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Dalle orbite alla Space economy. Lo spazio italiano all’alba del 2023

Lo Spazio per il mondo e per il nostro Paese è sempre più strategico e può fungere da volano e acceleratore per l’economia del futuro. Il 2022 è stato infatti per il settore spaziale italiano un anno incredibile e il 2023 si preannuncia essere sfidante nel portare a termine quanto preventivato. Ne hanno parlato il presidente Saccoccia, la professoressa Di Pippo e l’ad Comparini nel corso del live talk “Un anno di Spazio italiano. Tra Luna e space economy”

“Possiamo dire che il 2022 è stato per lo spazio italiano un anno molto importante, molto significativo in termini di risultati, di eventi, di progetti che hanno raggiunto il loro culmine”. Così il presidente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi), Giorgio Saccoccia, ha esordito intervenendo al live talk “Un anno di Spazio italiano. Tra Luna e space economy” realizzato dalla rivista Airpress in collaborazione con l’Asi. I fondi italiani di cui si è deciso lo stanziamento a Parigi – in sede dell’ultimo consiglio dell’Agenzia spaziale europea (Esa) – sui cinque anni di programmi obbligatori e i tre anni di opzionali ci collocano infatti al 18,2%, a ridosso della Francia con il 18,9% e della Germania con il 20,8%. Un risultato eccezionale se si va a vedere che alla precedente ministeriale di Siviglia il nostro Paese si era attestato sul 16%. L’occasione ha permesso di tracciare un bilancio dell’anno spaziale appena trascorso, mettendo in risalto anche le sfide che attendono il comparto per il 2023, in compagnia del presidente dell’Asi, di Simonetta Di Pippo, direttore dello Space economy evolution lab presso Sda Bocconi e di Massimo C. Comparini, amministratore delegato di Thales Alenia Space Italia.

Il bilancio dell’anno

L’anno si è aperto con le prime immagini della missione Ixpe, realizzata insieme alla Nasa, ed è proseguito con altri successi, dalla messa in orbita dei satelliti di Cosmo SkyMed di nuova generazione, alla partecipazione dei cubesat Licia Cube alla missione di difesa planetaria Dart e di ArgoMoon al primo passo del programma lunare Artemis. Come ha ricordato Saccoccia, questi sono stati “eventi importanti, punta dell’iceberg visibile di tanto di più che è avvenuto”, fatto anche di tecnologia italiana meno visibile, ma altrettanto importante, come dimostrano le partecipazioni del nostro Paese all’European service module, al progetto per la Lunar Gateway e allo sviluppo dei primi mattoni dell’architettura di superficie lunare. Per il presidente dell’Asi, “in generale ricorderemo il 2022 come l’anno in cui si è materializzata l’assicurazione della disponibilità di importanti risorse finanziarie per lo spazio italiano”, ricordando sia il budget nazionale, arrivato a 2,4 miliardi di euro, triplicato rispetto a tre anni fa, sia il successo della ministeriale.

Italia, protagonista dello Spazio nel 2023

Questi sono da considerarsi ottimi punti di partenza per affrontare il 2023, che vedrà una disponibilità di fondi per il settore spaziale del nostro Paese notevole, a partire anche da quanto stabilito dal Pnrr. “Cominceremo il 2023 con un budget per l’Asi praticamente triplicato rispetto al 2019”, ed “entro marzo dobbiamo contrattualizzare tutte le attività legate allo spazio nel Pnrr”, ha raccontato infatti Saccoccia, spiegando inoltre l’importanza di un “riconoscimento chiaro del ruolo dello spazio nell’internazionalizzazione”, sia come strumento di diplomazia sia come apripista per le imprese spaziali nazionali ad altri Paesi. Anche sul fronte della cultura spaziale che mira ad avvicinare sempre più i cittadini alle orbite si sono fatti passi in avanti, come ha dimostrato anche l’attenzione concentratasi attorno alla seconda edizione della Giornata nazionale dello spazio, svoltasi lo scorso 16 dicembre che, come ha sottolineato il presidente dell’Asi, ha visto “tutta Italia parlare di spazio”; nell’auspicio che ciò “serva a comprendere profondamente il contributo dello spazio dà alla vita di tutti i giorni è al benessere dei cittadini”. Per questo “il 2023 dovrebbe essere l’anno in cui cerchiamo di portare sempre più i cittadini a comprendere quanto lo spazio sia fondamentale per le loro vite”, ha infine osservato Di Pippo.

Focus sulla Space economy

Nel corso dell’anno è accresciuta la consapevolezza del valore dello spazio quale acceleratore per l’economia del futuro. “Se noi andiamo a guardare in tutti i settori dell’indotto quanto lo spazio sia importante”, ha sottolineato Di Pippo, “capiamo che in pratica la Space economy è già qui con noi”. Lo dimostra anche l’Osce che ha stimato come l’attuale valore della Space economy globale passerà dagli attuali 470 miliardi a milioni di miliardi entro il 2040. Nel corso del suo intervento l’esperta si è anche concentrata su un particolare programma che spicca tra quelli approvati in sede Esa: ScaleUp. Approvato per un totale di 117,6 milioni di euro ha l’obiettivo di incoraggiare l’imprenditorialità e la commercializzazione del settore spaziale europeo. “La particolarità di questo programma è il suo orientamento al business e non alla tecnologia, e non è legato a un settore specifico ma dovrebbe, almeno nelle intenzioni, trovare applicazione in tutti i programmi Esa. Ne beneficeranno start up, centri di ricerca applicata e innovazione, ma anche società più mature, come Pmi e i grandi integratori di sistema”. Si tratta quindi di un “programma trasversale” e di “un approccio strategico e innovativo” che rappresenta “un grande passo in avanti”, ha spiegato ancora Di Pippo.

La prospettiva industriale

Anche dal punto di vista industriale e tecnologico, l’Italia ha conservato la sua leadership in tutti i grandi pilastri del settore, dall’esplorazione all’accesso alle orbite, dall’osservazione terrestre alle telecomunicazioni spaziali. Per Comparini, “al di là degli aspetti economici, la quantità di risorse è importante e ci deve dare la responsabilità di utilizzarle al meglio, contribuendo al posizionamento ulteriore, e a un altro salto di qualità, dello spazio italiano”. Una responsabilità demandata sia ai giganti del settore sia alle PMI e start up che crescono sempre più a livello nazionale. Secondo Comparini, progetti come lo Space rider – un veicolo spaziale automatizzato e riutilizzabile, senza pilota, capace di trasportare in orbita bassa terrestre esperimenti scientifici e tecnologici frutto di un accordo siglato tra l’Esa e Thales Alenia Space, insieme al consorzio European launch vehicle costituito dall’Agenzia spaziale italiana e da Avio – potranno essere molto utili in previsione del prossimo pensionamento della Stazione spaziale internazionale (Iss). Bisognerà quindi per l’ad “porsi la questione di un potenziale sviluppo commerciale dell’orbita bassa”, che vedrà inoltre aumentare “la relazione tra Space e non-Space”.

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