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Le banche americane continuano a far paura. L’attacco di Buffett e l’appello di Yellen

Nonostante la rete del governo sui depositi e l’intervento di Jp Morgan, molti istituti di taglia piccola e media continuano a perdere capitale in Borsa. Janet Yellen vuole l’accordo sul debito, mentre l’oracolo della finanza se la prende coi manager​

Il contagio bancario non sembra fermarsi, trascinando al ribasso interi pezzi di finanza americana, quella con le spalle meno larghe. Tutta colpa, ancora, del crack di ormai un mese fa di Svb e First Republic, i due istituti di taglia medio-piccola ma profondamente legati all’economia di uno degli Stati più ricchi degli Stati Uniti, la California. Non sono bastate le rassicurazioni del governo e della Federal Reserve, la tutela dei depositi e nemmeno il salvataggio (da oltre 104 miliardi) di First Republic per mano di Jp Morgan.

LA PAURA NON SI FERMA

La paura, infatti, continua a serpeggiare e le scorrerie in Borsa anche. Negli ultimi giorni PacWest, istituto di credito con sede a Los Angeles, ha perso quasi il 50% in Borsa, dopo la notizia della sua ricerca di possibili acquirenti per i suoi asset, esattamente come è stato per First Republic. PacWest non è stata, però, l’unica vittima dei mercati finanziari.

Lo stesso scenario si è presentato per Western Alliance, che ha perso il 22%, dopo aver raggiunto anche -62%. Gli investitori hanno perso fiducia nella banca dopo che il Financial Times ha annunciato la possibile vendita delle sue attività, dovuta ai deflussi di depositi e in generale ai problemi del settore bancario statunitense. Anche in questo caso poco importa che l’istituto abbia smentito l’indiscrezione. Per l’effetto a cascata, a Wall Street hanno registrato pessime sedute anche altre banche regionali: Zions Bank (-18%), Keycorp (-14%) e First Horizon (-32%).

PER COLPA DI CHI?

Per una banca che perde in Borsa c’è sempre un risparmiatore che piange. L’azione si svaluta, il capitale accumulato sui listini si riduce e la sostenibilità dell’istituto viene meno. Non è chiaro se all’orizzonte vi siano soluzioni strutturali al problema delle piccole banche americane, ma c’è chi vorrebbe già delle ammissioni di colpa o qualcosa di molto simile. Ancora una volta è Warren Buffett, uno dei simboli della finanza a stelle e strisce, anche quella più azzardata.

L’Oracolo di Omaha ha affermato senza remore che i dirigenti che hanno portato in crisi il sistema bancario statunitense dovrebbero sobbarcarsi una punizione, dal momento che l’economia americana è alle prese con la peggior serie di fallimenti bancari dal crollo finanziario del 2008. “L’amministratore delegato e i dirigenti dovrebbero essere puniti quando le banche che gestiscono si mettono nei guai. Altrimenti, lasciandoli impuniti si rischia di creare un precedente e passare l’esempio distorto che si può tranquillamente portare alla rovina una banca senza pagarne le conseguenze”, ha attaccato.

“Sicuramente un messaggio non virtuoso da passare alle mani forti che orientano il comportamento dell’economia. Ad esempio la malagestione di First Republic Bank, in bella vista ma ignorata da tutti fino all’esplosione della crisi, permetteva di offrire mutui non governativi garantiti a tassi fissi per importi enormi. Una situazione folle”.

IL TUTTO PER TUTTO DI YELLEN

In tutto questa c’è un altro fronte, forse ancora più delicato, il salvataggio del bilancio federale americano. E qui Janet Yellen, segretario al Tesoro Usa, non ne può più di dire che bisogna trovare una soluzione. “Il mancato intervento del Congresso Usa sul tetto del debito potrebbe scatenare una crisi costituzionale, causando una catastrofe economica e finanziaria, con conseguenze sui mercati finanziari e sui tassi di interesse”.

La Yellen ha ricordato come gli Stati Uniti potrebbero andare in default sui loro obblighi già il 1 giugno se il Congresso non si occuperà del tetto del debito. “I negoziati non dovrebbero svolgersi con una pistola puntata alla testa del popolo americano”, ha proseguito. “Il default è catastrofico per gli Stati Uniti. Se dovessimo fare default sul nostro debito, l’impatto sui tassi di interesse sarebbe terribile. Sarebbe la prima volta che gli Usa non riescono a effettuare i pagamenti dovuti. Dobbiamo alzare il tetto del debito per evitare la calamità economica”.

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