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Gentiloni dà il via libera a Meloni. Il Def convince l’Europa (per ora)

Il commissario all’Economia, l’uomo chiamato a vigilare sui conti italiani, apprezza la prudenza che permea il Documento di economia e finanza. Ma l’esame vero di Bruxelles, arriverà più in là

C’è dell’ottimismo in Italia. O meglio, in Europa. Il giorno dopo l’approvazione del Documento di economia e finanza, tutto improntato alla prudenza, ecco che dall’Ue arrivano rassicurazioni non da poco. Quelle del commissario all’Economia, Paolo Gentiloni. L’uomo chiamato a vigilare sui conti italiani e al quale spetta l’ultimo bollino sui principali provvedimenti di finanza pubblica.

Da Washington, dove è arrivato per partecipare al meeting di primavera del Fmi, Gentiloni ha parlato chiaro. Poche righe ma di buon auspicio. “Non abbiamo ricevuto formalmente documenti, quindi non possiamo dare valutazioni formali. Ma una valutazione di massima, leggendo i giornali, è una valutazione di impostazione realistica e prudente. Entreremo un po’ più nel merito quando lo riceveremo”. Insomma, se il buongiorno si vede dal mattino, Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti possono dormire sonni tranquilli.

Def che prevede una crescita leggermente migliore di quanto previsto pochi mesi fa, con il Pil che quest’anno salirà dell’1%, contro lo 0,6% fissato come obiettivo nella Nota di aggiornamento al Def dello scorso novembre e una dote da 3 miliardi per quest’anno da usare per ulteriori interventi a favore di famiglie e imprese sul fronte energetico. Il Documento, insomma, avrà un profilo di grande prudenza, come nella migliore tradizione di Fratelli d’Italia, e dunque prospetterà una riduzione del deficit e debito.

Per questo nel tagliare, di mezzo punto, la stima del Pil per il 2024 (+ 1,4% invece del + 1,9% previsto nella Nadef) la politica di bilancio rimarrà ispirata a criteri di prudenza con margini di manovra molto limitati. Tornando a Gentiloni, non è la prima volta che l’ex premier sparge ottimismo. Una settimana fa era toccato al Pnrr, con parole di incoraggiamento per il governo.

“C’è un margine certamente. Abbiamo già approvato la revisione di piani per tre Paesi, Lussemburgo Germania e Finlandia. Naturalmente si trattava di piani in relazione all’economia di questi Paesi meno importanti di quanto possa essere quello dell’Italia, della Spagna, della Romania e Portogallo, Paesi in cui il piano è molto importante. Quando arriveranno le proposte di emendamento da parte italiana la Commissione è pronta ad esaminarle con il massimo di collaborazione e di flessibilità”.  Insomma non c’è alcun pressing della Ue e soprattutto non c’è alcun atteggiamento ostile da parte di Bruxelles. Non era scontato.



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