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La Germania si allinea con il buy european francese

Il ministro tedesco dell’Economia è intervenuto a una conferenza di industriali evidenziando la necessità per l’Europa di pensare strategicamente alle proprie industrie. Da qui la volontà tedesca di allinearsi alla posizione francese di subordinare l’accesso ai sussidi per le green tech con l’approvvigionamento interno all’Unione Europea

Il ministro tedesco dell’Economia, Robert Habeck, è intervenuto a una conferenza di industriali affermando che i leader europei si stanno muovendo verso l’adozione di sussidi e agevolazioni fiscali per le imprese in risposta all’Inflation Reduction Act statunitense. Il ministro ha riportato, tra l’altro, che la Germania si trova d’accordo con la proposta francese di subordinare l’accesso ai sussidi all’utilizzo di materiale prodotto all’interno dell’Ue.

Il pacchetto di sussidi statunitensi ha lasciato fuori le aziende europee, lasciando però accesso a quelle americane, canadesi e messicane. Al contrario, in Europa gli incentivi per le tecnologie verdi, come ad esempio il bonus tedesco da novemila euro per le automobili elettriche, sono aperti a fornitori da ogni parte del mondo.

Parigi aveva reagito molto duramente alle misure di Washington, sostenendo che l’Ue avrebbe dovuto implementare strategie simili a protezione delle proprie industrie strategiche. Berlino era stata più cauta, evidenziando la necessità di non scivolare in guerre commerciali che non andrebbero a beneficio di nessuno. Ora non solo la Germania, nelle parole di Habeck, si sarebbe allineata alla posizione francese, ma addirittura concorderebbe con il “buy european” proposto dalla presidenza francese di Emmanuel Macron.

Questo concetto, essenzialmente, prevede che i produttori siano obbligati a utilizzare una certa percentuale di prodotti, tecnologie o materie prime di produzione nazionale, per poter beneficiare delle sovvenzioni.

Certo, il ministro Habeck ha specificato che le misure dovranno rispettare le regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto). In generale, queste regole impediscono agli Stati di implementare simili incentivi, che svantaggiano fortemente i competitor stranieri e incoraggiano i governi di altri stati a cominciare competizioni simili.

Tuttavia, lo stesso ministro ha evidenziato due possibili soluzioni al problema. In primo luogo, si potrebbe applicare una deroga che la stessa Wto riconosce, ovvero quella sulla protezione ambientale. “Se si costruiscono tecnologie a zero emissioni di CO2, potrebbe essere sensato trasportarle a zero emissioni di CO2 o con la minore impronta di CO2 possibile”, ha detto, evidenziando come l’obbligo di approvvigionarsi localmente potrebbe essere giustificato come ecologico.

In secondo luogo, altra strategia perseguibile sarebbe quella dell’eccezione a causa sicurezza nazionale. Questa fu la motivazione data dall’ex presidente Donald Trump quando annunciò i dazi su acciaio e alluminio.

Il ministro tedesco ha concluso il suo intervento dicendo che “l’Europa deve riconoscere – come abbiamo fatto con la produzione di chip – che una certa resilienza, una certa sovranità strategica dell’Europa, è necessaria anche nella produzione industriale di prodotti energetici”. Insomma, l’Europa deve adoperarsi per non rimanere schiacciata tra due superpotenze e i due pesi massimi, Francia e Germania, sembrano averlo capito. Ora non resta che attendere l’implementazione delle misure e i risultati dei colloquio tra Emmanuel Macron e Joe Biden.

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