La prima banca italiana mette a segno un utile di 4,3 miliardi, su cui ha impattato il conflitto scatenato dalla Russia. Ma il fronte orientale è in sicurezza, mentre prosegue senza sosta lo smaltimento delle sofferenze. Niente scossoni sul patrimonio
La prima banca italiana, per dimensioni, rete e capitalizzazione, continua ad essere al servizio dell’economia. C’era attesa per i risultati del 2022 di Intesa San Paolo, presentati alla comunità di investitori e al mercato nella tarda mattinata, al termine del consiglio di amministrazione, guidato dal ceo Carlo Messina. Nel primo anno dopo la grande pandemia, Ca’ de Sass (qui l’articolo con i conti del primo semestre 2022) ha dimostrato ancora una volta una capacità di generare margini e reddito non da poco, oltre a confermarsi acceleratore di economia. E questo nonostante il peso del conflitto in Ucraina sui conti del gruppo bancario.
Ebbene, lo scorso anno si è chiuso per Intesa per con un utile netto di 5,5 miliardi di euro, escludendo ovviamente la componente legata agli asset in Russia e Ucraina, costata all’istituto rettifiche in bilancio per 1,1 miliardi. Il fronte orientale è stato messo da tempo in sicurezza, con un’esposizione ridotta tra gennaio e dicembre dello scorso anno del 68% (circa 2,5 miliardi di euro). Includendo nel conto l’impatto della guerra in Ucraina, infatti, ecco che il bilancio 2022 di Intesa parla di ricavi per 21,470 miliardi e un utile netto di 4,354 miliardi.
Molto bene, poi, anche i numeri del quarto trimestre, che tradizionalmente corrispondono allo sprint finale del business. Qui i profitti hanno raggiunto quota un miliardo, battendo le attese di Bloomberg di 897 milioni. Anche l’indice sulla solidità del capitale è sopra le aspettative: Cet 1 ratio Phased–in al 13,8%, le stime erano per il 13,2% (consenso Bloomberg), mentre il rapporto costi/ricavi (cost to income ratio) si è attestato al 55,2%, migliore delle stime per il 55,3%.
Tornando ai conti del 2022, lo scorso anno i proventi operativi netti sono saliti del 3,3% a 21,5 miliardi, con interessi netti che grazie all’aumento dei tassi Bce sono balzati del 20,2% a 9,5 miliardi e commissioni nette in calo del 6,4% a 8,9 miliardi. Stabili (-0,4%) i costi operativi a 10,9 miliardi, per un rapporto cost/income sceso al 50,9%. Quanto alla solidità patrimoniale, il coefficiente Cet 1 a regime è al 13,5% deducendo i dividendi e il buyback e senza considerare 125 punti base di impatto positivo previsto dalle Dta (imposte differite attive). E, non certo un dettaglio, nel 2022 è proseguita la pulizia del bilancio, con una riduzione delle sofferenze del 30%.
“Intesa San Paolo”, si legge nella nota che accompagna il bilancio, “è pienamente in grado di continuare a operare con successo in futuro, potendo contare sui punti di forza che contraddistinguono il gruppo, in particolare la redditività resiliente, la solida patrimonializzazione, lo status di banca a zero npl, l’elevata flessibilità nella gestione dei costi operativi. La formula del piano di impresa 2022- 2025 e, in particolare, l’obiettivo di 6,5 miliardi di utile netto al 2025 sono confermati”.
Messina ha poi focalizzato l’attenzione, in conferenza stampa, sul sostegno della banca all’economia reale. “Confermiamo la nostra forte attenzione alla difficoltà di famiglie e imprese e il nostro impegno a sostenerli. Nel 2022, abbiamo fornito oltre 30 miliardi di euro a supporto di famiglie e imprese per il caro energia e abbiamo erogato oltre 81 miliardi di euro complessivi, di cui quasi 60 miliardi di euro in Italia. E per le nostre persone di Intesa Sanpaolo abbiamo fornito un contributo una tantum di quasi 80 milioni di euro per mitigare l’impatto dell’inflazione su di loro e le loro famiglie. Voglio anche ricordare che, nel corso del 2022, abbiamo donato 10 milioni di euro a sostegno dell’emergenza umanitaria in Ucraina”.