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Pechino paga, il mattone crolla. Lo strano caso di Cifi

Lo scorso mese le banche del Dragone hanno raddoppiato il credito al mercato immobiliare, erogando una liquidità mai vista prima. Eppure le insolvenze proseguono senza sosta. L’ultimo caso dimostra che in Cina c’è qualcosa che non funziona

 

Succede qualcosa di strano in Cina. Da una parte il governo continua a pompare quattrini nel mercato immobiliare, che da solo vale quasi il 30% della seconda economia ma alle prese con un lento e inesorabile sgretolamento dei propri asset. Dall’altra però, proprio il mattone, continua a perdere colpi, diventando sempre più un generatore di debito. Sembra quasi che, tutti i soldi che Pechino immette nel comparto, non sortiscano alcun effetto. Semplicemente, evaporino.

Per capire bene la situazione, bisogna partire dai dati diffusi da Reuters pochi giorni fa. Ebbene, i nuovi prestiti bancari al settore immobiliare cinese sono quasi raddoppiati a settembre, rispetto al mese precedente e hanno superato di gran lunga le aspettative degli analisti, dopo che la banca centrale ha agito per stimolare un’economia indebolita sia dalla stessa crisi immobiliare, sia da una recrudescenza dei casi di Covid. Nel dettaglio, le banche del Dragone hanno erogato prestiti per 2,47 trilioni di yuan (344,58 miliardi di dollari), con un balzo rispetto ai 1,25 trilioni di yuan di agosto.

Bene, più soldi nel mattone e allora più Pil. Nemmeno per sogno. Perché proprio nel momento in cui i flussi di credito hanno ricominciato a riprendere vigore, ecco che un altro alfiere dell’immobiliare cade miseramente. Si tratta di Cifi Holdings, con sede a Shanghai, appena declassato da Fitch a CC da BB. Un downgrade avvenuto negli stessi giorni in cui il gruppo ha dovuto pagare interessi obbligazionari per 9,14 milioni di dollari. Per un pelo, visto che come ha scritto Bloomberg, il costruttore, che ha venduto una rara obbligazione garantita dallo Stato meno di tre settimane fa, ha visto crollare la fiducia degli investitori. Al punto che le sue azioni sono sono precipitate a 15 centesimi da quasi 90 centesimi di un mese fa.

Il canovaccio è sempre lo stesso, in puro stile Evergrande. Le preoccupazioni per la salute finanziaria di Cifi sono infatti l’ultimo colpo alle società immobiliari del settore privato, afflitte da livelli record di insolvenze obbligazionarie. A dire il vero, sempre secondo Bloomberg, sono sorti dubbi negli ultimi giorni anche su altri costruttori e tutti destinatari di prestiti pubblici. Ma allora, c’è qualcosa che non funziona.

Photo by Nuno Alberto on Unsplash

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