Skip to main content

Sui tassi Berlino è in stato confusionale. E gioca sulla pelle dell’Italia. Parla Vincenzo Visco

Intervista all’economista ed ex ministro delle Finanze e del Tesoro: l’inflazione rallenta e il prezzo del gas è sceso, non c’è motivo di accanirsi sul costo del denaro. Berlino è fuori dalla realtà, il mondo di venti anni fa non esiste più. Sul superbonus Meloni ha fatto bene, basta che ora i soldi risparmiati non producano decisioni scellerate. Elly Schlein? Il Pd era diventato un’entità inutile, lei è una speranza

Qualcuno, a Berlino, sta giocando sporco. Magari sulla pelle dell’Italia, proprio nelle settimane, parola di Fondo monetario, in cui la crescita tricolore viaggia più veloce di quella tedesca. Il terreno è ancora quello dei tassi, dai quali dipende il costo di qualunque debito, sovrano o privato che sia. Christine Lagarde, presidente della Bce, non ne vuol sapere di prendersi una pausa dalla corsa forsennata al rialzo dei tassi e questo nonostante nel Comitato esecutivo dell’Eurotower, comincino a intravedersi le prime vere crisi di coscienza tra chi è per una stretta monetaria sine die e chi, invece, chiede di rallentare.

Tra i primi, figura il governatore della Bundesbank, Joachim Nagel che in Isabel Schnabel, membro tedesco del board esecutivo di Francoforte, trova la sua longa manu alla Bce. Negli ultimi giorni Nagel è tornato a tambureggiare per un ulteriore inasprimento dell’attuale politica monetaria (a marzo è prevista una nuova stretta da 50 punti), ignorando forse due aspetti: primo, l’inflazione in Europa è dovuta essenzialmente ai costi delle materie prime e, secondo, che il continente non andrà in recessione e un aumento spropositato del costo del denaro potrebbe fiaccare la già fragile, ma preziosa, ripresa. Che sia, insomma, un modo per rendere più difficile la vita all’Italia, aumentando il costo del suo debito e diminuendone la potenza di fuoco in vista di una potenziale revisione dei vincoli per gli aiuti di Stato (più il debito è oneroso meno soldi alle imprese di possono dare), proprio mentre i mercati, invece, premiano ancora Giorgia Meloni? Domande girate a Vincenzo Visco, economista e più volte ministro delle Finanze.

La Bce sembra voler insistere sui tassi, senza pause di riflessione. E questo su input, evidente, della Germania. Le pare saggio?

Bisogna stare attenti, muoversi con cautela. Nuovi aumenti oggi non sarebbero necessari, l’inflazione sta rallentando e il prezzo del gas è sceso di molto. Semmai sarebbe il caso, piuttosto che insistere sui tassi, di concentrarsi sull’aumento dei carburanti. Perché se il prezzo di questi ultimi rimane alto, allora anche tutto il resto aumenta, a cominciare dal prodotto finale. E se i prezzi aumentano, ecco che allora la Bce può dire che è giusto continuare con le strette monetarie. Capisce, è una spirale, che va fermata.

Non vede un interesse tedesco dietro tutto questo. Tutti sappiamo come il debito della Germania è molto più sostenibile e leggero del nostro…

Se vuole la mia opinione io credo che a Berlino siano in stato confusionale. Voglio dire, i tedeschi continuano a comportarsi come nel passato, solo che il mondo non è più quello di prima. Vorrebbero l’energia a basso costo e una moneta svalutata, ma non hanno ancora capito che non siamo più a dieci o venti anni fa. E invece continuano a usare leva monetarie e fiscale come una clava, in modo indiscriminato. In questo senso il ministro delle Finanze tedesco (Christian Lindner, ndr) non lo capisco proprio. A volte ho la sensazione che la Germania voglia spaccare l’Europa.

Europa, lungi dal fare l’avvocato del Diavolo, che è già spaccata anche sulla risposta da dare alla valanga di sussidi all’industria americani…

Sì, ma le dico una cosa. Francia e Germania si accorgeranno che da sole non ce la faranno a dare la stessa mole di aiuti alle imprese. Soprattutto la prima, che resiste solo perché lì i tassi sono piuttosto bassi, al contrario dell’Italia dove serve il calmiere europeo. Ma se salgono anche lì, i tassi…

Visco, cambiamo argomento. In tutta sincerità, ha fatto bene Giorgia Meloni a mettere in discussione il superbonus per salvaguardare i conti pubblici?

Sì e no.

Vuole spiegarsi?

La misura era temporanea e chiaramente eccessiva, non certo a prova di bilancio statale italiano. Quindi da questo punto di vista sì. Ma anche no, perché quello che farà questo governo una volta abolito il reddito di cittadinanza e fermato il superbonus, sarà molto peggio.

Si sente una vena di polemica…

No, ma dico questo. Quello che farà questo governo sarà abbassare le tasse a chi vuole, usando i soldi risparmiati su superbonus e reddito di cittadinanza. Magari facendo errori anche sulle pensioni. Però vorrei parlare di un qualcosa di cui si parla ancora poco.

Prego.

La transizione energetica e la ristrutturazione delle case in chiave green, voluta dall’Europa, costa un mare di soldi. E non si può scaricare sullo Stato tutto il costo e nemmeno sui consumatori.

Allora come si può fare?

Bisognerà chiedere dei finanziamenti all’Europa, ottenere degli incentivi, ma non certo a pioggia. Dovranno essere aiuti ben calibrati e ben strutturati. In cambio, l’Italia si impegnerà a interventi robusti in chiave transizione.

Per finire, dal momento che ci sono state le primarie del Pd, le chiedo: le piace Elly Schlein?

L’ho votata. Il Pd era una entità inutile per come lo avevano ridotto. Lei è una speranza, è sveglia, dovrà dimostrare di avere stoffa. La base è buona, in Europa come europarlamentare non si è comportata male. Anzi.


×

Iscriviti alla newsletter