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La perdita di Verona e il ruolo dei civici. Mollicone (Fdi) sulle amministrative

Il parlamentare di Fratelli d’Italia: “L’alto livello di astensionismo ha penalizzato i candidati del centrodestra, sintomo di una disaffezione della popolazione alla politica. Ma in molte città la coalizione ha vinto, e in Toscana siamo a 7 capoluoghi guidati da nostri sindaci. Il nostro partito è pronto per la sfida di Palazzo Chigi”

Il campo di Letta è (quasi) largo. Le elezioni amministrative hanno consegnato un quadro politico in cui il centrosinistra, anche in recenti roccaforti del centrodestra, ha avuto la meglio. Parma, Catanzaro, Piacenza, Carrara. In altri centri il risultato è stato di parità, o di vantaggio del tridente Salvini-Meloni-Berlusconi. Ma a far male è il gol assestato dal candidato Damiano Tommasi a Verona. Tra Flavio Tosi e Federico Sboarina, i contendenti del centrodestra, non c’è stato il lieto fine. Più in generale, cosa è successo al centrodestra? Non è facile a dirsi, ma una prima risposta arriva dal parlamentare di Fratelli d’Italia, Federico Mollicone.

La perdita di una città come Verona, determinata principalmente dal mancato accordo fra i due candidati del centrodestra cosa rappresenta per la coalizione?

La perdita di Verona è riconducibile soprattutto alla candidatura di Tommasi, caratterizzata da un approccio civico e trasversale alla campagna elettorale. Il sistema elettorale per l’elezione dei sindaci è stata una conquista importante, la scelta è sulla persona e non sui partiti. Per questo è stato premiato un volto conosciuto e storico per Verona invece del buon governo dell’amministrazione Sboarina.

Prevede che questa sconfitta avrà riverberi anche a livello nazionale?
Non è una sconfitta. In molte città il centrodestra ha vinto: dei 4 capoluoghi di regione al voto 3 sono andati al sindaco espresso dalla nostra coalizione e anche nei capoluoghi di provincia e nei comuni sopra i 15.000 abitanti il centrodestra è risultato vincente in 58 comuni contro 38.

Come pensa che possano incidere questi risultati in ottica delle politiche del 2023?
Fratelli d’Italia ha dimostrato di avere una crescita esponenziale. È stata la locomotiva che ha trainato la coalizione in molte città, risultando spesso la prima lista della tornata elettorale. In comuni come L’Aquila e Rieti ha confermato i propri amministratori, dimostrando il buon governo dei nostri dirigenti.

Che ruolo ha giocato FdI sui territori? I risultati rispecchiano la crescita nazionale?
Come detto in precedenza, il ruolo dei nostri quadri locali si è dimostrato all’altezza della sfida, sia nell’amministrare sia in campagna elettorale. Siamo pronti per la corsa a Palazzo Chigi del prossimo anno. Gli italiani ancora una volta hanno premiato il duro lavoro e la coerenza, concretizzando gli ottimo risultati dei sondaggi, che danno in testa Fratelli d’Italia sugli altri partiti.

Quale è stata secondo lei la carta vincente del centrosinistra che è riuscito a conquistare molte roccaforti tradizionalmente legate al centrodestra tipo Catanzaro?
Molto probabilmente la candidatura di persone non legate direttamente al Partito Democratico. I civici hanno infatti svolto un ruolo decisivo nella corsa, soprattutto ai ballottaggi. Inoltre l’alto livello di astensionismo ha penalizzato i candidati del centrodestra, sintomo di una disaffezione della popolazione alla politica. Non può e non deve essere più così. Bisogna anche notare come anche il centrodestra ha strappato storiche roccaforti “rosse”, come Lucca, che diventerà la settima provincia della Toscana amministrata da un sindaco espresso dalla coalizione di centrodestra, una bocciatura del governo Giani.

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