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Yellen in Senegal contro la guerra di Putin e il debito di Xi

Dieci giorni di viaggio in Africa per la segretaria al Tesoro americana, che iniziano con ampie critiche a Russia e Cina, ma che si focalizzeranno sulla strategia con cui l’amministrazione Biden intende elevare il valore del capitale umano del continente

Dopo l’incontro con l’alto funzionario del Politburo Liu He, capo degli affari economici cinesi, la segretaria al Tesoro statunitense, Janet Yellen, ha lasciato il World Economic Forum di Davos in direzione Africa. La visita in Senegal, Zambia e Sud Africa, dà seguito all’incontro con la gran parte dei leader africani ospitati, a metà dicembre alla Casa Bianca, e racconta di come l’amministrazione Biden intenda dare spinta al suo rinnovato interessamento per il continente.

Interessamento che passa anche dalla costruzione di una partnership di carattere economico per contrastare l’inflazione e facilitare l’accesso a investimenti e finanze per i Paesi africani. L’Africa è da anni un mondo in cui il tema del debito è prominente, attualmente complicato dalle dinamiche inflattive e al peso sulle varie economie continentali del conflitto russo in Ucraina. È per esempio il caso del circolo vizioso che si è creato in Egitto, paese africano tanto quanto mediorientale, potenza strategico-militare e demografica del Mediterraneo e del Mar Rosso (corridoio geoeconomico cruciale), dove la spesa pubblica è aumentata (per sostenere i sussidi connessi anche alla guerra ucraina), e il Cairo ha dovuto ricorrere a una nuova richiesta di prestito dal Fondo monetario internazionale.

Alcuni dati sui fondamentali economici segnano già previsioni di crescita minore dell’anno precedente nel continente, sebbene la situazione generale sia migliore dalla crisi innescata dal Covid. Indizi che fanno emergere una chiara capacità di resilienza ormai sviluppata dai Paesi africani, anche davanti alle problematiche innescate dalla guerra in Ucraina. I Paesi africani stanno continuando a diventare a medio reddito, anche se resta aperta la questione debito pubblico e inflazione.

La questione economica è una di quelle che segnerà l’Africa pure per l’anno appena iniziato, anche perché si sovrappone all’attività delle potenze esterne che si interessano al continente. La Cina per esempio dovrebbe essere portata a rivedere la spinta su investimenti e prestiti forniti agli africani, anche in funzione del rallentamento economico, e questo porterà automaticamente a un rimodellamento alle relazioni anche con gli Stati Uniti – che in questa fase stanno muovendo azioni diplomatiche, economiche e securitarie in Africa.

La segretario al Tesoro ha usato il suo primo discorso sul suolo africano per prendere di mira direttamente la Russia – citando la guerra in Ucraina come la principale causa della miseria africana – e per invitare la Cina a offrire una riduzione del debito alle economie in difficoltà, dando un perfetto quadro delle dimensioni dell’impegno americano e delle condizioni in corso nel continente.

Il viaggio di dieci giorni di Yellen è in buona parte progettato per evidenziare ciò che gli Stati Uniti possono offrire all’Africa e non soffermarsi su dove altri paesi non sono all’altezza. È il nuovo senso della strategia statunitense, che intende superare l’idea indotta anche tra gli africani che questo nuovo interessamento sia legato al confronto tra potenze in corso sul suolo africano. Tuttavia l’aggressione militare della Russia e l’approccio inflessibile della Cina nei confronti dei paesi poveri e indebitati sono l’inevitabile “musica di sottofondo del tour di Yellen”, fa notare Axios.

Nel discorso di venerdì a Dakar, per esempio, Yellen ha cercato di sfruttare le frustrazioni africane per l’insicurezza alimentare e gli alti costi energetici per attaccare la sciagurata decisione di Vladimir Putin di invadere Kiev. Specularmente ha usato il tema del debito per cavalcare preoccupazioni africane simili. Resta chiaro che né Pechino né Mosca sembrano disposte a cedere la loro influenza sul continente.

“La barbara aggressione della Russia contro il suo vicino è particolarmente sentita dall’Africa e dalla sua gente” ha detto Yellen in osservazioni preparate in un discorso a un incubatore di imprese di Dakar, progettato per donne e giovani (l’età media dei senegalesi la popolazione è di 19 anni e gli Stati Uniti adesso si concentrano sul capitale umano e sul fornire agli individui opportunità). “La guerra e l’armamento del cibo da parte della Russia hanno esacerbato l’insicurezza alimentare e causato sofferenze indicibili”.

Il colpo di Yellen alla Cina è più sottile, ma arriva dopo che lei ha sollevato preoccupazioni sulla ristrutturazione del debito dello Zambia direttamente con il vice premier cinese Liu Hu nel faccia a faccia avuto a Zurigo. Molti paesi africani “hanno semplicemente un debito insostenibile”, ha detto Yellen. “Crediamo che la comunità internazionale, inclusa la Cina, debba fornire una significativa riduzione del debito per aiutare i paesi a ritrovare la loro posizione”.

Yellen arriva nel continente – portando con sé molto interesse, al di là di quello diretto nei Paesi toccati dal viaggio – dopo il viaggio del nuovo ministro degli Esteri cinese Qin Gang, mentre il russo Sergei Lavrov potrebbe batterla in un rush su Pretoria, la capitale del Sud Africa, in cui potrebbe arrivare due giorni prima dell’americana.

Russi e cinesi utilizzano approcci diversi per avvicinarsi ai Paesi africani. I primi spingono sul mondo militare – vendita di armi e assistenza per la sicurezza fornita anche attraverso il ruolo di strutture come il Wagner Group, la società militare privata che il Cremlino usa per lavori ibridi. Gli altri sono convinti che gli investimenti sulle infrastrutture siano la base per la strutturazione di relazioni “win-win” e possano permettere ai locali sviluppo e alla Cina di raggiungere i propri interessi e obiettivi.

Gli Stati Uniti muovono leve articolate: da un lato sono partner sulla sicurezza (in parte minore sulla forniture militari), da un altro sono investitori (Washington ha promesso fondi per 55 miliardi di dollari, durante il summit alla Casa Bianca), contemporaneamente l’amministrazione Biden porta avanti il dialogo riguardo alla tutela di diritti e valori democratici – aspetto che Cina e Russia tralasciano secondo le varie declinazioni del principio di non interferenza negli affari interni.

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