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Perché la sconfitta della Spd in Renania è un colpo anche a Scholz

C’è chi lavora già da ora alle prossime elezioni politiche, dove la Cdu intende portare con Merz le istanze di un mondo industriale che sta soffrendo il binomio pandemia-crisi energetica

Non sarà solo un tema relativo alla tonalità del semaforo di domani, ovvero la grande coalizione al governo della Germania, visto che la vittoria elettorale della CDU in Renania settentrionale-Vestfalia rappresenta un problema per la SPD e il suo vertice: quel cancelliere Olaf Scholz che dovrà, gioco forza, rivedere strategie e tattiche politiche per non restare schiacciato nell’anno zero del post merkelismo. E, perché no, per difendersi da chi già da ora sta lavorando (non più a fari spenti) per le prossime elezioni politiche, dove la CDU intende portare con Merz le istanze di un mondo industriale che sta soffrendo il binomio pandemia-crisi energetica.

Renania

Con il 35,7 per cento dei voti conquistato ieri, (l’SPD solo al 26,7) la CDU conferma il doppio binario dell’elettorato tedesco che, se da un lato premia in blocco le amministrazioni locali, dall’altro non gradisce i tentennamenti del cancelliere su punti importanti. I socialdemocratici dello sfidante Thomas Kutschaty, che sono scesi di 4,6 punti, accusano il minimo storico. Inoltre è probabile che FDP e Verdi si muovano in modo diverso all’interno del semaforo. Ciò comporterà un surplus di lavoro per Scholz, che già ha dovuto gestire sia le resistenze del suo partito all’invio di armi in Ucraina, con l’imbarazzo relativo alla posizione dell’ex cancelliere Gherard Schroeder, sia le “fughe” in avanti pro Nato dell’attuale ministro degli esteri Annalena Baerbock.

Lander

Ma occorre fare un passo indietro. Negli ultimi due anni le elezioni regionali tedesche avevano detto molto relativamente allo stato di salute di CDU e SPD, quando la delfina merkeliana, Annegret Kramp-Karrembauer non era stata in grado di imporsi. Anche in Renania settentrionale-Vestfalia è accaduta la stessa cosa, con i Verdi che festeggiano un risultato storico che gli varrà probabilmente la coalizione di governo nero-verde e i socialdemoratici ad interrogarsi su come mai il traino nazionale di Scholz non gli sia valsa la vittoria nel land. Questo lo scenario di partenza per immaginare, già da oggi, come dovrà giostrare Scholz il proprio futuro, nel breve e nel medio termine. Di contro c’è da registrare il lavoro portato avanti da Friedrich Merz che sta dando nuovo slancio alla CDU.

Merz

Qualcuno inizia a pensare che sarebbe stato meglio “usare” prima Merz in seno alla CDU post Merkel, anziché attendere tre elezioni per portarlo al timone dei democristiani, alla ricerca di una nuova veste dopo due decenni targati frau Angela. Da sempre una buona fetta del partito e del mondo delle imprese lo sostiene apertamente: inizialmente la freddezza dell’establishment era riconducibile al fatto che era stato definito come “l’acerrimo rivale di Angela Merkel”. Con il mondo industriale ed economico però, Merz gioca in casa, avendo lavorato in colossi come Blackrock, la banca privata HSBC Trinkaus e lo studio legale Mayer Brown.

Governo

Certo, il primo ministro SPD del Saarland, Anke Rehlinger, non si aspetta grandi cambiamenti nel governo federale dopo il risultato elettorale storicamente negativo del suo partito: “Credo che gli effetti sulla politica federale saranno limitati, almeno dal lato SPD. Olaf Scholz ha aiutato sul posto come attivista, ma ha anche aiutato sostenendo una politica del governo affidabile”. Parole di circostanza che vanno comunque lette in filigrana alla ricerca di uno spunto.

Lo scarso rendimento dell’SPD alle elezioni nel land potrebbe essere letto anche come un voto sulla rotta del Cancelliere, alle prese con la gestione del dossier energetico dopo il blocco al gasdotto Nord Stream 2 e con il sì (sofferto) all’invio delle armi in Ucraina, dal dopoguerra ad oggi, con lo stanziamento da 100 miliardi per ammodernare Esercito e Aeronautica.

Scenari

Un ragionamento sulle politiche sociali e green stimolate dai Verdi andrà fatto in seno al governo al pari dell’annoso problema legato alle tasse e alla solidarietà europea da sempre sostenuto dai liberali della FDP: c’è la possibilità che torni l’intransigenza progettuale dell’ex ministro delle finanze Wolfgang Schaeuble accanto all’esigenza di far uscire le imprese dall’imbuto del caro materie prime? Al momento si registra una certa differenza programmatica che Verdi e FDP, verosimilmente, immetteranno nei propri motori all’interno della coalizione del semaforo. Ciò significa che Scholz ha dinanzi a sé un ruolo altamente complesso da svolgere, a metà strada tra il mediatore e il motivatore. Di certo c’è che la sconfitta dei socialdemocratici nella Renania settentrionale-Vestfalia, a differenza del passato, non è solo un fatto regionale.

@FDepalo

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