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Sussidi e green tech, ramo d’ulivo Usa verso l’Ue. In tempo per il Ttc?

Biden Macron

Con l’Ue sul piede di guerra commerciale, e alla vigilia di un Ttc sottotono per via delle tensioni transatlantiche sui sussidi, Biden promette a Macron di aggiustare l’Inflation Reduction Act per non svantaggiare le industrie europee nel campo delle tecnologie verdi

Dopo settimane di tensione montante, in cui l’ipotesi di una guerra commerciale sembrava sempre più realistica, le due sponde dell’Atlantico possono tirare un sospiro di sollievo. A Washington Emmanuel Macron si è fatto portavoce delle preoccupazioni europee sui nuovi sussidi industriali statunitensi, che nel favorire sviluppo e reshoring delle industrie di tecnologie verdi in Nord America rischiano di penalizzare i concorrenti nel Vecchio continente. Al che il padrone di casa, Joe Biden, ha promesso che avrebbe rimesso mano alle regole.

IL RAMO D’ULIVO DI BIDEN

“Ci sono delle modifiche che possiamo apportare per rendere più facile la partecipazione dei Paesi europei e per renderli autonomi”, ha detto il presidente americano in conferenza stampa con la controparte francese. “Non ho mai avuto intenzione di escludere chi collabora con noi. Non era questa l’intenzione. Siamo tornati in affari, l’Europa è tornata in affari. E continueremo a creare posti di lavoro in America, ma non a spese dell’Europa”.

“In certe occasioni si scrive un’opera legislativa enorme, e questa prevede quasi 360 miliardi di dollari per il più grande investimento nel cambiamento climatico di tutta la storia”, ha continuato il presidente Usa. “Quindi è ovvio che ci saranno degli intoppi e che sarà necessario conciliare i cambiamenti”. Anche Macron, soddisfatto, ha dichiarato che gli alleati avrebbero “risincronizzato i nostri approcci” in materia di sanzioni.

Quella di Biden è stata una presa di posizione tanto benvenuta quanto inaspettata. Finora Washington si era limitata a confermare la sua strategia Buy American (che include anche Canada e Messico) e suggerire a Bruxelles di adottare una strategia di sussidi parallela. Cosa che ha spinto gli europei – persino la rigorista Germania, preoccupata per il destino della propria industria automobilistica e in preda alla crisi energetica come il resto del continente – a prendere seriamente in considerazione una battaglia a colpi di sussidi.

Le dichiarazioni di giovedì sembrano indicare l’inizio del disgelo, ma non è ancora chiaro che forma possa prendere. L’Ue vorrebbe beneficiare delle agevolazioni fiscali Usa anche se i prodotti non arrivano dal Nordamerica. Ma i membri del Partito democratico americano si sono già dimostrati restii a rimettere mano all’Inflation Reduction Act – che inizialmente era noto come Green Deal ed è stato approvato in Campidoglio dopo oltre un anno di contrattazioni feroci. Tuttavia, la svolta di Biden segna un netto cambio di passo nella retorica statunitense: la svolta porta alla possibilità di ottenere risultati concreti a inizio 2023.

IL VERSANTE TTC

Thierry Breton, commissario europeo al mercato interno, non si è fatto convincere. Poco dopo l’annuncio di Biden ha dichiarato che non avrebbe partecipato al Consiglio commercio e tecnologia (Ttc) – il tavolo di lavoro semipermanente dove Usa e Ue possono allinearsi e risolvere dispute come questa, in programma per lunedì 5 dicembre (qui le anticipazioni) – perché non si sarebbe parlato abbastanza del conflitto commerciale. Non mancherà invece Margrethe Vestager, copresidente del Ttc e commissaria alla concorrenza, che aveva già avvertito del pericolo di innescare una guerra commerciale.

I dissapori transatlantici si sono evidentemente riflessi sul Ttc. La conferenza di lunedì è un appuntamento ricorrente per delineare i risultati raggiunti. Ma come evidenziato dagli analisti del Dentons Global Advisors/Asg, un’organizzazione di consulenza strategica, l’evento potrebbe essere messo in ombra dalla diatriba commerciale, nonché dagli approcci differenti in materia di politica industriale e controlli sulle esportazioni – cruciali per contenere il rivale cinese.

Nel 2022, di fronte all’aggressione russa dell’Ucraina, Ue e Usa hanno consolidato il rapporto. Il Ttc si è rivelato uno strumento fondamentale per coordinare le sanzioni e sferrare un attacco congiunto alla macchina bellica russa, oltre ad aiutare il progresso delle democrazie digitali in altri settori. Tuttavia non sono mancati gli irritanti nella relazione, spiega il rapporto Asg; oltre al Buy American che tanto ha fatto infuriare gli europei, ci sono le preoccupazioni americane sulla serie di nuove regolamentazioni Ue su Big Tech e intelligenza artificiale.

Infine, Washington vorrebbe che Bruxelles adottasse una linea più dura su Pechino, specie sul versante tecnologico. E, ferita dalla diatriba green, l’Ue ha fatto sparire dalle conclusioni del Ttc di lunedì ogni riferimento alla Cina. Occhio: “sono proprio le questioni che il Ttc non affronta che possono ostacolarne il progresso”, scrivono gli analisti Asg. “L’incontro di dicembre sarà un importante banco di prova per verificare se Usa e Ue riusciranno a trasformare le loro idee per migliorare il coordinamento delle politiche tecnologiche, pur accettando di non essere d’accordo su questioni-chiave come l’approccio alla protezione dei dati, la governance dell’IA e la regolamentazione delle grandi aziende tecnologiche”.

Immagine: profilo Twitter del Presidente degli Stati Uniti


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