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La network diplomacy dei cavi sottomarini, Terna e il nuovo ruolo dell’Italia

Sono infrastrutture che stanno esponenzialmente acquisendo uno status significativo nella geopolitica del mare nostrum. Meloni: “È nella nostra missione intensificare la cooperazione con l’Africa per portare investimenti e sviluppo”. Donnarumma: “Grazie a questa opera, l’Italia potrà concretamente diventare un hub energetico del Mediterraneo”

Un progetto altamente strategico, tanto per l’Italia quanto per l’Europa; la primizia rappresentata dai fondi europeo per la prima volta immessi in un’infrastruttura in cui è coinvolto un paese extra Ue; la possibilità di strutturare policies dedicate all’energia che implementino il ruolo dell’Italia nell’intera macro area. La nuova interconnessione italotunisina targata Terna è un altro jolly che Roma può giocare su vasta scala, non solo nel farsi hub elettrico ma per distendere le proprie politiche energetiche nel versante mediterraneo: ovvero quella network diplomacy dei cavi sottomarini che può mettere in risaldo il nuovo ruolo dell’Italia.

Il progetto

Il collegamento sottomarino tra Europa e Africa favorisce lo status italiano di hub energetico Mediterraneo per la gestione dei flussi di energia da fonti rinnovabili. Si tratta di 200 chilometri di cavi elettrici sottomarini, realizzati da Terna e dal gestore della rete elettrica tunisina Steg, per un costo di circa 850 milioni di euro complessivi, di cui 307 milioni finanziati mediante Connecting Europe Facility (“Cef”), il fondo dell’Unione europea destinato allo sviluppo di progetti chiave che mirano al potenziamento delle infrastrutture energetiche comunitarie. In pratica questo ponte energetico sottomarino da 600 MW in corrente continua collegherà Europa e Africa.

Unicum

L’eccezionalità del progetto risiede nel fatto che è una decisione storica perché per la prima volta i fondi comunitari Cef sono stati assegnati a un’opera infrastrutturale sviluppata da uno Stato Membro e da uno Stato Terzo. Anche per questa ragione la Commissione europea ha destinato al progetto oltre la metà del budget disponibile nel bando del 2022.

La nuova interconnessione tra Italia e Tunisia si somma alle 26 già operative, insieme agli elettrodotti tra Italia-Francia, Italia-Grecia, Italia-Svizzera, Italia-Austria e al Sa.Co.I.3 (il progetto di rifacimento del collegamento tra Sardegna-Corsica-Italia) che permetteranno all’Italia di sfruttare la sua posizione geografica strategica in chiave energetica.

Qui Chigi

Il via libera della Commissione Europea allo stanziamento di 307 milioni di euro per co-finanziare l’infrastruttura d’interconnessione tra Italia e Tunisia è un grande successo Italiano, ha commentato il Premier Giorgia Meloni. “È una data storica perché l’Unione Europea ha dato l’ok ad un progetto che vede coinvolto uno Stato Membro con uno Stato Terzo. L’opera, un elettrodotto sottomarino di circa 200 km, sarà realizzata da Terna e dalla corrispondente società tunisina Steg e costituirà un nuovo corridoio energetico tra Africa ed Europa, favorendo la sicurezza dell’approvvigionamento energetico e l’incremento di produzione di energia da fonti rinnovabili. E’ nel destino dell’Italia diventare un nuovo hub energetico per l’intero Continente europeo, è nella nostra missione intensificare la cooperazione con l’Africa per portare investimenti e sviluppo”.

Qui Terna

“Grazie a questa opera, l’Italia potrà concretamente diventare un hub energetico del Mediterraneo – ha osservato Stefano Donnarumma, amministratore delegato di Terna – Si tratta di una infrastruttura strategica per il nostro Paese e per l’Europa, che potrà contribuire in maniera significativa all’indipendenza energetica, alla sicurezza del sistema elettrico e allo sviluppo delle fonti rinnovabili. Siamo molto soddisfatti del finanziamento da parte della Commissione Europea, il primo mai assegnato a un progetto intercontinentale, che ha riconosciuto la valenza strategica del nostro progetto”.

Cavi elettrici

L’occasione del nuovo progetto targato Terna è strategica per ragionare sulle cosiddette infrastrutture “nascoste” come nuova leva diplomatica, tra Mediterraneo e Balcani. Nel Mediterraneo e nell’Adriatico infatti ci sono già il cavo tra Italia e Montenegro, il cavo sottomarino tra Libia e Grecia per avere più potenza internet, quello tra Israele e Arabia Saudita e l’Interconnettore Euro Africa sull’asse Cairo-Nicosia-Atene, tutte infrastrutture che stanno esponenzialmente acquisendo uno status significativo nella geopolitica del mare nostrum, in quanto spia di una nuova consapevolezza strategica: infatti la network diplomacy è la chiave per nuove alleanze (anche dell’Italia).

@FDepalo

 


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