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Tutto pronto per lo sbarco del padre del fuggitivo Uss al Senato russo

L’ex governatore del territorio di Krasnojarsk dovrebbe insediarsi alla Camera alta di Mosca prima della fine della sessione primaverile. È un premio di Putin o un modo per assicurarsi il suo silenzio?

La strada che porterà Aleksandr Viktorovič Uss, il padre del manager russo fuggito a fine marzo dall’Italia prima dell’estradizione negli Stati Uniti, al Consiglio federale russo, cioè la Camera alta, è spianata.

Le cose si sono sistemate nelle ultime ore. In mattinata il senatore Valery Semyonov ha presentato le dimissioni da rappresentante del territorio di Krasnojarsk, di cui Uss è stato governatore fino a un mese fa, prima di lasciare la guida, ad interim, all’ex ministro Mikhail Kotyukov. Poi, nel pomeriggio, il passaggio di Uss al Cremlino per incontrare il presidente Vladimir Putin, di cui è ritenuto un fedelissimo. Potrebbe diventare senatore “prima della fine della sessione primaverile, fatte salve tutte le procedure” ha detto all’agenzia di stampa russa RIA Novosti una fonte della Camera alta del Parlamento.

Non sono chiare le ragioni di questo nuovo incarico. Era stato lui stesso ad annunciarlo su Telegram ringraziando Putin “per la sua fiducia e il suo sostegno” e a “tutti coloro con cui siamo stati insieme in momenti difficili e che ci hanno portato ai risultati e ai successi condivisi”. Sembra trattarsi di un un classico caso di promoveatur ut amoveatur. Potrebbe essere finito all’interno di un più ampio cambio di leadership regionale deciso dal Cremlino. Oppure potrebbe aver pagato per le troppe parole spese per ringraziare Putin e i “molti amici” che sostengono la Russia e “che al momento giusto sono pronte ad aiutare” per l’esfiltrazione del figlio dai domiciliari nella periferia di Milano. Certe frasi, come notavamo su queste pagine, avevano sollevato aspre critiche da parte dei nazionalisti che l’hanno accusato di esporre il Paese alle accuse dell’Occidente.

All’indomani della riapparizione in Russia di Artem Uss, VChK-OGPU, un canale Telegram russo che in questi mesi di guerra ha dato prova di avere ottimi rapporti con l’intelligence di Mosca, aveva diffuso la voce secondo cui regista dell’esfiltrazione sarebbe stato “un ex ufficiale delle forze speciali dell’Esercito italiano, che vive a Mosca da più di sei anni”. Un’operazione costata al padre 2 milioni di dollari, sempre secondo quel canale Telegram.

Nelle scorse settimane, rispedendo a un’interpellanza urgente presentata da Alleanza Verdi Sinistra (primo firmatario Devis Dori), il governo italiano aveva spiegato che sull’evasione di Uss “risulta ancora nella fase germinale l’attività investigativa posta in essere dall’Autorità giudiziaria competente, attualmente coperta dal segreto”.

(Foto: Kremlin.ru)

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