“La Wagner è una propaggine esplicitamente terroristica dell’Armata Rossa: l’Occidente sia più attento a ciò che ha fatto anche in Africa. Conte? Un trasformista. Non dimentico il giro per l’Italia fatto da un’unità russa composta per larga parte da soldati e per uno spicchio da sanitari. Una cosa incredibile per un Paese Nato, ma pure per un Paese autonomo”. Conversazione con lo storico esponente socialista di Forza Italia, già presidente della Commissione Esteri della Camera
L’Italia? Uno dei paesi che ha dato più udienza alle mistificazioni russe. Tunisia, Libia e Afghanistan? Tre esperienze negative dell’Occidente, dalle quali può anche darsi che Putin abbia tratto la tragica conseguenza di poter attaccare l’Ucraina. E’ severo il giudizio che Fabrizio Cicchitto, storico esponente socialista di Forza Italia, affida a Formiche.net alla voce Ucraina e geopolitica. Non solo, secondo l’ex presidente della Commissione Esteri della Camera, nel nostro paese vi è un pezzo di pubblica opinione caratterizzata non tanto da un atteggiamento filo russo, ma da indifferenza, e occorre in questo senso che l’intera fascia di alleati euroatlantici recuperi terreno in un’area strategica come quella africana, dove la Wagner è attrice protagonista.
Dopo le comunicazioni del Presidente del Consiglio, in Senato sono arrivate cinque risoluzioni: il Pd e il Terzo Polo, coerenti con la linea letta sull’Ucraina, mentre il Movimento cinque Stelle chiede lo stop all’invio delle armi. Anacronismo o coerenza anti atlantica?
Direi che Conte butta giù la maschera. Nel corso di questi anni ha avuto sempre una linea di grandissima ambiguità sul terreno internazionale, sia nei rapporti con la Cina sia in quelli con la Russia. Poi ha mescolato il tutto con Trump, come dimostrato dal fatto che consentì al suo ministro della Giustizia di venire in Italia e avere incontri con i nostri servizi. Quindi Conte è un trasformista. Anche da questo punto di vista, però, la sua linea più reale è stata quella che ha consentito l’adesione dell’Italia, come unico Paese del G7, alla Nuova Via della Seta. Né dimentico il giro per l’Italia fatto da un’unità russa composta per larga parte da soldati e per uno spicchio da sanitari. Una cosa incredibile per in paese Nato, ma direi anche per un paese autonomo.
In quest’ultima fase, tale linea anti Kiev risulta più accentuata?
Il suo iniziale punto contro Draghi, le armi, lo ha cambiato in corso d’opera per avere una più facile convergenza con la Lega e con Forza Italia. Ora sta manifestando in modo esplicito la sua posizione, anche perché spera così di ottenere un doppio risultato, dal momento che la partita è aperta fino alle elezioni europee: provare a tenere a distanza la sinistra del Pd guidata da Schlein e provocare una crisi politica dove esiste un’area che si definisce sia pacifista che non pacifista. Questa corrente sostiene di essere per la pace, pur mantenendo la scelta di inviare le armi, che è anzi l’unico modo per favorire la pace, visto l’atteggiamento aggressivo di Putin. Ma c’è anche chi, influenzato da Landini, vorrebbe passare subito alla posizione pacifista: sarebbe un modo per favorire la Russia. Per cui la posizione di Conte è una posizione schierata fortemente su una linea totalmente di rottura con l’Occidente. Lo conferma la linea del giornale di riferimento, Il Fatto, che quotidianamente attacca il Governo e gli Stati Uniti.
Lei ha più volte osservato che il partito russo in Italia è fortissimo: quali possono essere le conseguenze anche sociali sul modo di raccontare le notizie?
Ci troviamo in una situazione nella quale pezzi della Rai, come la trasmissione della Berlinguer, pezzi di Mediaset, come il Tg4 e pezzi de La7, fanno dell’Italia uno dei Paesi che ha dato più udienza alle mistificazioni russe. C’è inoltre una parte di pubblica opinione caratterizzata non tanto da un atteggiamento filo russo, ma da un atteggiamento di indifferenza per vicende ai confini dell’Europa. Oltre a Conte non è che i discorsi fatti al Senato da Romeo e da Gasparri siano stati rassicuranti. Loro non possono discostarsi dalla Meloni, dalla Nato e dal Partito Popolare europeo. Inoltre Tajani, pur essendo minoritario all’interno del suo partito, tuttavia ha un peso come lo ha anche indirettamente Gianni Letta. Tale quadro, fino a questo momento, ha evitato la precipitazione di una situazione che porterebbe alla crisi di governo, rispetto al quale né Lega né Forza Italia hanno alcun interesse.
La performance di Sanremo non ha certo aiutato…
Non c’è dubbio, ha rappresentato il momento della verità nel quale il cinismo di Fuortes e di Amadeus hanno permesso che la lettera di Zelensky fosse letta alle ore 2 del mattino. L’ambasciatore ucraino avrebbe dovuto rompere questa farsa e dire che l’Ucraina veniva silenziata in una trasmissione in cui, poi, tutti hanno detto qualcosa di politico.
È sensata la proposta di inserire la Wagner nella lista delle organizzazioni terroristiche?
La Wagner è una propaggine esplicitamente terroristica dell’Armata Rossa, quindi per far questo bisognerebbe che l’Occidente fosse molto più attento a ciò che la Wagner ha fatto, non solo in Ucraina, ma anche in Africa. Mi riferisco a paesi cruciali come Mali o Repubblica Centrafricana, lì dove la Cina sta spargendo risorse finanziarie. Wagner certamente è composta da mercenari che però agiscono in nome e per conto della Russia, a testimonianza dell’aggressività di Putin. Vi è dunque un aspetto terroristico che va giustamente denunciato, rispetto ad una presenza che sta cambiando gli equilibri.
Al Consiglio europeo il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, avrà la forza per portare le proprie istanze non solo sul dossier migranti, ma anche su aree in crisi, come la Tunisia, dove la situazione sta precipitando senza il prestito del Fmi?
La Tunisia è, insieme alla Libia, la testimonianza più rilevante dell’ingenuità dell’Italia, dell’Unione europea e degli Stati Uniti. In quel paese, a suo tempo, si è stabilita una delle poche realtà democratiche dopo le primavere arabe. Democratica anche nella componente legata a Fratellanza musulmana, Ennahda, che lì ha avuto una configurazione molto diversa da quella egiziana. Ebbene, Italia, Unione Europea e Stati Uniti, invece di aiutare in tutti i modi la Tunisia, fino a quando si era in tempo, si sono limitati a deboli messaggi. Aggiungerei anche Libia e Afghanistan tra le esperienze negative dell’Occidente, dalle quali può anche darsi che Putin abbia tratto la tragica conseguenza di poter attaccare l’Ucraina senza trovare resistenza, né all’interno né all’esterno.
@FDepalo