Il governatore di Bankitalia all’assemblea dei banchieri fa il conto del conflitto, costato finora all’Italia due punti di Pil. Poi una stilettata alla Lagarde, a Francoforte qualcuno ha fatto cilecca sull’inflazione
La guerra scatenata dalla Russia contro l’Ucraina costa all’Italia. E la Banca centrale europea poteva fare di meglio sull’inflazione (qui l’intervista ad Alberto Quadrio Curzio). Ignazio Visco, governatore di Bankitalia, ha preso il toro per le corna intervenendo all’assemblea dell’Abi, l’associazione delle banche italiane. Il sistema del credito italiano ha dimostrato in questi due anni di reggere il colpo, mantenendo i target patrimoniali sotto controllo. Ma ora, un conflitto dalla durata incerta e una spirale inflazionistica dalla portata spaventosa, rischiano di aumentare la pressione.
Visco lo sa ed è per questo che non ha usato giri di parole. “Le tensioni geopolitiche stanno avendo un impatto marcato anche sull’economia italiana che, insieme a quella tedesca, è tra quelle maggiormente dipendenti dalle importazioni di materie prime dalla Russia. Lo scorso gennaio ci attendevamo una espansione del prodotto superiore al 3% nella media del biennio 2022-23. Nello scenario di base elaborato in giugno, nel quale si ipotizza che le tensioni associate alla guerra si protraggano per tutto il 2022 ma si esclude una sospensione delle forniture di gas dalla Russia, la crescita è stata rivista al ribasso, di 2 punti percentuali nel complesso del biennio, su valori prossimi a quelli dell`area dell’euro”, ha spiegato Visco.
Facendo poi una previsione. “In uno scenario avverso caratterizzato da un arresto delle forniture dal terzo trimestre di quest’anno, solo parzialmente sostituite da altre fonti, il prodotto registrerebbe una contrazione nella media del biennio 2022-23, per tornare a crescere nel 2024”. Altro capitolo, la Bce e le sue stime sballate sull’inflazione. Christine Lagarde più volte è finita nell’occhio del ciclone a causa del suo eccessivo ottimismo circa la durata dell’inflazione. Ma il numero uno di Palazzo Koch non se l’è sentita di affondare la lama.
“Si è detto che alla Bce hanno sbagliato profondamente le previsioni economiche negli ultimi mesi, ed è vero, ma tutte analisi fatte mostrano che l’errore dipende al 90% da ipotesi fatte relative ai costi dell’energia. E questi costi, per quanto riguarda il gas naturale, sono passati dai 10 euro per MegaWattora di inizio 2020 ora a 180 euro”.
Nonostante Pil e inflazione, a Via Nazionale non sono finite le preoccupazioni. Una su tutte, la tecnologia. “La recente accelerazione nell’utilizzo delle nuove tecnologie espone a maggiori rischi anche banche e sistemi finanziari, che si sono concretizzati in alcuni incidenti cibernetici di rilevante gravità. Con lo scoppio del conflitto in Ucraina i rischi sono tornati ad aumentare, con Consob, Ivass e Uif abbiamo tempestivamente segnalato agli intermediari la necessità di innalzare il livello di attenzione a fronte di attacchi potenziali”, ha spiegato Visco.
“In quest’ambito, abbiamo anche sollecitato le banche e i principali fornitori di servizi tecnologici a condurre una valutazione dei rischi legati all’utilizzo di software proveniente dalla Russia. Non ci sono, per ora, evidenze di attacchi informatici nel mercato finanziario riconducibili direttamente al conflitto che abbiano avuto successo”.