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Origine cinese del Covid? Scontro a colpi di rapporti tra Gop e Dem

I democratici puntano il dito contro l’ex presidente Trump, i repubblicani insistono sul programma di Pechino sulle armi biologiche. Tra poche settimane questi ultimi prenderanno la guida della commissione Intelligence della Camera ma non è ancora chiaro quanto aggressivamente si occuperanno di questo dossier scottante

Sta diventando sempre più acceso lo scontro alla Camera dei rappresentanti tra democratici e repubblicani sull’intelligence e la pandemia. Mancano poche settimane al passaggio di testimone tra il democratico Adam Schiff e il repubblicano Mike Turner alla guida della commissione Intelligence e i due partiti hanno diffuso due rapporti distinti sul lavoro delle agenzie di intelligence sull’origine del Covid-19 che non ha portato a conclusioni certe.

LA VERSIONE DEI DEMOCRATICI

Secondo i democratici le agenzie potrebbero aver perso un’opportunità fondamentale per raccogliere informazioni utili non riuscendo a destinare le proprie risorse – in particolare quelle definite “clandestine” – ai giusti obiettivi e con i tempi appropriati. Il rapporto mette in discussione l’operatore dell’amministrazione presieduta da Donald Trump. Secondo un testimone che ha parlato alla commissione in merito al President’s Daily Brief del 28 gennaio, il vice consigliere per la sicurezza nazionale Matt Pottinger stava “perdendo la testa” mentre parlava della gravità della malattia e cercava di convincere il presidente e i presenti che “questa sarà una cosa davvero grande”. Secondo il rapporto dei democratici, nonostante i molti e incessanti avvertimenti da parte della comunità d’intelligence, “la messaggistica della Casa Bianca” non è riuscita a informare efficacemente il pubblico del rischio del virus. La retorica di Trump si è discostata “in modo impressionante” dalle conclusioni delle comunità di intelligence di fine gennaio, hanno detto, dimostrando che l’esecutivo “era informato, ma non ha avvertito il popolo americano”. “Per sei settimane, il messaggio del presidente – che il virus non rappresentava una minaccia significativa – è stato totalmente incoerente con quanto riferito dalla comunità d’intelligence”, si legge nel rapporto.

LA VERSIONE DEI REPUBBLICANI

Nel loro rapporto i repubblicani accusano la comunità di intelligence di aver “minimizzato la possibilità” che la SARS-CoV-2, il virus che causa la Covid-19, “fosse collegata al programma di armi biologiche della Cina”. Si tratta di un’affermazione che va apertamente contro il rapporto declassificato della stessa comunità di intelligence, pubblicato all’inizio di quest’anno, secondo cui c’era un “ampio accordo” sul fatto che il virus non fosse stato sviluppato come arma biologica. Il rapporto del Partito repubblicano non fornisce dettagli a sostegno delle sue affermazioni, adducendo problemi legati alla classifiche di segretezza del materiale. Nel mirino dei repubblicani c’è anche il rapporto declassificato della comunità d’intelligence, in cui si spiega che i funzionari erano divisi sul fatto che il virus avesse origine naturale o fosse sfuggito a un laboratorio. “Personalmente non credo che la versione non classificata rifletta adeguatamente le affermazioni o le conclusioni della versione classificata”, ha detto Turner. “Non siamo vendicativi nel nostro approccio”, ha detto il relatore Brad Wenstrup. “Vogliamo solo arrivare alla verità”.

E ORA?

“Sebbene i repubblicani della Camera abbiano chiarito che le indagini sulla gestione della pandemia da parte del governo – compresa l’indagine sulle sue origini – sono un obiettivo chiave per il prossimo anno, non è chiaro quanto aggressivamente la commissione per Intelligence si muoverà per perseguire la questione quando il repubblicano Mike Turner dell’Ohio prenderà il martelletto da presidente”, ha scritto la CNN. L’emittente ha evidenziato che Wenstrup non dovrebbe far parte della commissione. Il dossier, a meno di due anni dalle elezioni presidenziali e per il Congresso, scotta: coinvolge l’amministrazione, la gestione dell’intelligence ma anche dinamiche globali come la competizione tra Stati Uniti e Cina in una fase in cui i presidenti Joe Biden e Xi Jinping si sono promessi di mantenere aperti i canali di comunicazione per evitare incidenti.



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