Skip to main content

Perché quello che succede a Taiwan interessa tutti. Risponde Pelaggi

Per Pelaggi (Sapienza), la cornice attorno al dossier taiwanese è ormai totalmente modificata: lo stretto è ormai il principale luogo di frizione tra Washington e Pechino, e per questo tutto ciò che accade a Taipei assume valore internazionale

La Cina ha lanciato “un’operazione speciale di pattugliamento e ispezione nella parte centrale e settentrionale dello Stretto di Taiwan”. Le informazioni le fa circolare Guancha, un sito nazionalista di Shanghai, che fa propaganda per il Partito/Stato. L’Amministrazione per la sicurezza marittima del Fujian, provincia di fronte a Taiwan, conferma attività navali e non è difficile sovrapporre quanto accade con l’incontro odierno della presidente taiwanese, Tsai Ing-wen, con lo Speaker della Camera statunitense, Kevin McCarthy.

Narrazioni e interessi

“La presidente taiwanese Tsai è la sesta volta che va negli Stati Uniti, anche se prima non aveva fatto incontri così apicali. Il punto è che la cornice è ormai totalmente modificata e qualsiasi cosa riguarda Taiwan diventa di interesse globale perché è al centro della contesa Washington-Pechino”, spiega Stefano Pelaggi, docente del dipartimento di Storia della Sapienza e tra i massimi esperti europei dell’isola.

“La nuova normalità dei rapporti sullo Stretto – continua in una conversazione con Formiche.net — è stata imposta negli ultimi anni da Pechino, e tutte le recenti attività militari la raccontano. Certo, gli Stati Uniti hanno in qualche modo contribuito dando sostegno alla difesa taiwanese”, qualcosa che per Pechino è inaccettabile. Per Pelaggi, è questo che fa assumere un altro valore e rilievo internazionale a cose che avvengono da decenni.

Taiwan vista da Washington

Il sostegno statunitense è sempre più bipartisan, fa notare il docente: “Lo era sotto la presidenza iper-divisiva di Donald Trump, continua a esserlo sotto Joe Biden e senza nemmeno una traccia di crepa. L’assistenza a Taipei è ormai uno degli asset della politica estera statunitense”.

All’opposto, “la possibilità di un’apertura alla Cina, anche sotto la prospettiva del mercato (un’idea che c’era nella società civile e in parte del Congresso fino a pochi anni fa), è ormai praticamente inesistente”.

Taiwan vista da Taipei

Pelaggi ha recentemente pubblicato “L’isola sospesa. Taiwan e gli equilibri del mondo” (Luiss University Press), un testo in cui ricostruisce il valore dell’isola — che la Cina considera una provincia ribelle da annettere al territorio della Repubblica popolare. “A questo nuovo clima, a questo nuovo schema, i taiwanesi si stanno abituando”, spiega: “E non so quanto questo faccia piacere a Taipei nei fatti, perché si teme legittimamente che la dinamica possa creare problemi e accrescere le attenzioni e gli interessi cinesi. In fin dei conti, i taiwanesi stavano bene nella posizione di inderterminatezza perché molto più sicura e tranquilla, per assurdo”.

Dall’altra parte, Taiwan si rende conto che le azioni militari cinesi sono sempre più pressanti. Per esempio, l’incursione militare compiuta dalla Cina mentre Tsai parlava all’Hudson Institute di New York, ha visto penetrare nove jet in “assetto di combattimento”, con la linea mediana passata in tre punti diversi contemporaneamente, e molto in profondità.

Alleanze e consapevolezze

A questo punto, fa notare Pelaggi “a Taipei si stanno attrezzando alla possibilità che possano perdere gli alleati diplomatici come successo nei giorni scorsi con l’Honduras. Ma d’altronde, il ruolo di quei piccoli stati all’interno del riconoscimento internazionale di Taiwan ha ormai perso valore, anche perché Taiwan ormai è a tutti gli effetti uno stato indipendente. La cornice dei compromessi semantici e degli accordi informali finora rispettati è quasi venuta meno, per esempio sulla linea mediana, dove vediamo le costanti modificazioni cinesi dello status quo”.

Nel suo recente e altamente significativo discorso sulla Cina, la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha sottolineato la necessità della stabilità lungo lo Stretto: si parlerà anche di questo nell’incontro che lei e il francese Emmanuel Macron avranno con il leader cinese Xi Jinping? “Non penso che possa essere affrontato l’argomento Taiwan o la sicurezza lungo lo stretto durante gli incontri a Pechino. Sebbene va detto che il nuovo scenario che abbiamo delineato ha ormai trascinato tutti quanti in mezzo al tema taiwanese delineando posizioni e posture, Europa compresa”.

×

Iscriviti alla newsletter