Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

La prima manovra Meloni&Giorgetti. Ecco cosa bolle in pentola

Questa sera in Consiglio dei ministri la legge di Bilancio che vale 32 miliardi, finanziati quasi per intero a deficit. Il cuore della ex Finanziaria è la lotta all’inflazione e il sostegno alle famiglie, mentre per il taglio del cuneo fiscale e la tregua tributaria ci sarà poco spazio. E l’addio alla Fornero sarà solo temporaneo, in attesa di una vera riforma

E venne il giorno della manovra di Giorgia Meloni. Questa sera, poco dopo le 20.30 a Palazzo Chigi si riunirà il Consiglio dei ministri per approvare la legge di Bilancio che porta la firma in calce di Giancarlo Giorgetti. Circa 32 miliardi di potenza di fuoco, spalmati a cavallo tra il 2022 e il 2023. Una decina di miliardi subito, per arginare la crisi energetica e il suo devastante impatto sulle bollette, il resto l’anno prossimo. Ma sempre con baricentro inflazione.

Poco, infatti, lo spazio di manovra sul resto dei capitoli: pace fiscale sgonfiata, flat tax al 15% strizzata sulla soglia tra gli 80 e i 90 mila euro di reddito, Quota 103 ma solo per un anno (nel 2024 andrà rifinanziata), riassetto del reddito di cittadinanza e mini taglio al cuneo fiscale (non più di tre punti, per cinque miliardi al massimo). Tutto, ovviamente per un Paese con un debito di oltre 2.700 miliardi, finanziato a deficit, che il prossimo anno si assesterà al 4,5% del Pil.

IL FISCO CHE VERRÀ

Capitolo fisco. Dei cinque miliardi destinati al taglio del costo del lavoro, due andranno a confermare lo sconto contributivo già in vigore per i lavoratori con redditi fino a 35mila euro e un punto andrà ridurre la quota contributiva a carico delle imprese. Per finanziare il taglio al cuneo è prevista l’abolizione del reddito di cittadinanza per i 660mila occupabili. Dal pacchetto di misure fiscali, invece, il governo si aspetta di recuperare almeno 2 miliardi di euro. Tra le entrate anche la tassazione agevolata degli utili detenuti all’estero dalle imprese con la possibilità di affrancare le riserve al 9% per chi li mantiene oltre confine e al 6% per chi riporta in Italia i dividendi, magari per patrimonializzare l’impresa.

Sembra destinata ad uscire dal menù della manovra l’azzeramento dell’Iva su pane e latte, misura a ben vedere regressiva, mentre si discute ancora se ridurre al 5% l’aliquota per sui prodotti per l’infanzia e quelli per l’igiene intimo. Per quanto riguarda la flat tax, la soglia del reddito su cui applicare l’aliquota del 15% dovrebbe scendere dai 100 mila euro sognati dalla Lega, agli 80 mila. Poi c’è il fronte più caldo, quello delle cartelle esattoriali. Qui la pace fiscale si è sgonfiata parecchio, visto che saranno stralciate solo le cartelle notificate fino al 2015 e al di sotto dei 1000 euro. Per le restanti, varranno le vecchie regole della rottamazione.

OBIETTIVO INFLAZIONE

Tra i pilastri della manovra, come detto, l’energia. Nel dettaglio, saranno destinati i due terzi delle risorse di tutta la legge di Bilancio, partendo dalla base dei 21 miliardi in deficit per il 2023. Allo studio c’è un mix di aiuti per coprire i primi tre mesi del 2023: in parte confermando lo sconto benzina, il bonus sociale ed i crediti di imposta, in parte pensando a ristori specifici per alcuni settori, con la replica dell’Iva al 5% sul gas e dei bonus per le famiglie. Nel pacchetto sull’energia si punta in particolare all’aumento dal 30 al 35%  dei crediti d’imposta per le piccole attività commerciali, ma si punta anche a far salire dal 40 al 45% quello per le imprese.

TRA FORNERO ED E-COMMERCE

Non è finita. In manovra dovrebbe trovare spazio un milione di euro nel 2023 per rafforzare gli aiuti ai piccoli birrifici che producono birra artigianale. Oltre mezzo miliardo in due anni andrà poi a rifinanziare la Nuova Sabatini, diventata uno strumento strutturale di sostegno al sistema delle Pmi per l’acquisto o acquisizione in leasing di beni strumentali, per venire incontro alle esigenze di liquidità. Tra le proposte più discusse c’è poi quella di tassare le consegne a domicilio, quindi l’e-commerce, per sostenere i negozi di prossimità. Una norma che, se passasse, sarebbe destinata a fare molto discutere sia per i profili di leggittimità che per l’aumento dei costi per gli (ormai tanti) acquirenti.

Infine le pensioni. L’esecutivo è già da settimane è allo studio di una misura che possa scongiurare il ritorno della legge Fornero. Dopo la non riconferma di Quota 102, per il 2023 entrerebbe in vigore Quota 103. Con tale provvedimento si permetterebbe la via d’uscita dal lavoro a chi ha 62 anni di età e 41 anni di contributi. L’operazione potrebbe costare al governo all’incirca 700 milioni di euro (1,4 miliardi nel 2024) e consentirebbe ad una platea di 45-50 mila persone di lasciare il lavoro in anticipo rispetto ai 67 anni previsti dalla legge Fornero. Probabile, però, che le uscite reali siano di meno, circa 25mila.

 

×

Iscriviti alla newsletter