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Perché Mattarella è il miglior alleato di Meloni in politica estera. Parla Gallippi

Da Oslo il Capo dello Stato conferma la netta condanna dell’aggressione russa all’Ucraina. Domani Zelensky incontrerà Mattarella al Quirinale. Le parole del presidente “confermano e sostengono la linea di Meloni, anche per evitare certe sbandate che in passato hanno avuto alcuni esponenti della maggioranza. Su questo c’è massimo allineamento tra Quirinale e Chigi”, secondo il biografo del Presidente, già docente di Tor Vergata

 

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella in visita di Stato a Oslo, ribadisce la posizione di ferma condanna dell’aggressione russa all’Ucraina. “Bisogna contrastare la politica di aggressività della Russia, ma ciò non ci deve distogliere dalla ricerca di un approdo di pace”, ha sottolineato il presidente Sergio Mattarella nel suo colloquio con il premier norvegese, Jonas Gahr Store. E ancora: “La decisione della Russia è irrazionale: ci auguriamo che a Mosca tornino elementi di razionalità”. Fermezza, assoluta. E questo è un ulteriore segnale di vicinanza concreta all’Ucraina che non potrà altro che rafforzare il legame col paese aggredito. Il significato delle affermazioni del Capo dello Stato assume una rilevanza ancor maggior in vista del colloquio che domani avrà al Quirinale col presidente ucraino, Volodimyr Zelensky che peraltro incontrerà anche il premier Giorgia Meloni. Le parole di Mattarella “sono la conferma che lui è il più grande alleato del governo sulla politica estera”.  Ne è convinto Angelo Gallippi, saggista, biografo di Mattarella e già docente all’università Tor Vergata.

Il Capo dello Stato è sempre stato fermamente dalla parte dell’Ucraina. Un tratto comune alla premier. Da Oslo è arrivato un assist alla linea di Meloni?

L’intervento a Oslo conferma ciò che il presidente Mattarella va dicendo da tempo. Anche nel discorso di fine anno del 2022 aveva ribadito che la responsabilità di questo evento bellico è tutta in capo all’aggressore. Le stesse cose le ha dette in Slovacchia. Mattarella conferma e sostiene la linea di Meloni, anche per evitare certe sbandate che in passato hanno avuto alcuni esponenti della maggioranza.

L’allineamento sull’Ucraina ha rafforzato i legami tra Chigi e Quirinale?

Su questo non ci sono dubbi. Le opinioni del Capo dello Stato e del capo del governo, su questo punto, sono pressoché sovrapponibili. Una sintonia perfetta che genera un beneficio evidente. D’altra parte Meloni interpreta appieno una sensibilità che è parte integrante del Dna della destra: essere dalla parte delle popolazioni aggredite dalla Russia. Basti pensare all’Ungheria, 1956. Ma c’è altro. Mattarella penso abbia profondamente apprezzato il cambio di postura di Meloni verso l’Europa. I primi mesi di esperienza a palazzo Chigi sono positivi sotto questo profilo.

Si dice che il Quirinale sia al lavoro per un incontro “distensivo” con l’Eliseo. È verosimile che il Capo dello Stato stia tentando una ricucitura dopo gli attacchi d’oltralpe all’Esecutivo?

È molto probabile che il “tessitore” dei rapporti diplomatici, in ottica di ricucitura, sia il presidente Mattarella. Non sarebbe nemmeno la prima volta. Quando Italia e Francia ebbero la profonda crisi che portò i francesi a ritirare l’ambasciatore, fu il Capo dello Stato ad avviare un’azione di mediazione per recuperare i rapporti. Ci riuscì a tal punto che l’accordo del Quirinale, che sancì l’asse Roma-Parigi, fu caldeggiato in particolare dai francesi.

Cosa aspettarsi dall’incontro tra Mattarella e Zelensky?

Il fatto senz’altro rilevante è che il presidente ucraino incontrerà il Papa. La diplomazia vaticana sta agendo sotto traccia per una mediazione e sarà interessante seguirne gli sviluppi. Mattarella e Meloni penso che ribadiranno a Zelensky la vicinanza e il pieno sostegno dell’Italia alla sacrosanta causa ucraina.

Mattarella nel suo discorso a Oslo auspica che si trovi al più presto la strada per la pace. In che modo?

Zelensky legittimamente vuole ripristinare l’integrità territoriale del suo Paese. Ma la Russia, seppur in grande crisi anche sotto il profilo militare, non cederà facilmente. Probabilmente la strada che consiglieranno sia il Papa che Mattarella, per una pace immediata, sarà quella di qualche piccola rinuncia a porzioni di territorio. Sennò, bisognerà aspettare la vittoria militare dell’Ucraina. Ma questo comporterà tempi più lunghi.

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