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EuroAsia Interconnector, quando parte la nuova autostrada elettrica sottomarina

Cipro, Grecia e Israele firmano un memorandum d’intesa per la cooperazione in relazione al progetto “EuroAsia Interconnector”: una vera e propria autostrada elettrica con un mega cavo sottomarino dalla capacità totale di 2000 MW

Non solo gas. Sta partendo una vera e propria autostrada elettrica con un mega cavo sottomarino dalla capacità totale di 2000 MW per collegare l’Asia e l’Europa. Con una lunghezza totale di 1.208 km crea un percorso alternativo affidabile per il trasferimento di energia elettrica da e verso l’Europa. Ecco l’EuroAsia Interconnector, il nuovo corridoio elettrico dal Mediterraneo orientale all’Europa, attraverso Cipro. Cipro, Grecia e Israele hanno firmato un memorandum d’intesa per la cooperazione.

INTERCONNECTOR

L’opera in questione rappresenta un passo deciso verso l’integrazione di più Fonti Energetiche Rinnovabili (FER) nel loro mix energetico, migliorando così la loro capacità di rispettare gli impegni previsti dall’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici. Il progetto consentirà ai paesi coinvolti di cogliere le grandi opportunità che si aprono nel campo del green development, contribuendo nel contempo alla salvaguardia dell’ambiente. La firma è giunta oggi a Nicosia dai tre ministri dell’energia di Cipro, Grecia e Israele (Natasa Pileidou, Costas Skrekas e Yuval Steinitz) che considerano il progetto “Euroasia Interconnector” come un eccezionale passo avanti, definendolo una pietra angolare degli sforzi per passare a un’economia verde, pienamente in linea con gli sforzi per proteggere l’ambiente.

Per quanto concerne Cipro, la revoca dell’isolamento energetico rafforzerà la competitività economica da un lato e un mercato elettrico completamente liberalizzato entro il 2022 dall’altro. Ma è alla voce geopolitica che si riscontrano segnali significativi. Tel Aviv considera la firma un segno di amicizia, una sorta di alleanza speciale tra i tre paesi, definite “le tre Repubbliche del Mediterraneo orientale, Grecia, Cipro e Israele”, senza dimenticare il ruolo dell’Egitto. 

GEOPOLITICA

Si è, in sostanza, cementata a queste latitudini una nuova partnership sotto il comune denominatore del dossier energetico. Non solo gas, ma anche elettricità dunque: lo dimostra l’incontro di domani al Cairo, nell’ambito del Forum del gas del Mediterraneo orientale, al quale partecipano, oltre ai tre paesi, anche Egitto, Italia, Giordania e Autorità Palestinese (mentre ci sono domande di adesione dalla Francia e gli Stati Uniti come è noto vorrebbero aderire sotto lo status di osservatori). Già ribattezzata la Opec del gas, il Forum punta a rappresentare uno strumento diplomatico e geopolitico sulle nuove pipeline del Mediterraneo orientale, capaci non solo di trasportare il gas da Israele al Salento, ma anche di costruire relazioni ed influenze di nuovo conio. Una di esse riguarda proprio l’asse Tel Aviv-Nicosia.

APHRODITE-YISHAI

Dopo un’anticamera durata nove anni, Israele e Cipro hanno raggiunto un’intesa sulle riserve di gas a cavallo del loro confine marittimo. Il giacimento Aphrodite-Yishai è di fatto un giacimento transfrontaliero di gas naturale ma i due governi non sono stati in grado di raggiungere un accordo circa il relativo sfruttamento commerciale. Due anni fa Cipro aveva firmato una concessione di 25 anni con Noble Energy, Shell e Delek Drilling per lo sfruttamento di Afrodite. Ma Israele chiedeva un accordo prima di procedere alla sovrapposizione. Si tratta di un giacimento rilevantissimo che ha in pancia 4,1 trilioni di piedi cubi di gas.

Adesso i due governi consentiranno alle società coinvolte su entrambi i lati della linea di demarcazione tra le zone economiche esclusive di Cipro e Israele di sedersi insieme ad un tavolo e programmare, entro il prossimo semestre, un vademecum di intese dettagliate. In questo modo i players privati presenti saranno meglio armonizzati nelle singole attività. Un passo che fortifica ulteriormente le relazioni tra Israele e Cipro, anche con “vista Turchia” dal momento che Ankara rivendica apertamente quel gas presente nelle acque di Cipro nord, la parte che la Turchia ha invaso e occupato dal 1974.

QUI UE

Spettatore molto interessato di questa partita è l’Ue: la grande scommessa per l’Unione europea è ridurre la sua completa dipendenza dai Paesi terzi diversificando contemporaneamente le fonti di energia e mantenendo un equilibrio politico con questi Paesi. Se alla voce gas oggi la Russia è il principale fornitore dell’Europa, coprendo circa il 40% del suo fabbisogno, Washington, a sua volta, sta marciando spedita verso l’indipendenza dell’Europa dal gas russo tramite l’utilizzo della Grecia.

Ma l’Europa non ha bisogno solo del gas. La feroce concorrenza nel GNL ha anche consentito che la transizione dal carbone e dal petrolio fosse accelerata. Qui entra in scena l’elettricità, per prezzo e ambiente pulito, due fattori che sono stati colti da Israele prima di tutti gli altri.

Tel Aviv oggi ha il 50% dell’elettricità generata dal gas naturale. Gli israeliani hanno utilizzato anche la produzione dei primi giacimenti nella produzione di elettricità che ha portato automaticamente alla riduzione dei prezzi e utilizzando regolarmente l’elettricità in settori strategici del paese. L’Europa, che utilizzerà anche il gas naturale per generare elettricità, osserva e pensa al modello israeliano.

twitter@FDepalo

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