Dopo il clamoroso sciopero dei mutui, lo scorso anno, adesso il taglio del costo del denaro da parte della Pboc rischia di favorire un rimborso anticipato dei prestiti. Che per gli istituti non è una buona notizia. Ecco perché
Errare è umano, ma quasi sempre ha un prezzo. Ora lo sanno anche in Cina, Paese dalle mille contraddizioni e dai tanti guai, a cominciare da quelli finanziari, che in questi anni non sono certo mancati. Stavolta in gioco ci sono i tassi sui prestiti, il costo del denaro che le banche immettono nell’economia per alimentare domanda e crescita. O, più semplicemente, permettere alle famiglie di comprarsi una casa.
Tutto è partito lo scorso agosto, quando la People’s Bank of China, la banca centrale cinese, ha annunciato un taglio di due dei suoi tassi di interesse di riferimento, per sostenere l’economia nel contesto di un forte rallentamento aggravato dalla crisi immobiliare, soltanto una settimana dopo aver già tagliato altri tassi chiave, a fine luglio. Un’azione importante da parte dell’istituto, in controtendenza con quanto stava accadendo a livello mondiale, in primis alla Fed e alla Bce.
Peccato che l’abbattimento dei tassi abbia prodotto un effetto collaterale che forse sarebbe stato opportuno prevedere. Abbassandosi il costo del denaro, infatti, le rate dei mutui contratti per l’acquisto di un’abitazione sono improvvisamente diventate più leggere e, conseguentemente, molti nuclei hanno deciso di velocizzare il rimborso dei prestiti per evitare che, un nuovo e possibile rialzo dei tassi, possa un domani rendere il debito nuovamente troppo pesante. In altre parole, finché costa meno onorare gli impegni con la banca, è il ragionamento di fondo, tanto vale ridurre il più possibile l’esposizione con gli istituti.
Ora, come ha raccontato Bloomberg, le principali banche del Dragone stanno affrontando la pressione di un’ondata di rimborsi anticipati dei mutui, in quanto i proprietari di casa approfittano del calo dei tassi di interesse per ridurre il debito. La questione è seria. Al punto che la China Banking and Insurance Regulatory Commission ha tenuto una riunione alla fine della scorsa settimana con le banche operanti a livello nazionale, proprio per discutere del problema, che si presenta sotto forma di possibile voragine nei conti degli istituti. Ogni banca, infatti, all’inizio di ogni anno fa il suo budget, o meglio bilancio preventivo. E si setta su quei target di margini legati allo stock di mutui concessi e ai tassi ad essi connessi.
La repentina sterzata di molte famiglie, rischia così di sballare i piani. “Alle banche è stato chiesto di riferire immediatamente sull’ammontare dei mutui interessati e sulle soluzioni da adottare per far fronte alla pressione”, scrive l’agenzia di stampa americana. “Gli istituti e la China bankin commission stanno discutendo su come adeguare i tassi ipotecari esistenti senza provocare dei buchi nei bilanci. I rimborsi anticipati sono diventati un’altra grande sfida per le autorità cinesi dopo che l’anno scorso gli acquirenti di case in tutta la Cina hanno boicottato il pagamento dei mutui per le case non finite e non consegnate in seguito alla crisi di liquidità del mattone”.