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Investiamo sulla scuola per combattere l’antisemitismo. Parla Dureghello

Verso la Giornata della Memoria. Intervista alla presidente della Comunità ebraica romana: “Oggi si sono consolidate tante credenze errate che soltanto la scuola può eradicare. I bambini e i ragazzi costituiscono le fondamenta della nostra società ed è da lì che bisogna ripartire”

L’antisemitismo si presenta sotto forme e vesti diverse, confida a Formiche.net Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica romana. È un fenomeno carsico, subdolo, che si sa adattare a contesti molto differenti tra loro e che si può combattere investendo nella conoscenza e nelle scuole. E chiede alla politica e alla comunicazione politica di garantire uno sforzo maggiore.

Come si combatte l’antisemitismo, oltre che con la commemorazione?

L’antisemitismo si combatte con azioni quotidiane, che riguardano soprattutto il livello culturale. É fondamentale lavorare sulla Memoria, a partire da uno studio rigoroso della storia nelle scuole. Si tratta di una materia che negli anni è stata progressivamente trascurata e svilita, creando lacune pesanti formazione dei ragazzi. Ciò ha alimentato fenomeni come la diffusione di fake news, l’affermazione di luoghi comuni che non sono stati confutati tramite un’analisi adeguata degli eventi storici. Oggi si sono consolidate tante credenze errate che soltanto la scuola può eradicare. I bambini e i ragazzi costituiscono le fondamenta della nostra società ed è da lì che bisogna ripartire.

I viaggi della memoria possono essere uno stimolo/insegnamento ai giovani?

I viaggi sono una componente irrinunciabile dello studio e uno strumento di conoscenza che consente di comprendere tramite il contatto diretto. Osservare in prima persona alcuni luoghi, sentirli sui propri corpi tramite sensazioni indescrivibile accresce la capacità di capire. Una dinamica che si rafforza ancora di più tramite il racconto dei testimoni. Ascoltare Sami Modiano e gli altri sopravvissuti ha consentito a tantissimi studenti di confrontarsi con la Shoah e l’antisemitismo senza mediazione. Un’esperienza che ha segnato un vero spartiacque per chi l’ha vissuta e che costituisce un vero e proprio antidoto contro i rigurgiti antisemiti

Come spiegare i nuovi rigurgiti di antisionismo, come dimostrano i recenti casi in Germania e in Turchia? (Covid colpa degli ebrei, ad Ankara nel 2020 venne denunciato il nuovo antisemitismo da virus).

L’antisemitismo si presenta sotto forme e vesti diverse. È un fenomeno carsico, subdolo, che si sa adattare a contesti molto differenti tra loro. Si annida nei gruppi di estrema destra, tra una certa sinistra antagonista, nel radicalismo islamico. La sua sottovalutazione ha creato il terreno fertile per farlo crescere violentemente e diffusamente. Diventa così sempre più drammaticamente semplice attribuire all’ebraismo l’origine di ogni male.

Quanta responsabilità hanno la politica e la comunicazione politica in una fase sociale caratterizzata dall’abbondanza di fake news?

La politica e la comunicazione politica dovrebbero garantire uno sforzo maggiore. A partire dal linguaggio, anche dalla scelta delle singole parole. Chi ricopre ruoli istituzionali o di rilevanza pubblica deve fungere da esempio, da traino e non il contrario, come troppo spesso avviene. La politica deve generare contaminazione positiva, non contagio tossico. Analogo discorso vale per le informazioni che si veicolano, magari senza verificarle. La superficialità e la sciatteria sono tra i migliori alleati dell’antisemitismo. Perché sottovalutare in questo caso vuol dire rafforzare.

@FDepalo

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