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Soldi e nucleare, che succede se la Russia si prende il porto turco?

Un nuovo “caso” Nato: la Marina di Mosca avrebbe, in un momento delicatissimo per gli equilibri euromediterranei, un punto di appoggio/osservazione nel Mediterraneo orientale, a poche miglia da Cipro e dai giacimenti di gas Mercury, Glauko, Zohr. Ma c’è anche il significato politico di una ipotesi del genere, che sconvolgerebbe il quadro

Cosa accadrebbe se nel sito turco di Mersin-Akkuyu, dove Rosatom sta costruendo la prima centrale nucleare in Turchia, il porto fosse nelle piene disponibilità di Mosca? La circostanza è data dal processo di privatizzazione dello scalo, al momento diviso tra turchi e russi, ma con insistenti voci che danno la quota russa salire alla quasi maggioranza per via della estrema esigenza di liquidità che Ankara ha (l’inflazione è all’85% e le urne si avvicinano).

Conseguenze

La prima conseguenza sarebbe di carattere logistico e militare: ovvero che la Marina russa avrebbe, in un momento delicatissimo per gli equilibri euromediterranei, un punto di appoggio/osservazione nel Mediterraneo orientale, a poche miglia da Cipro e dai giacimenti di gas Mercury, Glauko, Zohr. Lì inoltre è iniziata la costruzione di un radar militare russo, proprio a pochi chilometri da Kurecik, dove si trova la più importante stazione radar per la difesa dell’Alleanza Atlantica.

Ce n’è abbastanza per aprire una riflessione non solo sulle reazioni dei Paesi limitrofi che si dichiarano atlantisti, ma anche sul significato politico di un’ipotesi del genere. Sarebbe una primizia per un membro della Nato (la Turchia) e ci si chiede se accrescerebbe lo storytelling erdoganiano di guardare ai due “lembi politici” distesi da entrambi i super players al solo fine di incassare di più, da una parte e dall’altra.

Mersin-Akkuyu

Il sito in questione si trova a soli 200 chilometri dall’isola di Cipro, teatro dello scontro tra Grecia e Turchia, isola divisa in due e nuovo terreno di contrapposizione geopolitica alla luce delle scoperte di gas. Sul punto due settimane fa, proprio dal porto di Mersin, il ministro degli esteri turco Mevlut Cavusoglu aveva lanciato alcuni strali contro gli Stati Uniti, accusandoli apertamente di aver sconvolto il loro equilibrio nel caso cipriota avendo revocato l’embargo sulle armi.

“Perché lo hai fatto? Ho chiesto a Blinken – disse Cavusoglu -. La sua risposta è stata che Cipro ha collaborato con noi nel riciclaggio di denaro”. E aggiunse polemicamente che in Grecia ci sono alcune basi straniere su territorio ellenico, (quattro Usa frutto del nuovo memorandum greco-americano) come se volesse giustificare una possibile presenza russa su suolo turco.

Nato & Turchia

Della questione potrebbero aver discusso i vertici del governo turco con il Segretario Generale della Nato, Jens Stoltenberg, in occasione della sua visita ad Ankara. Ufficialmente Stoltenberg ha esortato la Turchia a mettere da parte le sue riserve sulla Finlandia e sulla Svezia in chiave adesione. Al momento Helsinki e Stoccolma hanno trovato un accordo con Ankara, anche se lo stesso presidente Recep Tayyip Erdoğan ha avvertito che il sì all’adesione arriverà solo quando Svezia e Finlandia non forniranno più supporto alle YPG, la propaggine siriana del PKK, e al Gülenist Terror Group (FETÖ), il gruppo dietro il tentativo di colpo di Stato del 2016.

Il ruolo di Rosatom

La centrale nucleare di Akkuyu sarà aperta alla fine del 2023 e fornirà 4.800 megawatt di energia, così come Sinop, dove ne verrà costruita un’altra. Ognuno di questi reattori fornirà il 20 per cento del consumo interno di energia. Secondo Aleksey Lihaçev, direttore generale di Rosatom, che attualmente sta lavorando alla centrale nucleare di Akkuyu, altre quattro unità verranno costruite a Sinop, a dimostrazione di un robusto legame tra Turchia e Russia. I simulatori di combustibile nucleare sono stati inviati per i test presso la centrale nucleare di Akkuyu che quindi si avvia alla fase terminale che porta alla sua accensione.

Il contratto risale al 2017, siglato da Tvel e Akkuyu Nuclear A.Ş. comprendente anche macchine di rifornimento di fabbricazione russa utilizzate per il caricamento del combustibile nucleare e la sostituzione del combustibile esaurito per ciascuna unità della centrale nucleare.

@FDepalo



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