Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Ita e Lufthansa partono col piede giusto. Giuricin spiega perché

​L’economista dell’Istituto Bruno Leoni ed esperto di trasporto aereo: i tedeschi vogliono puntare su Fiumicino e America e comunque la compagnia italiana non aveva alternative davanti a sé. Per battere le low cost bisogna intercettare i mercati su cui non sono presenti​

Il giorno dopo la prima vera operazione industriale di peso targata Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti, l’ingresso di Lufthansa in Ita, è tempo di guardare avanti. Perché se, come ha detto in conferenza stampa di buon mattino il ceo della compagnia tedesca, Carsten Spohr, Ita è stata scelta perché lontana anni luce dalla vecchia e disastrata Alitalia, allora tanto vale scommettere. E che la strada, o meglio la rotta, sia quella giusta, ne è convinto anche Andrea Giuricin, economista in forza all’Istituto Bruno Leoni ed esperto di trasporti.

“L’operazione è certamente positiva, ci sono due elementi che vanno evidenziati. Primo, per Ita non c’erano alternative, competere su un mercato così complesso da soli era impensabile. Secondo, le intenzioni di Lufthansa sembrano valide, puntare forte su Fiumicino e sul Nord America, ma anche sul Sud America. L’integrazione non sarà facilissima, ma comunque era una via obbligata per Ita e le premesse sembrano buone”, spiega Giuricin.

Ma come battere la spietata concorrenza delle low cost? Qui l’economista fa delle precisazioni. “In realtà non bisogna andare a scontrarsi direttamente con queste compagnie, Ita e Lufthansa dovranno focalizzarsi su quei mercati dove le low cost non ci sono, come il lungo raggio o laddove persistono accordi bilaterali. Dunque, andare a coprire ciò che le low cost hanno lasciato sprovvisto di presidio. Non sarà facile, ma è proprio questa la scommessa a monte dell’integrazione. Ita, in questo senso, potrà sfruttare la potenza e la forza di un grande gruppo come Lufthansa”.

Il discorso poi si allarga ad altre considerazioni. Per esempio, il modello Ita, ovvero presenza dello Stato (oggi al 60%, un domani forse anche meno) insieme a un grande socio industriale estero, è esportabile in altri settori? “Difficile che avvenga. Rimanendo nel campo aereo – premesso che lo Stato dovrà fare un passo indietro, facendo salire i tedeschi – il mercato aereo è quasi tutto privato. La stessa Lufthansa è privata mentre Air France è quotata in Borsa. Il pubblico non deve gestire aziende, magari può dare un contributo, quello sì. Il mercato dei cieli è stato privatizzato 20 anni fa, non credo si possa tornare indietro”.

×

Iscriviti alla newsletter