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Cosa c’è dietro il “niet” di Conte alla manifestazione davanti all’ambasciata russa

Il leader 5S aspetta l’evento “nazionale” perché quella di giovedì è “del Pd”. Ma le sue parole premiano la mossa di Letta e sembrano confermare la difficoltà a chiedere a Mosca di fermare l’invasione

“Ogni manifestazione per la pace benvenuta, ma” quella di giovedì “è una manifestazione del Pd e adesso ce n’è una nazionale e senza cappelli”. Così Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, ha risposto ai cronisti sulla manifestazione organizzata per giovedì fuori dall’ambasciata russa a Roma. Parole pronunciate poche ore dopo l’appello rivolto da Volodymyr Zelensky, presidente ucraino, ai leader del G7: “C’è solo una persona che in questo momento sta bloccando la pace, e questa persona è a Mosca”, ha affermato con riferimento a Vladimir Putin.

Repubblica aveva raccontato la “mossa a sorpresa” con cui Enrico Letta, segretario uscente del Partito democratico, aveva tentato di scavalcare Conte “che avrebbe voluto mettere il cappello sulla grande manifestazione” promossa dalla Rete pace e disarmo che dovrebbe tenersi dal 21 al 23 ottobre prossimi, nell’ambito delle iniziative promosse da Europe for Peace.

“Conte ha capito che a sinistra c’è uno spazio politico da conquistare, rappresentato da tutti coloro che nutrono sentimenti anti-occidentali e anti-Nato”, ha spiegato nei giorni scorsi Massimiliano Panarari, docente all’università Mercatorum, a Formiche.net. “Una fetta importante di elettorato che storicamente era compresa nelle file del Partito Comunista, ma che ora nel Pd di Letta non si ritrova più”, ha aggiunto.

Il niet di Conte sembra dimostrare due cose. Primo: le ambiguità del suo “pacifismo” fatto di appello allo stop all’invio di armi all’Ucraina aggredita ma povero di richieste alla Russia di fermare l’invasione. Seconda: l’Opa pentastellata sul Partito democratico non avverrà in piazza con le bandiere arcobaleno.


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