma l’iniziativa scolastica e culturale “Olimpiadi dello spazio”, portata avanti dal Cluster tecnologico nazionale aerospazio (Ctna), in collaborazione con l’Agenzia spaziale italiana (Asi), l’università La Sapienza di Roma e Leonardo, (con il patrocinio di Inaf, Thales Alenia Space, Telespazio e Avio). All’Asi, il presidente dell’Agenzia, Giorgio Saccoccia, ha premiato le classi vincitrici della competizione, a cui sono state assegnate (come da tradizione) medaglie d’oro, d’argento e di bronzo: “A noi piace pensare lo spazio come sinonimo di futuro – ha detto Saccoccia ai ragazzi – e il futuro si costruisce solo se sarete voi a crearlo”. Insieme al presidente dell’Asi, presenti alla premiazione anche Cristina Leone, presidente del Ctna, e Luigi Pasquali, Massimo Comparini e Giulio Ranzo amministratori delegati rispettivamente di Telespazio, Thales Alenia Space Italia e Avio, che hanno colto l’occasione per presentare ai ragazzi le attività del mondo spaziale italiano, anche dal punto di vista dell’industria e delle aziende del nostro Paese.

Le Olimpiadi dello Spazio

L’iniziativa, istituita il 16 dicembre scorso in occasione della prima Giornata nazionale dello Spazio indetta dalla presidenza del Consiglio (qui tutti i dettagli), è stata rivolta alle studentesse e agli studenti delle scuole medie e superiori per condividere la cultura aerospaziale nell’ottica di valorizzarne le aspirazioni per un futuro professionale in questo settore. “Le Olimpiadi sono state un’occasione per farvi avvicinare al mondo dello spazio e per darvi una prospettiva per l’inserimento lavorativo in questo settore così importante”, ha spiegato Cristina Leone rivolgendosi alle classi presenti e in remoto alla cerimonia. “L’Italia ha una lunghissima tradizione spaziale, iniziata proprio il 16 dicembre del 1964, anno di lancio del primo satellite italiano” ha raccontato ancora il presidente dell’Asi, “frutto di una formazione d’eccellenza che ha permesso una crescita continua a livello industriale, istituzionale e accademico”.

Immaginare il futuro

“Metà delle cose che si conoscono a vent’anni non sono più vere quando se ne hanno quaranta, e metà delle cose che si conoscono a quaranta non erano state scoperte a venti” ha detto ai ragazzi Luigi Pasquali, ad di Telespazio, citando Arthur Clarke, l’autore inglese di 2001 Odissea nello spazio. Secondo Pasquali, infatti, il settore spaziale si trova in un processo di innovazione sempre più rapido, le cui ricadute sono fondamentali anche per la vita di tutti i giorni: “Lo spazio è presente quando chiediamo indicazioni stradali al cellulare o guardiamo la tv, ma non solo, le tecnologie spaziali ci consentono di proteggere il nostro Pianeta anche dal punto di vista della sostenibilità”.

La necessità di competenze diversificate

Componente fondamentale per l’evoluzione spaziale è quella dei lanciatori, illustrata da Giulio Ranzo, ad di Avio, che ha fatto fare ai ragazzi una passeggiata virtuale nello stabilimento di Colleferro, alle porte di Roma, dove vengono assemblati i vettori Vega. “Realizzare i sistemi di lancio richiede moltissime competenze diverse – ha spiegato Ranzo – dalla chimica per i propellenti, alla logistica per il trasposto, all’elettronica per i software e l’automazione”. Nei prossimi anni, inoltre, le missioni spaziali diventeranno sempre più ambiziose, a partire dal ritorno sulla Luna, fino all’esplorazione di Marte: “Fare avanti e indietro dallo spazio sarà una cosa normale, e se vi dedicherete a questo settore, avrete la possibilità di immaginare e prendere parte a quello che avverrà”.

Il primato italiano nello spazio

“La Nasa, nell’immaginario collettivo, è quella che ‘fa lo spazio’, ma dobbiamo ricordarci che anche l’Italia è protagonista, coprendo l’intera catena del valore spaziale” ha sottolineato Massimo Comparini, ad Thales Alenia Space Italia, aggiungendo come questo significhi “che, come italiani, possiamo realizzare una qualunque missione dall’inizio alla fine”. Dall’osservazione della Terra, comparto dove l’Italia si posiziona ai primi posti al mondo, alle comunicazioni satellitari e alla geolocalizzazione (con il centro controllo della costellazione Galileo ospitato nel Fucino), dai lanciatori, fino ai moduli pressurizzati della Iss e, un domani, per le colonie sulla Luna e su Marte “possiamo dire di portare alta la bandiera italiana anche nello spazio”.

La missione Artemis

L’evento è stato anche l’occasione per fare il punto sulla missione Artemis, “il programma internazionale che ci permetterà di tornare sulla Luna con l’idea di restarci”, come ha spiegato Saccoccia. Ispirati dalle domande degli studenti, infatti, tutti i convenuti alla cerimonia hanno avuto modo di presentare le iniziative che l’Italia sta mettendo in campo per portare il prossimo uomo e la prima donna sul nostro satellite. “L’Italia ha subito aderito agli accordi di Artemis, e attualmente partecipa a numerosi progetti, come la stazione orbitante intorno alla Luna, il Lunar Gateway, dove uno dei moduli abitativi più importanti sarà italiano”, ha spiegato ancora il presidente dell’Asi. L’intenzione, hanno sottolineato i rappresentanti istituzionali e dell’industria, è quella di fare dell’Italia uno dei primi Paesi che contribuiscono con elementi dell’infrastruttura alla vera e propria colonizzazione della Luna, fornendo cioè i cosiddetti “building block” che permetteranno agli esseri umani di impiantare le proprie attività anche sul satellite naturale della Terra.

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