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Altro che pericolo per l’Ue, è la più popolare. Il Times incorona Giorgia

Il prestigioso quotidiano inglese nella sua edizione domenicale, la più letta nel Regno Unito, si aggiunge al gradimento di Economist, Figaro e Die Welt spegnendo le polemiche pre elettorali e mettendo in luce i risultati dei primi 100 giorni

Definita un pericolo, Giorgia Meloni ora è il leader più popolare dell’Unione euopea. Il prestigioso quotidiano inglese Times, nella sua edizione domenicale, che è la più letta nel Regno Unito, mette l’accento su un passaggio per nulla scontato, tra l’altro già sottolineato da gran parte della stampa continentale. Ovvero che tutto lo storytelling pre-elettorale basato sulla potenziale esplosione del debito pubblico, sul pericolo di attacco alle istituzioni democratiche italiane e sui rigurgiti di fascismo si è poi confrontato con la realtà del nuovo governo italiano, fatta di pragmatismo (legge di bilancio) e strategie (Piano Mattei e alleanze internazionali).

Si legge che, nonostante le preoccupazioni iniziali, i primi 100 giorni in carica di Meloni sono stati lisci e orientati a una luna di miele non solo con l’elettorato (visti i sondaggi) ma anche con l’infrastruttura-Paese viste le maggioranze nei due rami del Parlamento. Inoltre il primo presidente del Consiglio donna in Italia “ha smorzato la feroce retorica e tiene Bruxelles dalla sua parte, lasciando che il suo fascino emerga”. E ricorda che quando Meloni è diventata la prima donna presidente del Consiglio lo scorso ottobre, “i suoi oppositori più accaniti l’hanno presentata come un pericolo per il suo Paese e per l’Europa”.

Spiega inoltre che ci sono state varie voci, sia sui media che tra i maggiori critici, secondo cui all’interno del suo partito vi erano figure troppo apertamente nostalgiche di Benito Mussolini, con l’aggiunta che erano ampiamente prevedibili una serie di battaglie con l’Unione europea e con i mercati finanziari a proposto dei temi economici, aggiungendo che i critici già ipotizzavano quanto sarebbe durata una leader con così poca esperienza di governo (e con così poca stampa a favore, sarebbe da aggiungere). I pronostici invece non sono stati rispettati.

L’endorsement del Times non solo si inserisce in un filone che molto spesso è stato foriero di aspre critiche agli esecutivi italiani, ma si somma alle parole positive vergate su Economist, Le Figaro e Die Welt: il giornale tedesco nelle ore immediatamente precedenti alla visita di Meloni a Berlino, ha osservato che il premier italiano si è rivelato migliore della sua reputazione, avendo “spento” le polemiche del suo partito contro la Germania che, con “retorica antiteutonica”, hanno preceduto la loro ascesa al potere. “Il governo italiano spesso ammicca a destra. Ma, contrariamente a quanto l’accusano i critici, Giorgia Meloni non ha condotto il Paese al fascismo. Il suo corso è rigorosamente conservativo, sì. Ma questa è una buona notizia per la stabilità dell’Europa”.

Sui temi pregnanti come le alleanze internazionali, l’atlantismo e l’invasione dell’Ucraina, la Welt ha osservato che Meloni ha mostrato forza e capacità di guida, come dimostrano le “concessioni marginali” che deve fare agli alleati della maggioranza, senza dimenticare “nessun ammiccamento amichevole” verso Vladimir Putin, conti pubblici in ordine “compatibili con l’Unione europea” e “un approccio decisamente multilaterale”.

Se a ciò si aggiungono le continue e fruttuose visite a Palazzo Chigi, la call sull’Ucraina del gruppo Quint con Joe Biden, Emmanuel Macron, Olaf Scholz e Rishi Sunak, le proficue interlocuzioni strategiche messe in piedi in Libia e in Algeria alla voce energia, l’asse con Parigi sulle armi all’Ucraina dove il presidente del Consiglio sarà presto in visita, si ottiene un quadro internazionale d’insieme fatto di azioni oltre che promesse.


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