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Serve un fondo anti-bolletta, dimentichiamo il price cap. Parla Cipolletta

Intervista all’economista, già presidente di Assonime: un tetto al costo del metano non garantirebbe prezzi migliori, perché bisognerebbe rinegoziare i contratti direttamente con la Russia. Meglio uno strumento finanziato con debito europeo con cui coprire la spesa per il gas in eccedenza rispetto al valore di mercato. Non comprendo i dubbi di Berlino. Confindustria ha ragione, flat tax e pensioni oggi sono discorsi lunari

Il tetto al prezzo del gas, sognato dall’Italia, implorato dall’Europa e snobbato dalla Germania è un qualcosa di poco praticabile. Semmai, la vera domanda è: perché mai Berlino avrebbe dovuto rispedire al mittente la proposta, targata Paolo Gentiloni e Thierry Breton, per l’emissione di debito comunitario al fine di combattere il caro-bollette? Innocenzo Cipolletta, economista di lungo corso, già presidente di Assonime, tale quesito se lo è posto, ben consapevole che è difficile trovare una risposta.

Partiamo dalla questione price cap. Ai primi di settembre sembrava fatta, poi è calata la notte, anche e non solo per colpa della Germania e infine si è riaccesa una speranza. Che succede?

Io metterei subito in chiaro che il tetto al prezzo del gas è qualcosa di poco praticabile, tutto molto velleitario, perché poi bisogna andare a negoziare direttamente con quei fornitori che a quel costo il metano non lo vogliono vendere. In questo senso, la posizione tedesca di mettere un tetto domestico ha una sua logica, anche se rimango dell’idea che se proprio si vuol apporre un cap, allora va fatto su scala europea.

Lei sembra avere dei dubbi sul tetto al prezzo del gas. Mi spiega perché?

Mettiamola così, il tetto a livello europeo sarebbe più efficace, ma difficilmente potrebbe portare a rinegoziare i contratti con la Russia, fino a che si mantengono le sanzioni contro questo Paese. Ed è per questo che dico che è poco praticabile. La soluzione è, semmai, un’altra?

Quale?

Un fondo per finanziare l’eccesso di costo che si determina sul mercato a seguito delle manovre della Russia. In altre parole, gli Stati europei potrebbero acquistare il gas al prezzo del mercato e sarebbero finanziati dall’Europa per la quota di prezzo superiore al tetto fissato. In questa maniera, si ridurrebbe l’impatto sui prezzi interni e si limiterebbe l’indebitamento pubblico degli Stati. Ecco, questa mi pare una soluzione sensata e onestamente non capisco perché i tedeschi la abbiano bocciata, sarebbe stata una risposta fortissima alla Russia. In altre parole, ci si finanzia a livello europeo con il fondo e poi si restituisce la quota prestata dall’Ue per il costo eccedente del gas, più tardi.

In effetti, Cipolletta, una simile proposta non è molto lontana da quella proposta da Gentiloni e Breton. Anzi, direi che le assonanze sono parecchie…

La soluzione è banale ma estremamente europea. E sarebbe stata la mossa più giusta, difficile capire perché la Germania si sia opposta, onestamente.

Veniamo all’Italia. Nei giorni scorsi Confindustria ha attaccato frontalmente parte del programma economico del centrodestra, a cominciare dalla flat tax e dalle pensioni. Condivide?

Assolutamente. Flat tax e pensioni non sono oggi la priorità. Tanto per cominciare sul fronte delle pensioni, serve una flessibilità ma senza incidere sui conti pubblici, l’Italia spende già troppo in questo senso. Se qualcuno decide di andare in pensione in anticipo, prenderà un po’ meno, come in tutti i Paesi del mondo.

Non è il caso di mettere ancora sotto i stress i conti, più di quando non lo siano già, insomma…

Esattamente. E poi scusi, è anche una questione di agenda. Non si capisce che ci sono altre priorità ed emergenze? Per quanto riguarda la flat tax, anche lì, mi pare tutto assolutamente secondario se non sbagliato. Mi spiega il senso di mettere una tassa che nei fatti favorisce i ricchi, per giunta in questo momento storico?

Giorgia Meloni, futuro premier, ha più volte auspicato un aggiustamento del Pnrr. Secondo lei si può fare?

Certo che dei miglioramenti si possono fare, si possono anche cambiare i contenuti, quello che non deve essere stravolto sono gli obiettivi, quelli proprio no. Magari ci sarà un po’ più di spesa per le infrastrutture o un po’ meno a seconda dell’andamento delle infrastrutture.

I mercati negli ultimi giorni sembrano essersi tranquillizzati, con spread e rendimenti in calo, nella prospettiva, diventata certezza, di un governo Meloni…

Credo che i mercati abbiano ben incassato il Tpi della Bce (lo scudo anti spread, ndr). Guardi che si tratta di uno strumento possente, in grado di intervenire in caso di eventuale speculazione sul debito sovrano. E poi tutti i Paesi cambiano governo, inclusa l’Italia, dunque non c’è nulla di strano. Certo, se poi il nuovo esecutivo prende decisioni in aperto contrasto con l’Europa, allora il mercato si irrigidisce. Però, come ho detto, in quel caso la Bce sarebbe pronta a intervenire, gli investitori sono tranquilli anche per questo.

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