Oltre al ministro Pichetto, due nomi di peso come gli ad di Igi Poseidon e Desfa, Fabrizio Mattana e Maria Rita Galli. Per fare del Mediterraneo un hub energetico europeo. Come controcanto al Dialogo Ministeriale di Atene arriva il tetto al prezzo del gas, che al momento non serve a niente
Un forum eurobalcanico sull’energia per avanzare proposte e indirizzi (anche all’Ue) in un momento caratterizzato dal no dei paesi frugali al tetto ai prezzi. Un grosso pezzo di governance italiana è stato presente ieri ad Atene in occasione della prima edizione della Riunione Ministeriale per la politica energetica dell’Europa sudorientale, ospitata dal Ministro dell’Energia e Ambiente greco, Kostas Skrekas, con la partecipazione dei Ministri della Regione. Non solo il Ministro italiano Gilberto Pichetto Fratin, ma anche l’Amministratore Delegato di Igi Poseidon, Fabrizio Mattana e Maria Rita Galli, Amministratore Delegato di Desfa, operatore ellenico partecipato al 60% da un consorzio guidato da Snam.
Tap
Sulla necessità di rafforzare la cooperazione tra i paesi dell’Europa sud orientale ha messo l’accento Pichetto, che ha portato all’attenzione del Forum le buone prassi del governo italiano per la diversificazione delle fonti energetiche al fine di eliminare la dipendenza dell’Italia e dell’Europa dal gas russo: “È fondamentale che i Paesi dell’Europa sudorientale rafforzino la collaborazione”, ha spiegato, aggiungendo che occorre lavorare per la sicurezza e continuità di approvvigionamento, garantendo stabilità, resilienza e la sostenibilità del sistema energetico. Sul punto un elemento strategico resta il gasdotto Tap che, dopo gli attacchi al Nord Stream, viene ora sorvegliato dalla Marina al largo della Puglia meridionale (senza dimenticare l’occhio americano a Cipro con il progetto Cyclops).
Ieri c’è stato un contatto telefonico tra il ministro degli Affari esteri dell’Azerbaigian, Jeyhun Bayramov e Antonio Tajani dopo che le Autorità di regolazione dell’energia di Albania (Ere), Grecia (Rae) e Italia (Arera) hanno dato il via libera al raddoppio, ovvero alle regole per il processo di “capacità incrementale”. Un Tap con maggiore capacità di flussi rappresenterà uno strumento oggettivo (energetico e politico) nelle mani dell’Italia.
Hub mediterraneo
Il filo mediterraneo sul gas lega l’Italia alla Grecia, dopo che colossi come Exxon hanno intenzione di perforare nello Ionio e a sud di Creta in cerca di nuovi giacimenti: per cui quella sufficienza energetica che potrebbe giungere nel 2026 equivarrebbe anche alla sicurezza energetica nella macro area: alla luce delle indagini sismiche avviate in cinque aree in Grecia ecco che Atene può diventare un esportatore di gas naturale, se le stime per i giacimenti saranno verificate, che si somma a Baku, Nicosia, Tel Aviv e all’arrivo di Gnl americano. Ma non è tutto, perché dal Forum è emersa anche una continuità strategica tra gas, gasdotti e interconnettori elettrici.
Interconnettori
Uno dei pilastri più importanti della politica energetica europea, è la tesi sviluppata ieri, è l’elettrificazione delle reti e la loro fornitura con energia pulita. Ma se fino a pochi anni fa l’Europa non aveva dato il peso necessario alle interconnessioni elettriche, adesso c’è un’altra consapevolezza, come dimostrano i progetti dei cavi sottomarini. In questo senso il vantaggio dato dall’interconnessione elettrica è quello, da un lato, di garantire stabilità di sicurezza della rete e, dall’altro, di costruire “soggetti” verdi che diventino hub non più solo di gas: è il caso del nuovo collegamento tra Grecia ed Egitto, che di fatto è un progetto non solo locale ma per tutta l’Europa. Proprio l’Ue ha recentemente riconosciuto il valore delle interconnessioni.
Nel marzo 2021 è stato avviato il nuovo corridoio elettrico dal Mediterraneo orientale all’Europa: Cipro, Grecia e Israele hanno firmato un memorandum d’intesa per la cooperazione in relazione al progetto “EuroAsia Interconnector”: una vera e propria autostrada elettrica con un mega cavo sottomarino dalla capacità totale di 2000 MW
La progettualità del Forum è fondamentale, all’indomani dello stop imposto al gasdotto Eastmed che avrebbe dovuto collegare Israele al Salento, via Cipro e Grecia, per sfruttare i nuovi giacimenti scoperti nel Mediterraneo orientale: ma i costi elevati e la contrapposizione innescata dalla Turchia ne hanno quasi inficiato definitivamente la realizzazione anche se, proprio per ricordare al Forum la bontà del progetto, l’Amministratore Delegato di Igi Poseidon, Fabrizio Mattana ha sottolineato che l’East Med può svolgere un ruolo strategico per la sicurezza energetica dell’Europa.
Qui Ue
Tutto bene dunque? No, perché come controcanto al Dialogo Ministeriale sull’Energia di Atene ecco arrivare il muro europeo al tetto al prezzo da parte dei paesi frugali. Proprio ieri e dopo mesi di trattative basati anche sulla proposta Draghi, la Commissione ha fissato sì dei limiti ai costi sul mercato, su pressione dei paesi nordici, ma a condizioni oggettivamente difficili da raggiungere: il perdurare per due settimane consecutive del prezzo del gas scambiato al Ttf di Amsterdam che sia superiore ai 275 euro a megawattora; e la contingenza che, per dieci giorni consecutivi di scambio, la differenza di prezzo tra il Ttf e quello del Gnl sia superiore ai 58 euro.