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Così l’Ue progetta la cooperazione con il Golfo

Bruxelles ha diffuso il documento programmatico per la partnership con il Golfo. Tra i temi, la stabilità regionale, la cooperazione per la sicurezza energetica e sanitaria, lo spazio, il mondo digitale. L’Ue riconosce un ruolo geostrategico di connettività alla regione, come spiega Baharoon (b’huth)

Il Segretario Generale del Consiglio di Cooperazione del Golfo (GCC), Nayef Al-Hajraf, comunica di aver accolto con favore la diffusione del documento d’azione congiunto per il Parlamento Europeo e la Commissione Europea riguardante il “Partenariato strategico con il Golfo”, creato dall’Ue con l’obiettivo di espandere e migliorare la cooperazione con il GCC, e diffuso mercoledì 18 maggio.

È la reazione ufficiale da parte dei Paesi dell’area al testo che ha il compito di dettare il perimetro  della partnership Ue-Golfo, la quale sta diventando sempre più centrale — anche collegandosi alle dinamiche delle relazioni energetiche internazionali prodotte dopo l’invasione russa dell’Ucraina. L’Ue, spiega il documento, “utilizzerà tutti i suoi strumenti e mezzi per garantire un’attuazione efficiente, efficace e rapida di questo partenariato strategico con il Golfo”. Un dialogo “continuo e lungimirante” tra Bruxelles e i suoi partner nell’area mediorientale “sarà reciprocamente vantaggioso su tutte le questioni”.

L’Ue riconosce alla regione un ruolo centrale nella connettività globale, snodo tra Europa, Africa e Asia — dimensione geostrategica.

Il documento dimostra una nuova comprensione non solo dei Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo, ma anche del loro ruolo nella penisola arabica, che comprende l’Iraq, il Levante e lo Yemen, con quattro vie d’acqua intorno a essa e la sua attuale connettività con i mercati e gli interessi asiatici, spiega a Mohammed Baharoon, direttore generale del Dubai Public Policy Research Center (b’huth).

“A mio avviso, questo rappresenta anche una comprensione matura e realistica del ruolo di catalizzatore che i Paesi del CCG stanno svolgendo su scala globale”, commenta Baharoon con Formiche.net. “Inoltre — continua — si allontana dal considerare il futuro delle relazioni solo attraverso il commercio, per includere le varie aree di sicurezza e concentrarsi sulla stabilità e la distensione. Si tratta di un approccio nuovo e apprezzabile, che potrebbe essere oggetto di pressioni da parte di politiche come REPowerEU, ma che non dovrebbe sminuire il suo valore strategico e a lungo termine”.

Su tutto c’è un fattore di peso: la stabilità e la correlata sicurezza. Non tanto quella interna ai singoli Paesi, monarchie dove il potere è di solito gestito in modo sufficientemente stabile, ma quella intra-regionale, che ha varie forme di tensione. Per esempio la rivalità tra mondo sunnita e quello sciita, da anni rappresentata dalla competizione ideologica e geopolitica tra Arabia Saudita e Iran, ma anche quella intra-sunnismo che aveva portato alla rottura tra il Qatar dell’Islam politico col mondo dello status quo saudi-emiratino. Poi le varie sfide securitarie poste dalle attività destabilizzanti di alcuni gruppi armati (anche legati alle sigle internazionali del terrorismo jihadista).

Questi sono i fattori di cui avere cura se si vuole spingere i campi di partnership. A cominciare da quella dimensione geostrategica che fa dell’area uno snodo commerciale, aspetto su cui il documento prospetta lo sviluppo di un network composito di camere di commercio, attività nel Wto, condivisione di best practice. Evidenziato anche il tema dei cambiamenti climatici e della transizione energetica (ad esempio, Paesi come l’Arabia Saudita sono per caratteristiche geomorfologiche e climatiche, e per la capacità di investimenti, i luoghi perfetti per tecnologie come l’idrogeno verde).

Casualità (casualità?) il documento esce nello stesso giorno del “RePowerEu”, il grande piano di Bruxelles con cui la Commissione europea prospetta di azzerare la dipendenza energetica dalla Russia entro il 2027, accelerando il processo di decarbonizzazione. Nel progetto viene affidata una chiara importanza alla partnership con la regione del Golfo per la fornitura di Gnl, la stabilizzazione del prezzo del petrolio, lo sviluppo dell’idrogeno e delle rinnovabili e nell’ottenimento generale di un framework di sicurezza energetica.

Andando avanti con una carrellata (che sarà oggetto di altri approfondimenti), nelle pagine del Partenariato con il Golfo si parla anche di “global health”, dimensione strategica come ha dimostrato l’esplosione della pandemia, a cui si legano anche processi di assistenza umanitaria dove gli europei vorrebbero coinvolgere maggiormente i partner della regione.

Capitolo anche sullo Spazio, visto l’interessamento di alcuni Paesi del Golfo a progetti come “Galileo” e “Copernicus”. Questi ambiti di ricerca e sviluppo interessano agli Emirati Arabi Uniti per esempio, il cui programma spaziale ha già lanciato una sonda su Marte.

Tra gli argomenti anche l’implementazione delle relazioni people-to-people, e poi il mondo digitale. Ambito di collaborazione potenzialmente enorme questo, dove però diverse nazioni del Golfo hanno aperto già a strutturate cooperazioni con aziende cinesi come Huawei.

Il framework è ampio e rappresenta la profondità delle relazioni in costruzione, o meglio in implementazione tra Europa e Golfo.



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